È uscito dal carcere dopo più di quattro anni e mezzo, dopo essere stato accusato di aver diffuso “messaggi subliminali” a favore del tentato colpo di stato nel luglio 2016 contro Erdogan. Lo scrittore e giornalista Ahmet Altan è stato liberato grazie a una sentenza della Corte di Cassazione turca che ha ribaltato la sua precedente condanna.

Nel 2018, alla fine di un processo che ha suscitato in tutto il mondo la preoccupazione e l’indignazione dei sostenitori della libertà di parola e di opinione, era stato condannato all’ergastolo, poi commutato in dieci anni di carcere. Il tribunale d’appello ne aveva disposto la scarcerazione, ma la misura era poi stata ritirata per il ricorso della procura e Altan era tornato in carcere. Il 13 aprile una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani aveva stabilito che la sua detenzione fosse illegittima e costituisse una violazione dei suoi diritti.

Altan è un giornalista e scrittore turco, nato ad Ankara nel 1950. Ex direttore del quotidiano “Taraf”, da sempre critico nei confronti del presidente Erdogan. Per la sua liberazione si sono mobilitati scrittori e intellettuali in tutto il mondo. I suoi romanzi e saggi hanno venduto milioni di copie, e sono stati premiati in Turchia e all’estero. “Scrittore e assassino” (2016, Edizioni E/O) è stato venduto in 7 paesi. La sua memoria difensiva è stata pubblicata in Italia con il titolo “Tre manifesti per la libertà” (2018, Edizioni E/O). “Quartetto ottomano” è il titolo della saga di cui le Edizioni E/O hanno pubblicato “Come la ferita di una spada” (2018) e “Amore nei giorni della rivolta” (2019). Il suo prossimo romano, “Signora vita”, uscirà il 26 maggio per le Edizioni E/O.

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