In questi giorni 16 avvisi di garanzia hanno raggiunto operatori sanitari accusati di abuso d’ufficio e peculato per aver favorito non solo parenti e amici come era emerso dalle prime indiscrezioni, ma anche una serie di personaggi in vista nella provincia di Oristano, tra i quali alcune persone ai vertici di istituzioni e forze dell’ordine, che avrebbero fatto inserire se stessi e altri parenti non aventi diritto nelle liste prioritarie già a partire da gennaio-febbraio. “Le persone venivano prenotate dal giorno precedente e le dosi venivano somministrate a inizio giornata insieme a quelle di aventi diritto – spiega a ilfattoquotidiano.it il procuratore di Oristano Ezio Domenico Basso – per questo non si può neanche ipotizzare si trattasse di ‘dosi che altrimenti sarebbero state buttate’ a fine giornata”.
Secondo l’inchiesta, oltre alla pretesa di fare vaccinare familiari giovani (“anche 18-20enni in perfetto stato di salute”), alcuni elementi che avrebbero avuto diritto al vaccino nelle liste dedicate alle forze dell’ordine, hanno preferito “imbucarsi” tra gli ultra-fragili per poter scegliere il vaccino Pfizer in quel periodo riservato agli over-80 e non usufruire dell’AstraZeneca che gli sarebbe spettato.
Sono questi dettagli, assieme a una lettera-sfogo del presidente dell’ordine dei farmacisti, nella quale il professionista strigliava i colleghi che, avendo infilato amici e parenti nelle liste come ‘dipendenti della farmacia’ hanno fatto mancare le dosi ad altri aventi diritto, ad aver convinto la Procura a portare avanti l’inchiesta. “Per usare una metafora – continua Basso – è come quando durante il naufragio del Titanic c’era chi veniva fatto salire sulle scialuppe lasciando annegare i più deboli. Se da una parte quei vaccini non erano essenziali per persone giovani e in buona salute, lo erano al contrario per molti anziani del territorio, che sono morti e continuano a morire di Covid pur avendo avuto potenzialmente diritto a un vaccino che li avrebbe potuti salvare”.
Per ora nel registro degli indagati ci sono solo medici e infermieri che avrebbero compilato le liste, ma in queste settimane si approfondiranno le dinamiche per capire se e quanto i “furbetti” abbiano fatto pressione per saltare la fila e se, nel farlo, abbiano usato il proprio eventuale ruolo istituzionale o professionale. All’analisi delle liste dei vaccinati al poliambulatorio di Oristano si aggiungerà la verifica di tutti gli altri punti vaccinali per comprendere se il fenomeno si è verificato solo in quella struttura da cui sono partite le indagini o se si tratta di una prassi più diffusa.
“È avvilente pensare che gli amici degli amici siano passati e abbiano presi i nostri vaccini – commenta Francesca Manca dell’associazione autismo Sardegna – E i nostri figli gravemente disabili non sono mai stati contattati da nessuno”.