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Enrico Ruggeri: “Alessandro Gassmann? Se denunci assembramenti, devi farlo pure con rapine e spaccio”

Dopo aver polemizzato sul metodo dell'attore (“Grande attore e regista... con un po’ di nostalgia per i tempi andati della Germania Est”, le sue parole), il cantante ora torna a parlarne in un’intervista al Corriere della Sera, per chiarire le sue intenzioni

di F. Q.

Continua a far discutere il tweet di Alessandro Gassmann che annunciava di aver chiamato la polizia per una festa organizzata dai suoi vicini di casa, in violazione delle norme anti-Covid. Tra i critici c’è il cantante Enrico Ruggeri che, dopo aver polemizzato sul metodo (“Grande attore e regista… con un po’ di nostalgia per i tempi andati della Germania Est”, le sue parole), ora torna a parlarne in un’intervista al Corriere della Sera, per chiarire le sue intenzioni.

“Se quella battuta l’avessi fatta ad Alessandro a cena insieme, ne avrebbe riso anche lui. Mi dispiace molto la contrapposizione e il malcostume di cui spesso sono stato vittima anche io”, ha spiegato. Ruggeri ha poi precisato che non aveva intenzione di attaccare Gassmann, dichiarandosi dispiaciuto: “Ho letto insulti su di lui, la sua famiglia, suo padre. Una cosa orribile. Alessandro è un grande attore e regista che ha un peso (il cognome, ndr) terribile da portare, ma lo porta egregiamente”. E alla domanda: “Se vede 30 persone assembrate senza mascherina cosa fa? Tace, interviene, chiama le forze dell’ordine?”, il cantante replica: “Non so rispondere. Posso dire però che se lo faccio, lo farei sempre e per tutto. Se vedo uno che ruba una macchina, uno che picchia la fidanzata, se alla Stazione Centrale vedo tre tizi che si scambiano una bustina”.

Durante quest’anno di pandemia, Ruggeri ha più volte espresso parere critico verso talune regole e restrizioni: “Non capisco perché in mezzo alla strada devo mettere la mascherina. Se entro in un negozio la metto, ma se sono all’aperto no. In un vicolo stretto con 50 persone la metto, sì […] Ristoranti aperti a pranzo e a cena no […] Non possiamo rinunciare a vivere per paura di morire […] Il mondo dello spettacolo? È stato umiliato”. Ma rifiuta l’etichetta di “negazionista del Covid“: “È una parola sgradevole. Come faccio a negare la realtà? La pandemia è oggettiva. Penso che ci poteva essere un altro modo di gestirla. La narrazione è stata sbagliata. Hanno scritto di alcune persone famose morte per Covid e io so per certo che non era vero”.

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