Il governo e il presidente del Consiglio Mario Draghi hanno ribadito che la scuola è in cima alle priorità: l’obiettivo è che nell’ultimo mese dell’anno scolastico tornino in presenza tutti gli 8,5 milioni di studenti italiani. Fonti della cabina di regia che si è svolta in mattinata a Palazzo Chigi parlano del 26 aprile come primo step per il rientro in classe degli studenti (a eccezione di chi vive nelle zone rosse). L’auspicio della sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia è che il percorso si possa completare dal “3 maggio“. Anche così si spiega la presenza al vertice del ministro Patrizio Bianchi. Per i presidi, però, ancora restano molti nodi da risolvere: l’idea del premier Draghi di riportare tutti i ragazzi a scuola “è stata più volte manifestata, l’ha presentata come un auspicio. La possibilità di realizzarla dipende anche dai trasporti. Non so come si farà, da oggi al 3 maggio, a realizzare queste condizioni“, commenta il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli. “Poi c’è il tema dello screening tramite tamponi veloci: non abbiamo avuto novità. Con queste difficoltà mi sembra problematico” riaprire tutte le scuole “ma bisogna sentire cosa dice il Cts. Tutti auspichiamo la riapertura ma il tema è la fattibilità, non abbiamo informazioni che le condizioni vi siano, vedremo”, sottolinea Giannelli.

Dal governo assicurano che sono già stati attivati i tavoli prefettizi nelle varie città che stanno lavorando per organizzare il Trasporto pubblico locale sui territori. Uno dei punti cardine per evitare assembramenti nelle ore di punta su bus, metro e treni. “Finalmente si parla della riapertura di molte attività, e la scuola, che è prioritaria, è logico che riapra al primo giorno utile anche per i ragazzi delle superiori che sono in dad”, dice all’Ansa la sottosegretaria Floridia. “È ciò che ho sempre chiesto – spiega – dunque sono soddisfatta che si stia andando in questa direzione. Regalare a tutti gli studenti almeno l’ultimo mese di scuola in presenza è importante, sul piano educativo e soprattutto su quello psicologico”.

Il presidente dell’Associazione nazionale presidi invece evidenzia che “i trasporti pubblici non sono ancora stati messi in sicurezza. Non ci risultano grossi progressi sul fronte monitoraggio e screening attraverso i tamponi rapidi di cui si era parlato. Né ci sono provvedimenti rispetto alla formazione delle classi ed alla riduzione del numero degli studenti, anche guardando a settembre. Vanno superate queste difficoltà di tipo tecnico” affinché l’ipotesi di un tutti in presenza a fine anno scolastico sia realizzabile. E a settembre? “Il problema c’è, ma procede in parallelo al piano vaccinale“, conclude Giannelli.

Il nodo riguarda soprattutto le superiori: un’ipotesi è prevedere le lezioni in presenza al 100% a maggio in zona gialla e arancione, parallelamente alla riapertura di altre attività nel Paese. Resta da capire se la misura sarà estesa anche alle zone rosse. Al momento 6,6 milioni di studenti frequentano in presenza, circa 2 milioni a distanza. Il decreto legge valido fino al 30 aprile, per la scuola ha previsto che le scuole infanzia, primaria e il primo anno delle scuole medie siano in presenza in tutto il territorio azionale. Le classi seconde e terze medie sono in presenza al 100% nelle aree arancioni e gialle, mentre in area rossa fanno scuola a distanza. Le superiori sono in Dad al 100% in area rossa, frequentano con percentuali tra il 50 e il 100% in area arancione.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Test rapidi nelle scuole, le linee guida firmate dalle regioni per lo screening di massa sono rimaste lettera morta: a due mesi dalla fine delle lezioni non c’è ancora un piano

next
Articolo Successivo

La gita scolastica virtuale a Firenze: 12mila studenti da tutta Italia connessi per scoprire la città. E anche il viaggio va “immaginato”

next