L'elenco è in una nota di dieci pagine allegata al piano di concordato preventivo presentato dalla società dell'armatore campano Vincenzo Onorato al tribunale fallimentare di Milano e che riguarda i pagamenti dal 2015 al 2020. Il report, su mandato della società marittima, è stato redatto da uno studio di commercialisti milanesi. Costi, però, non spiegati del tutto dalla società, che versa in uno stato di criticità economica
Superano di poco gli undici milioni di euro le spese di Moby spa dell’armatore campano Vincenzo Onorato per pagare la politica, acquistare ville, volare su business jet, viaggiare su supercar di lusso e abitare in appartamenti nel centro di Milano usati anche dai figli. Costi, però, non spiegati del tutto dalla società. Il sorprendente elenco, visto anche lo stato di criticità economica in cui versa la “balena blu”, sta in una nota di dieci pagine allegata al piano di concordato preventivo presentato da Moby al tribunale fallimentare di Milano e che riguarda i pagamenti dal 2015 al 2020. Il report, su mandato della società marittima, è stato redatto da uno studio di commercialisti milanesi. A pagina uno si legge: “Si è proceduto a segnalare ulteriori trasferimenti di denaro da Moby verso soggetti esterni al gruppo che risultano essere meritevoli di attenzione”. La cifra totale non è di poco conto, visto che il concordato presentato equivale, secondo il codice, a una ammissione di fallimento. Particolare che potrebbe innescare a breve un’indagine penale per reati fallimentari presso la Procura di Milano. Di più: un’altra società del gruppo, la Cin (Compagnia italiana di navigazione) Tirrenia, rischia di essere dichiarata fallita anche a causa di 180 milioni di euro che Moby dovrebbe versarle dopo aver acquistato Tirrenia nel 2012 già allora in amministrazione straordinaria.
L’elenco delle spese inizia con i soldi pagati da Moby alla politica e ai lobbisti. Elemento che ha fatto partire, come rivelato dal Fatto, un’inchiesta della Procura di Milano al momento senza indagati né titolo di reato. Tra i vari destinatari del denaro, spiega il documento, c’è Roberto Mercuri, già braccio destro dell’ex vicepresidente Unicredit Fabrizio Palenzona. Il manager, nel triennio 2017-2019, ottiene una consulenza per “il supporto tecnico-specialistico legislativo in relazione alle attività con il Parlamento, con il Governo e con la Commissione europea”. La consulenza, si legge nell’atto, vale di base 550mila euro. Cifra che lieviterà, anche per i vari rimborsi spesa, a 900mila euro. Se Mercuri sta alla voce lobbisti, alla voce “dazioni ai partiti politici” ci sono gli ormai noti pagamenti alla società che gestisce il blog di Grillo (200mila euro) e alla Casaleggio Associati che in due anni incassa 1,2 milioni per, tra l’altro, “la creazione del sito marittimi.com (…) la creazione e gestione della pagina Facebook e la creazione della pagina Instagram”. Ma è un po’ tutto l’arco costituzionale che viene pagato da Onorato. Dell’associazione Open vicina a Matteo Renzi era noto da tempo (200mila euro). Un po’ meno noto il fatto che i consulenti non hanno rinvenuto nessuna delibera consiliare perché la società (Moby, ndr) ha riferito che “non era necessaria considerati gli ampi poteri del legale rappresentante”. Tra il 2018 e il 2019 Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, incassa 10mila euro. Altri 10mila, però, Onorato li versa all’associazione “Marittimi per il futuro” di Torre del Greco, politicamente vicina a Fdi. Incassa anche il Partito democratico. Tra il 2014 e il 2015, 40mila euro vanno alla federazione Val di Cornia-Elba. Poco prima delle ultime politiche, nel febbraio 2018, una delibera societaria dispone 50mila per Ernesto Carbone, deputato uscente del Pd in rapporti con Onorato, che tenterà il salto in Senato senza riuscirci per poi, nel 2019, finire nel partito di Renzi. In totale sono circa 400mila euro che vanno alla politica. Cifra che lievita considerando anche associazioni o società legata alla politica.
Eppure politica e affini, circa 2 milioni in cinque anni, è solo una minima parte degli 11 milioni. Tra il 2016 e il 2019, infatti, Moby paga 2,8 milioni alla società di diritto inglese NetJets Management Ltd per l’affitto di un business jet modello Falcon con la possibilità di trasportare 19 passeggeri. A margine di questo i consulenti chiedono conto alla società “dei contratti e il dettaglio dei voli effettuati con gli anzidetti aeromobili senza tuttavia ricevere altre informazioni”. Dai jet alle ville. Una in particolare ad Arzachena, località Porto Cervo. Villa Lilium pagata 4,5 milioni. Villa che, scrivono i consulenti “veniva utilizzata come edificio di rappresentanza”. Anche qui i commercialisti chiedono ulteriori dettagli “senza tuttavia ricevere ad oggi ulteriori informazioni”. In tema di immobili, poi, dal gennaio 2018 al gennaio 2019 Moby ha pagato 400mila euro per un appartamento in zona Brera a Milano a due passi dalla Pinacoteca utilizzato da Alessandro Onorato. Altri 100mila euro sono stati pagati per un secondo immobile in zona Porta Venezia. Non mancano, come detto, le auto di lusso per il cui utilizzo dal 2018 al 2021 Moby sborsa circa 600mila euro. Nel dettaglio, 100mila vengono pagati per una Aston Martin V8 in uso ad Achille Onorato. Altri 200mila vanno per una Rolls Royce Wraith usata come auto di “rappresentanza”. Poco più di 21mila euro per una Mercedes, 100mila euro per una Range Rover usato da Alessandro Onorato, ancora 100mila euro per una Maserati Levante e 200mila euro per un’altra Aston Martin. Vengono infine contabilizzati 50mila euro all’associazione “Fino a prova contraria” e varie “regalie” per poche migliaia di euro, tranne una di 50mila euro in gioielli “destinati a Erika Pollack, vedova di Alf Pollack e madrina della nave Alf Pollack”. Insomma, la lista è lunga e da tempo è sul tavolo dei magistrati milanesi che si occupano di reati fallimentari.