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Botta e risposta De Gregorio-Travaglio a La7. “Draghi? È la politica che non funziona”. “Dove sono i sabotatori che gli impediscono i miracoli?”

Botta e risposta a “Otto e mezzo” (La7) tra l’editorialista di Repubblica, Concita De Gregorio, e il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, sulla figura di Mario Draghi.

Secondo l’ex direttrice dell’Unità, se “Draghi ha deluso è anche la politica italiana ad aver deluso lui”. “Si aspettava di trovare un quadro più semplice, invece ha trovato una situazione politica molto paludosa, complessa”. Secondo De Gregorio, Draghi era convinto di poter “trattare la politica italiana come il sistema bancario”, cioè come un qualcosa che funzionava, ma il sistema politico ha mostrato le sue falle, “non è proprio così”.

Travaglio dissente: “Non condivido questa lettura secondo cui se a Draghi qualcosa va male, è colpa della politica. Che devono fare i politici? Si sono messi sotto i suoi piedi, sono due mesi che non parlano, ad eccezione di Salvini che straparla fuori perché non fa parte del governo. Nel Consiglio dei ministri non si muove foglia, anche perché lì non si decide niente. Decidono 3 o 4 tecnici che stanno riscrivendo il Recovery Plan, all’insaputa nostra e del Parlamento“.

E rincara: “La stampa è tutta ai piedi di Draghi. Non sono mica gli italiani a essersi inventati il ‘Salvator Mundi’, ma è la grande stampa ad averlo raccontato così, fin dalla sera in cui Mattarella ha pronunciato il suo nome. Ci hanno detto: ‘Adesso arrivano quelli bravi e finiscono i dilettanti’. Quando scopriamo che quelli bravi sono uguali ai dilettanti e ci aggiungiamo il condono e la gaffe con la Turchia, ovviamente c’è uno spaesamento. Ma è l’informazione che ci ha raccontato quella favoletta, non sono mica gli italiani che si fidano sempre del duce”.
“No, non è vero – replica De Gregorio – non è solo questo”.

Il direttore del Fatto continua: “Io ho letto su un quotidiano che conosci molto bene (Repubblica, ndr) che al passaggio di Draghi nel corridoio del palazzo si inchinavano le statue di Einaudi e di De Gasperi. Abbiamo letto cose di questo genere. Sono offese alla nostra professione“.
“È vero che i grandi giornali hanno raccontato la cosa in questo modo – risponde De Gregorio – ma le intenzioni di Mattarella, quando ha fatto il nome di Draghi, non è che se le sono inventate i giornali. Quante volte, anche in passato, si è detto che ci vorrebbe Draghi?
Io veramente non l’ho mai detto – ribatte Travaglio – perché sono un democratico e quindi preferisco che siano gli italiani a scegliere le coalizioni di governo, non il presidente della Repubblica dal suo cilindro. Ho stima di Draghi come banchiere, ma non parliamo mica di un marziano della politica: è stato 10 anni al ministero del Tesoro e delle Finanze da Andreotti a Berlusconi. Ha fatto le privatizzazioni, abbiamo visto banche saltare in aria. Non è uno sprovveduto, sa benissimo cosa sia la politica”.
“Sì, ma non mi devi spiegare niente, so chi è Draghi”, replica la giornalista.

Travaglio aggiunge: “Non c’è presidente del Consiglio che abbia avuto una totale assenza di opposizione nella politica e nei media come quella che sta avendo lui da due mesi. Ma che devono ancora fare i partiti? Scomparire? Gli fanno fare tutto quello che vuole. Ha una maggioranza del 90%, manco nella Bulgaria della cortina di ferro. Ma dove sono questi sabotatori che gli impediscono di fare i miracoli? Io non li vedo, non esistono”.
“Sono perfettamente d’accordo con te – commenta De Gregorio – però siccome oggi non hai trovato nessuno con cui polemizzare, lo stai facendo con me. Sono d’accordo che Draghi andava eletto dagli italiani, ma neanche Conte è stato votato“.
Conte è stato espresso dai vincitori delle elezioni – risponde Travaglio – e in ogni caso gli italiani non eleggono il presidente del Consiglio. Gli italiani eleggono i partiti che si coalizzano e che nominano il presidente del Consiglio”.