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Fabrizio Corona esce dal carcere e torna ai domiciliari

La difesa, coi legali Antonella Calcaterra e Ivano Chiesa, aveva fatto ricorso in Cassazione contro il precedente provvedimento che aveva fatto tornare l’ex agente fotografico in carcere. Sono state accolte dai giudici le questioni sollevate dalla difesa sullo stato di salute mentale dell’ex fotografo dei vip, che necessita di proseguire il percorso di cure fuori dal carcere

di F. Q.

Fabrizio Corona esce dal carcere di Monza e torna ai domiciliari. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, infatti, ha accolto la richiesta dei difensori di sospensione dell’esecuzione del provvedimento con cui nelle scorse settimane era tornato in carcere, in attesa che decida la Cassazione sul punto. La difesa, infatti, coi legali Antonella Calcaterra e Ivano Chiesa, aveva fatto ricorso in Cassazione contro il precedente provvedimento che aveva fatto tornare l’ex agente fotografico in carcere. Sono state accolte, dunque, a quanto si è saputo, dai giudici le questioni sollevate dalla difesa sullo stato di salute mentale dell’ex fotografo dei vip, che necessita di proseguire il percorso di cure fuori dal carcere.

Corona era arrivato nel carcere di Monza lo scorso 23 marzo, dopo una decina di giorni di ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano – piantonato 24 ore su 24. Inizialmente era stato deciso di portare Corona nel carcere milanese di Opera, ma dopo i gesti di autolesionismo e le minacce di suicidio, era stato scelto il carcere di Monza, che ha anche un’apposita sezione con osservazione psichiatrica per i detenuti. Per chi si chiede perché fosse stato rispedito in carcere dal magistrato di Sorveglianza di Milano, bisogna spiegare che l’ex re dei paparazzi – che deve scontare una pena definitiva di 9 anni – ha più volte nel corso del tempo violato le prescrizioni imposte dal magistrato perché potesse scontare a casa il residuo di pena e contestualmente curarsi dalla dipendenza dalla cocaina e per un disturbo della personalità. Corona, prima di questa decisione, era stato diffidato.

Ora i giudici (un altro collegio della Sorveglianza), però, spiegano che il provvedimento di marzo non è adeguatamente motivato e per questo hanno deciso di sospendere lo stop al differimento pena in attesa che sul merito si pronunci la Cassazione. Nel nuovo provvedimento, a quanto risulta, i giudici fanno riferimento anche ai gesti autolesionistici messi in atto dall’ex ‘re dei paparazzi’ nelle ultime settimane, oltre che alle relazioni degli esperti già agli atti e che avevano messo in luce la necessità che Corona proseguisse nel percorso di cure fuori dal carcere. La sospensiva, tra l’altro, è stata disposta anche tenendo conto dei recenti atti di autolesionismo dell’ex agente fotografico. La Sorveglianza, inoltre, fa notare che non era stata valutata la richiesta della difesa di una perizia sulla compatibilità di Corona con la detenzione in carcere. E sempre i giudici chiariscono, in sostanza, che le esigenze di tutela della salute devono prevalere nella fase di esecuzione della pena.

Ebbene Corona, che dovrà finire di pagare il suo debito con la giustizia a settembre 2024, ha invitato a casa il suo personal trainer in pieno lockdown, non si è mai sottratto a comparsate in tv e ha continuato a usare i social network, che hanno generato varie denunce per diffamazione, ma anche per minacce da parte dell’ex moglie Nina Moric. La difesa di Corona sostiene che i social vengono gestiti dallo staff e che Corona può lavorare, ma per il pg Antonio Lamanna e il magistrato, Marina Corti, ha infranto quelle prescrizioni e deve tornare il carcere. Prima delle decisione Corona, probabilmente consapevole degli eccessi, aveva chiesto clemenza: “Mi dispiace, se ho sbagliato. Non voglio tornare all’inferno”. Già lo scorso ottobre a Corona erano stati annullati i 9 mesi passati in affidamento terapeutico. Decisione sui cui la difesa ha presentato ricorso.

La storia processuale di Fabrizio Corona è molto complessa e fitta di inchieste e processi. Ci sono condanne come quella per estorsione per le foto che venivano ritirate dai vip a fronte di un pagamento, ma anche assoluzioni come quella dal reato di intestazione fittizia di beni per i soldi trovati nel controsoffitto di casa. Corona, a cui sono stati contestati reati fiscali, è riuscito a dimostrare che quei soldi era il frutto del suo lavoro e quindi il reato, solitamente contestato ai prestanome legati ai mafiosi, è caduto.

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