È stata scarcerata Dana Lauriola, portavoce del movimento No Tav, arrestata a settembre 2020. Dopo sette mesi di carcere, il tribunale di sorveglianza di Torino ha accolto la richiesta di misure alternative e stabilito per Lauriola la detenzione domiciliare. L’attivista era stata condannata a due anni di carcere per una manifestazione del marzo 2012 sulla A32, quando venne bloccato il casello e alcuni automobilisti passarono senza pagare il pedaggio.
“Non siamo del tutto soddisfatti del provvedimento”, hanno dichiarato in una nota gli avvocati Valentina Colletta e Claudio Novaro. “Si tratta di una decisione che arriva 7 mesi in ritardo e che, nonostante l’ottima relazione dell’equipe trattamentale interna al carcere, che è il pilastro su cui dovrebbe fondarsi la valutazione dei magistrati, concede solo la misura più restrittiva, quella della detenzione domiciliare, corredata da una serie di prescrizioni e divieti fortemente limitativi”. Quindi continuano: “L’apparato motivazionale del provvedimento stigmatizza l’appartenenza ideologica di Dana e la corrispondenza da lei inviata dal carcere, che considera foriere della commissione di nuovi reati, in contrasto, a nostro parere, con il diritto costituzionalmente tutelato di esprimere le proprie opinioni. Del resto tutta la recente storia giudiziaria di Dana ci sembra sintomatica dell’atteggiamento, fortemente censurabile, che, sul piano giudiziario, connota i procedimenti a carico degli appartenenti al movimento No Tav”.
Nei giorni scorsi, a Bussoleno, il movimento No Tav aveva organizzato un presidio di solidarietà all’attivista, nel corso del quale alcuni esponenti del mondo politico e dello spettacolo come Elio Germano, Sabina Guzzanti, Erri De Luca, Bebo, Lo Stato Sociale e Zerocalcare, hanno voluto ribadire il loro sostegno e rilanciato l’appello “Liberate Dana”. “La sua unica colpa è quella di aver gridato le nostre motivazioni in un megafono”, hanno detto alcuni attivisti No Tav, ricordando il motivo dell’arresto della portavoce.
La manifestazione per la quale è stata incarcerata la Lauriola è avvenuta il 3 marzo 2012 a un casello dell’A32, giorno in cui alcuni manifestanti distrussero l’impianto di videosorveglianza e bloccarono con del nastro adesivo le sbarre, per consentire a tutti i viaggiatori di passare senza pagare il pedaggio. In questi sette mesi, i giudici del Tribunale di sorveglianza avevano respinto tutte le richieste di misure alternative giudicando Lauriola incapace di percepire la funzione rieducativa di espiazione della pena in forma alternativa alla detenzione. La pena non era stata fino a oggi ridotta a seguito di un rapporto della Digos, nel quale erano state ricostruite le attività di protesta della Lauriola negli ultimi anni. Nel rapporto si citavano “azioni di violenza contro il cantiere Tav e contestazioni di piazza con il centro sociale Askatasuna per protestare contro la costruzione della linea ferroviaria in Val Susa o contro lo sgombero di locali occupati abusivamente, attraverso modalità violente e verbali o fisiche tese principalmente a cercare e ottenere a scopo dimostrativo lo scontro le forze dell’ordine o i rappresentanti dell’ordine politico”.