C’è chi oggi descriveva Letizia Moratti come infuriata. Perché nonostante il suo ruolo di assessora al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia non è riuscita a far valere la sua posizione sulla nomina di Angelo Cordone a direttore generale del prestigioso Istituto Neurologico Besta di Milano. Una nomina che nel corso della riunione di giunta di questa mattina Moratti ha provato a non far passare, bollandola come inopportuna, visto che Cordone è stato rinviato a giudizio nemmeno tre mesi fa nell’ambito di un filone dell’inchiesta sui presunti bilanci truccati dell’ospedale San Matteo di Pavia. Ma nonostante la sua contrarietà il governatore Attilio Fontana ha deciso di avallare lo stesso la nomina per la quale, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, si è speso anche Carlo Lucchina, ex storico plenipotenziario della sanità lombarda ai tempi di Roberto Formigoni, che non ha più ruoli in Regione, ma evidentemente continua a essere ascoltato ai piani alti di Palazzo Lombardia.
Lo scontro in giunta ha avuto strascichi nel pomeriggio. E non è un caso che fino a sera non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale sulla nomina da parte della Regione. Ad anticiparla ci ha pensato però lo stesso Cordone, che già a inizio pomeriggio ha rilasciato una dichiarazione all’Ansa, piuttosto inusuale nei tempi. Come per cementare la sua nomina che stava spaccando la politica, ha infatti detto di esser “pronto a questa nuova stimolante sfida”, ringraziando Fontana, la giunta e persino la Moratti che si era appena battuta contro di lui. E così dagli uffici della vicepresidente sono state fatte filtrare poche ore dopo parole che rendono palese tutto il fastidio per la vicenda: si tratta “di ringraziamenti immeritati” all’assessore Moratti – è trapelato – “perché nomina di esclusiva pertinenza del presidente Fontana”.
Come riportato dalla Provincia Pavese, Cordone è stato rinviato a giudizio lo scorso gennaio per una vicenda legata al buco da oltre 30 milioni di euro nei bilanci dal 2009 al 2012 del San Matteo. Direttore generale dell’ospedale di Pavia dal 2012 al 2015, era finito nei guai con l’accusa di non aver vigilato in modo opportuno. A differenza di altri imputati, per lui i pm avevano chiesto l’archiviazione sottolineando che aveva disposto un controllo sui conti quando si era accorto che qualcosa non tornava. Ma tale richiesta a inizio 2019 è stata respinta, per una ipotesi di falso in atto pubblico, dal giudice per le indagini preliminari e ora Cordone è a processo.
A lungo ritenuto vicino al consigliere regionale di Forza Italia Fabio Altitonante, attualmente a processo per traffico di influenze illecite nel processo sulla “mensa dei poveri”, nell’ultimo periodo Cordone è stato dato in avvicinamento a Fratelli d’Italia. Dopo aver guidato il San Matteo, è approdato una prima volta al Besta come direttore sanitario dal 2016 al 2018. Dopo di che è stato nominato direttore generale dell’Asst Melegnano e della Martesana. Ora il ritorno al Besta con uno giro di poltrone che oltre al suo spostamento vede Laura Lattuada passare dalla direzione generale del Besta a quella del Gaetano Pini e Francesco Laurella, ex dirigente della direzione generale Welfare ai tempi di Carlo Lucchina, traslocare dal Pini all’Asst Melegnano e della Martesana.
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