C’è chi, per il 40,5%, aspetta “tranquillamente il proprio turno per fare il vaccino” o chi è addirittura entusiasta di poterlo fare e “non vede l’ora” di essere vaccinato (24%). E chi ha già ricevuto almeno una dose (8,7%). Ma anche una preoccupante area grigia che comprende scettici e ‘No Vax’ che può arrivare fino al 25% circa, un italiano su 4. Questo è il risultato emerso dall’indagine condotta dalla Fondazione Italia in Salute in merito alla percezione dei vaccini anti Covid-19, in relazione al consenso, all’affidabilità ed efficacia percepita.
Gli italiani intervistati dalla Fondazione Italia in Salute mostrano quindi un atteggiamento molto differenziato: se l’area degli ‘irriducibili’ che non intende farlo è limitata a un pur rilevante 7,5%, tra i perplessi può essere aggiunto il 9,9% che “attende di capire di più” e un 7,6% che “vorrebbe poter scegliere quale vaccino fare”. Una quota, quest’ultima, condizionata dal caso Astrazeneca (le interviste realizzate sono state fatte dal 24 al 30 marzo, una settimana dopo la sospensione temporanea, poi revocata, in seguito agli eventi tromboembolici riscontrati dopo la somministrazione, ndr) e che potrebbe venire influenzata adesso anche dallo stop negli Stati Uniti pure al vaccino Johnson&Johnson.
Dall’indagine emerge poi come le persone che però hanno patologie di vario tipo vogliano tutte essere vaccinate. E anche dal punto di vista sociale ci sono significative differenziazioni: le persone più istruite sono in genere più favorevoli ai vaccini, mentre chi non intende vaccinarsi ha ricevuto, nella maggior parte dei casi, un livello inferiore di istruzione. Dal report inoltre, emerge come siano state vaccinate anche persone “diffidenti in generale verso i vaccini e, soprattutto, persone che non hanno maturato un giudizio o il loro giudizio si colloca a metà strada tra la diffidenza e la fiducia”.
Ma non solo. Differenze emergono anche in merito alla percezione di affidabilità dei singoli vaccini. Perché se il vaccino che gode popolarmente della maggiore fiducia è quello prodotto dalla Pfizer-BioNTech (esprime molta fiducia il 35,6% e abbastanza fiducia il 45,8% degli intervistati, ndr), sommando le due gradazioni positive “c’è il vaccino Moderna che arriva al 74,2%, al terzo posto il vaccino prodotto da Johnson&Johnson con il 68,5% complessivo. Mentre al quarto posto, sorprendentemente, c’è il vaccino Sputnik con il 51,0% che supera AstraZeneca, che invece si ferma al complessivo 49,8%. Un dato certamente da analizzare, in merito alla comunicazione sui vaccini, considerato come il siero russo non abbia ancora ottenuto un’autorizzazione in Europa e la sua valutazione sia in corso da parte di Ema. “Questo è curioso, una fiducia a scatola chiusa da parte degli italiani. Dimostra come non sempre il messaggio che passa corrisponde alla realtà scientifica”, ha spiegato Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute.