Il documento, che l'agenzia Ansa ha potuto visionare, prevede una decurtazione di 1.500 euro mensili da versare su un conto dedicato. Sospesa quindi la quota di 300 euro per l'associazione Rousseau. "I portavoce eletti si impegnano inoltre a contribuire, alle spese per eventi, iniziative, campagne elettorali nazionali, regionali e locali secondo necessità"
Per gli eletti M5s arriva il nuovo regolamento su indennità e restituzioni. Nel documento, redatto dal Comitato di Garanzia e visionato dall’agenzia Ansa, si disciplina che ciascun parlamentare “dovrà restituire una quota mensile forfettaria pari a minimo euro 1.500 mediante versamento ad un conto dedicato e una quota mensile pari a minimo euro 1.000 al M5s per il mantenimento delle piattaforme tecnologiche, scudo della Rete, comunicazione e altre spese generali di funzionamento. Tutti i portavoce dovranno essere in regola con le rendicontazioni, secondo i precedenti regolamenti fino alla mensilità di marzo 2021 inclusa”. Il documento è stato trasmesso oggi ai parlamentari e per la prima volta certifica lo stop al versamento di 300 euro al mese all’Associazione Rousseau.
Le rendicontazioni pubbliche e la rinuncia ad ulteriori indennità – Nel nuovo regolamento si conferma l’obbligo di rendicontare pubblicamente quanto ricevuto, come già veniva fatto (ma non da tutti) sul portale tirendiconto. Ciascun parlamentare, prevede il regolamento, “dovrà indicare l’indennità percepita e ogni altro importo, a qualunque titolo ricevuto in ragione della carica ricoperta, su apposito portale, pubblicando i relativi cedolini”. Inoltre, si precisa nel testo, ogni eletto dovrà rinunciare a tutte le ulteriori indennità di carice assunte dopo l’elezione: “Non dovrà percepire, rinunciandovi preventivamente, ulteriori indennità e rimborsi in relazione a ulteriori cariche assunte; percepirà l’assegno di solidarietà (o trattamento di fine rapporto) nei limiti indicati al punto B delle disposizioni generali”.
Restituzioni a soggetti pubblici o privati – E le restituzioni? Fino a questo momento era un voto su Rousseau a stabilire a chi destinare la parte decurtata dello stipendio. “Le restituzioni, le eccedenze e le eccedenze del trattamento di fine mandato vanno versate ad un conto dedicato intestato ad apposito comitato operativo, nazionale o regionale, in attesa di individuare periodicamente la destinazione finale, o ad un apposito conto corrente intestato al Movimento 5 stelle, dedicato a questa finalità”. Le restituzioni dei portavoce del Movimento 5 Stelle “devono essere destinate alla collettività attraverso un conto dedicato e intestato ad un apposito comitato operativo, oppure ad un apposito conto corrente intestato al Movimento 5 stelle appositamente dedicato”. La destinazione dei fondi, si precisa, “potrà avvenire nei confronti di soggetti pubblici, previa verifica della possibilità tecnica di ricezione delle donazioni tramite bonifico bancario, o soggetti privati purché siano finalizzate a perseguire un’azione di preminente interesse pubblico/collettivo/sociale e senza scopo di lucro”. Le destinazioni – si legge – possono essere indirizzate: – ad iniziative singole per il tramite di un soggetto pubblico (anche più d’una contemporaneamente fino alla concorrenza con l’importo disponibile) ad es. Fondo per la povertà educativa infantile, Fondo contro la violenza su donne; – ad una iniziativa di carattere nazionale che preveda l’attribuzione di un contributo, nella misura massima predeterminata, a singoli progetti volti alla realizzazione della iniziativa, ad es. FacciAmo Scuola; – a iniziative di solidarietà per emergenze di rilevanza nazionale; ad es. Protezione Civile -Popolazioni Alluvionate, Emergenza Covid-19; – al sostegno di una iniziativa pubblica nazionale, quale ad esempio il “microcredito” o “riduzione debito pubblico”, per il tramite di un soggetto pubblico. – Per la destinazione delle restituzioni dei portavoce regionali la rilevanza delle iniziative può essere di carattere regionale“.
Assegno di solidarietà – Per quanto riguarda inoltre “l’assegno di solidarietà (detto anche trattamento di fine mandato)”, questo “dovrà essere commisurato ad un’indennità di riferimento pari a 3.250,00 euro mensili: dunque, verrà percepito nella misura massima di 15.000 euro netti per 60 mesi di mandato effettivo dai parlamentari italiani e dai consiglieri regionali non rieletti, o rieletti con una carica diversa, o che in generale hanno ricevuto un importo a titolo di trattamento di fine mandato dall’Assemblea elettiva di appartenenza”. E “l’importo da restituire è individuato nella misura dell’importo totale ricevuto dal portavoce a titolo di Trattamento di fine mandato, sottratto dell’eventuale tassazione prevista per l’importo ricevuto (se non trattenuta alla fonte) e dell’importo spettante (massimo di 15.000 euro per 60 mesi di mandato effettivo)”. Inoltre “tutti gli importi di cui sopra non sono soggetti a compensazioni di alcuna natura (ad es. spese legali, previdenziali, conguagli fiscali ecc.).
Controlli di coerenza – Il regolamento prevede anche dei controlli per verificare che tutti i parlamentari rispettino le norme: “Potranno essere effettuati controlli di coerenza sulle rendicontazioni e sulle restituzioni. Per una questione di equità, di dignità e di giustizia sociale si impegnerà nel promuovere provvedimenti di carattere regolamentare e/o legislativo al fine di applicare per sé, e per tutti gli eletti, un trattamento previdenziale calcolato esclusivamente sulla base dei contributi effettivamente versati e della normativa vigente per la generalità dei cittadini e a rinunciare ad un trattamento previdenziale privilegiato equiparandolo a quello di un qualsiasi cittadino”.
In contributi per le elezioni – Sarà poi richiesto un impegno economico per gli eventi: “I portavoce eletti si impegnano inoltre a contribuire, alle spese per eventi, iniziative, campagne elettorali nazionali, regionali e locali secondo necessità”, si legge. “L’inadempimento di quanto previsto ai punti precedenti costituisce una grave violazione (che rischia di pregiudicare la stessa immagine del MoVimento 5 Stelle) suscettibile dell’applicazione di provvedimenti disciplinari”.