Il reddito di cittadinanza, la legge Spazzacorrotti, il piano Cashless per incentivare i pagamenti digitali, la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, gli incentivi per assumere “giovani e donne“. Nella scheda relativa all’Italia del rapporto Going for Growth 2021 dell’Ocse, l’organismo internazionale promuove alcune delle principali riforme varate dal governo nel corso dell’ultimo biennio. Gli esperti hanno infatti analizzato i provvedimenti in materia di politica economica adottati dagli Stati aderenti, le misure che sono ancora in cantiere e hanno indicato le priorità per la ripresa economica post-Covid, con un occhio di riguardo al Recovery fund. Per quanto riguarda il nostro Paese, si legge che “la rete di sicurezza sociale è stata radicalmente migliorata con il regime del reddito di cittadinanza, che introduce maggiori benefici per le famiglie insieme a condizioni più rigorose”. L’Ocse cita anche le “importanti riforme per migliorare la compliance fiscale” varate dal governo Conte, la semplificazione degli appalti pubblici, l’aumento degli investimenti digitali, gli sforzi per riformare il settore bancario e “ridurre le inefficienze” in ambito giudiziario.
Per il futuro, però, secondo l’organismo con sede a Parigi sarà decisivo “migliorare l’efficacia della pubblica amministrazione, principalmente nell’ottica di migliorare la gestione degli investimenti pubblici e rendere, al contempo, più efficaci l’assegnazione e il coordinamento dei compiti di attuazione delle varie politiche tra i diversi livelli di governo”. Passaggi chiave, questi, per un “efficace utilizzo dei fondi del Recovery e per la piena realizzazione dei vantaggi attesi dalle previste riforme strutturali”. Con la crisi causata dal Covid, infatti, “molte delle sfide strutturali dell’Italia – le significative disparità territoriali, demografiche, di genere e nelle performance di produttività, nonché gli elevati livelli di debito pubblico – sono state aggravate”, aggiunge l’organizzazione nel rapporto presentato alla presenza del ministro dell’Economia, Daniele Franco. “Nel 2020 un nuovo pacchetto di generosi incentivi, volti a favorire gli investimenti nelle tecnologie digitali e nella Ricerca e Sviluppo, ha rafforzato le misure di sostegno già adottate in passato”. E tuttavia, suggerisce l’organismo, “l’istituzione di una Commissione Nazionale per la Produttività consentirebbe di definire un ordine di priorità nell’azione dei poteri pubblici, dandovi impulso e contribuendo anche a rafforzare l’impatto degli incentivi all’innovazione e gli sforzi in materia di riduzione della burocrazia“.
Infrastrutture – Nel rapporto, l’Ocse mette quindi in fila le riforme varate dal governo italiano dal 2019 a oggi e suggerisce una serie di raccomandazioni da mettere in atto in futuro. Nel campo delle infrastrutture vien messa una spunta blu all’aumento degli investimenti pubblici e alle semplificazioni in materia di appalti pubblici introdotte con l’omonimo decreto. Serve però individuare “con efficacia le priorità dei singoli progetti infrastrutturali”, facendo ricorso alla “analisi costi-benefici dei singoli progetti”. Bisognerebbe inoltre migliorare “l’impatto delle riforme degli appalti per sostenere gli investimenti”, continuare nel lavoro di “razionalizzazione” dei servizi pubblici locali e aprire le porte alla concorrenza.
Governance e Pa – Per quanto riguarda la Pubblica amministrazione, l’organismo con sede a Parigi promuove i passi avanti fatti sempre con il dl Semplificazioni, dalla possibilità di accedere ai servizi pubblici via app al sistema basato sull’identità digitale che consente “autocertificazioni, domande e pagamenti, nonché notifiche digitali da più enti statali“. Il decreto ha anche “riformato le sanzioni per abuso d’ufficio per garantire che la paura di essere perseguiti anche senza illeciti non ostacoli il processo decisionale”. Nell’elenco c’è spazio per la legge Spazzacorrotti, grazie alla quale sono state introdotte “misure aggiuntive per rafforzare la lotta alla corruzione“. Quali sono le riforme da mettere in cantiere? Vanno “migliorati i processi amministrativi nel sistema giudiziario”, si legge nel rapporto, e “promossi i meccanismi alternativi di risoluzione delle controversie“. Serve poi accelerare “l’uso di strumenti e servizi digitali per imprese e cittadini, “ridurre la complessità normativa” per chi investe nel privato.
Mercato del lavoro – In tema di lavoro, tra le misure introdotte dal precedente governo l’Ocse cita gli “incentivi fiscali” per incoraggiare l’assunzione di “giovani e donne“, poi rafforzati ulteriormente con la legge di bilancio 2021, ma c’è anche spazio per il reddito di cittadinanza e l’ampliamento dell’istruzione professionale. Più lungo l’elenco delle cose da fare: “Migliorare la progettazione dei corsi di formazione“, migliorare i “programmi di ricerca e formazione del lavoro” attraverso l’Anpal, “sostenere un maggiore accesso all’assistenza all’infanzia per bambini da 0 a 3 anni, garantire che la “protezione sociale” sostenga l’ingresso di chi ne beneficia “al mercato del lavoro”.
Sistema di tassazione – In ambito fiscale sono sei le riforme realizzate tra il 2019-2020 e citate dall’Ocse nel suo dossier: la “fatturazione digitale obbligatoria“, la riduzione del cuneo fiscale, i passi avanti in tema di corporate equity, l’introduzione di “assegni familiari più generosi” dal 2022 in sostituzione delle detrazioni fiscali, l’ampliamento delle “dichiarazioni dei redditi precompilate”, l’introduzione del Piano cashless “per incentivare il passaggio dai pagamenti in contanti ai pagamenti digitali. Il governo però deve impegnarsi di più per razionalizzare le spese fiscali, ridurre la complessità dell’intero sistema (ad esempio “semplificando le aliquote Iva“), ripristinare la “tassa sulla prima casa predisponendo delle esenzioni per le famiglie basso reddito”, accelerare sulla riforma del catasto, migliorare il “coordinamento tra le agenzie fiscali e altre agenzie di regolamentazione”, consolidare gli incentivi per le assunzioni con una decontribuzione “permanente” per i primi tre anni “a tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato“.
Concorrenza e regolamentazione – L’ultimo capitolo toccato dall’Ocse è quello della concorrenza, su cui non vengono citate le riforme realizzate nell’ultimo biennio perché si tratta formalmente di una “nuova priorità” per l’organismo internazionale. Si invita però l’Italia a “rimuovere gli ostacoli per consentire una più rapida implementazione dell’infrastruttura delle telecomunicazioni“, rimuovere gli “ostacoli legali al telelavoro“, aumentare le “competenze dei manager”, realizzare una riforma completa “delle banche cooperative” e del regime di insolvenza.