Via libera da parte della commissione Europea alla strategia unitaria per la lotta alla criminalità organizzata. Con un documento di 30 pagine Palazzo Berlaymont ha adottato oggi le linee guida per contrastare la criminalità organizzata nel periodo che va dal 2021 al 2025. All’interno del report, però, non si prevede di introdurre nel diritto Ue il reato di associazione mafiosa. La commissione spiega che per contrastare la criminalità organizzata “alcuni Stati membri hanno istituito organismi nazionali specializzati nell’applicazione della legge contro le organizzazioni di stampo mafioso. Queste esperienze si sono dimostrate efficaci nello stimolare un approccio strategico che porta allo smantellamento della strutture criminali. Inoltre, l’istituzione di unità di polizia o organi giudiziari dedicati facilita una maggiore cooperazione transfrontaliera”. Per questo motivo, continua il report, “la Commissione promuoverà lo scambio di migliori pratiche per facilitare la replica di tali modelli negli Stati membri”.
I 5 stelle riconoscono che “la strategia europea per la lotta alla criminalità organizzata presenta sicuramente dei passi avanti nella lotta al riciclaggio e per migliorare lo scambio di informazioni e la cooperazione fra le autorità di polizia europee”. Però, dice l’eurodeputata Laura Ferrara, spiegano che “senza l’introduzione nel diritto europeo del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, sulla falsariga dell’articolo 416bis del Codice penale italiano, la lotta alla criminalità non sarà mai efficace e all’altezza della minaccia che rappresenta”. Per il M5s si tratta di una “lacuna che contraddice la volontà espressa a più riprese dal Parlamento europeo a riguardo in diverse occasioni”. Per Ferrara “l’associazione di stampo mafioso deve essere considerata in tutta Europa una fattispecie autonoma per cui scatta un regime specifico, separato e più severo di quello previsto per la semplice associazione a delinquere. Diverse inchieste giudiziarie, ma anche numerosi interventi dell’Europol hanno in questi anni dimostrato la natura transazionale delle mafie che non agiscono più confinate in uno o pochi Stati membri, ma riciclano i proventi del crimine in tutti i Paesi europei, nessuno escluso. Se l’Unione europa non lo riconosce, di fatto rinuncia a combattere le mafie. E i boss ringraziano”.