La notizia che arriva dalla Norvegia va presa con cautela, ma potrebbe ampliare molto le polemiche di chi nelle scorse settimane sosteneva i vaccini a vettore virale – prima Astrazeneca e poi Janssen (Johnson&Johnson) finiti nella bufera per l’ipotesi che la loro somministrazione scateni trombosi molto rare e complicate in persone giovani – fossero anche quelli con un costo minore rispetto ai composti a Rna messaggero che però hanno dimostrato un’altissima efficacia protettiva. Il caso-trombosi ha spinto l’Ue a ipotizzare di non rinnovare i contratti per il 2022 per i produttori dei vaccini a vettore virale e a focalizzarsi sugli altri.
Il responsabile dell’Ospedale universitario di Oslo, Pal André Holme, ematologo. che ha di recente ipotizzato una connessione tra il vaccino AstraZeneca e i rari casi di trombosi, è finito nella bufera per un presunto conflitto di interessi legato a onorari per 100mila euro ricevuti da Pfizer e Bayer negli ultimi cinque anni. La notizia è stata diffusa dalla tv norvegese Nrk citando un articolo del quotidiano Klassekampen.
Il professor Holme, che la scorsa settimana ha pubblicato un articolo sulle possibile correlazioni del composto anglo-svedese, sviluppato dai ricercatori dell’Università di Oxford, con le gravi reazione avversi sulla prestigiosa rivista medica New England Journal of Medicine – scrive il giornale norvegese – ha risposto no nel modulo che ha compilato per la pubblicazione dello studio alla domanda su possibili conflitti di interesse. Ed in particolare al quesito se avesse ricevuto trasferimenti di denaro da competitor importanti negli ultimi 36 mesi e se avesse collegamenti che potessero creare dubbi sull’imparzialità dei lettori. Holme, riporta ancora il Klassekampen, si è difeso spiegando che gli onorari ricevuti di Pfizer e Bayer erano legati alle conferenze cui ha partecipato nel passato e che li considerava “irrilevanti” rispetto alla pubblicazione in questione.
Lo studio riguardava cinque pazienti, colpiti da trombosi venosa e trombocitopenia in un range tra 7 a 10 giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino. I pazienti erano operatori tutti sanitari di età compresa tra 32 e 54 anni. “Poiché i cinque casi si sono verificati in una popolazione di oltre 130.000 persone vaccinate, proponiamo – si legge nell’analisi – che rappresentino una rara variante correlata al vaccino della trombocitopenia spontanea indotta da eparina a cui ci riferiamo come trombocitopenia trombotica immunitaria indotta dal vaccino“. La medesima conclusione a cui sono arrivati i ricercatori tedeschi dell’Università di Greifswald e che sono state sempre pubblicate sul Nejm.
Secondo gli scienziati “sebbene raro, la VITT (Trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino, ndr) è un nuovo fenomeno con effetti devastanti per giovani adulti altrimenti sani e richiede un’analisi approfondita del rapporto rischio-beneficio. I risultati del nostro studio indicano che VITT può essere più frequente di quanto è stato trovato in studi precedenti in cui è stata studiata la sicurezza del vaccino ChAdOx1 nCoV-19 (ovvero al vaccino di Astrazeneca)”.
Intanto dopo il capo dello Stato tedesco anche la cancelliera tedesca Angela Merkel si è vaccinata a Berlino con AstraZeneca. “Sono contenta di aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Ringrazio tutti quelli che si impegnano nella campagna vaccinale – ha affermato la cancelliera – Il vaccino è la chiave per superare la pandemia”.
Lo studio su Nejm
Mondo
Vaccino Astrazeneca, media norvegesi: “Possibile conflitto di interessi per ricercatore che ha scritto lo studio sulle trombosi”
Il caso-trombosi ha spinto l'Ue a ipotizzare di non rinnovare i contratti per il 2022 per i produttori dei vaccini a vettore virale e a focalizzarsi sugli altri
La notizia che arriva dalla Norvegia va presa con cautela, ma potrebbe ampliare molto le polemiche di chi nelle scorse settimane sosteneva i vaccini a vettore virale – prima Astrazeneca e poi Janssen (Johnson&Johnson) finiti nella bufera per l’ipotesi che la loro somministrazione scateni trombosi molto rare e complicate in persone giovani – fossero anche quelli con un costo minore rispetto ai composti a Rna messaggero che però hanno dimostrato un’altissima efficacia protettiva. Il caso-trombosi ha spinto l’Ue a ipotizzare di non rinnovare i contratti per il 2022 per i produttori dei vaccini a vettore virale e a focalizzarsi sugli altri.
Il responsabile dell’Ospedale universitario di Oslo, Pal André Holme, ematologo. che ha di recente ipotizzato una connessione tra il vaccino AstraZeneca e i rari casi di trombosi, è finito nella bufera per un presunto conflitto di interessi legato a onorari per 100mila euro ricevuti da Pfizer e Bayer negli ultimi cinque anni. La notizia è stata diffusa dalla tv norvegese Nrk citando un articolo del quotidiano Klassekampen.
Il professor Holme, che la scorsa settimana ha pubblicato un articolo sulle possibile correlazioni del composto anglo-svedese, sviluppato dai ricercatori dell’Università di Oxford, con le gravi reazione avversi sulla prestigiosa rivista medica New England Journal of Medicine – scrive il giornale norvegese – ha risposto no nel modulo che ha compilato per la pubblicazione dello studio alla domanda su possibili conflitti di interesse. Ed in particolare al quesito se avesse ricevuto trasferimenti di denaro da competitor importanti negli ultimi 36 mesi e se avesse collegamenti che potessero creare dubbi sull’imparzialità dei lettori. Holme, riporta ancora il Klassekampen, si è difeso spiegando che gli onorari ricevuti di Pfizer e Bayer erano legati alle conferenze cui ha partecipato nel passato e che li considerava “irrilevanti” rispetto alla pubblicazione in questione.
Lo studio riguardava cinque pazienti, colpiti da trombosi venosa e trombocitopenia in un range tra 7 a 10 giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino. I pazienti erano operatori tutti sanitari di età compresa tra 32 e 54 anni. “Poiché i cinque casi si sono verificati in una popolazione di oltre 130.000 persone vaccinate, proponiamo – si legge nell’analisi – che rappresentino una rara variante correlata al vaccino della trombocitopenia spontanea indotta da eparina a cui ci riferiamo come trombocitopenia trombotica immunitaria indotta dal vaccino“. La medesima conclusione a cui sono arrivati i ricercatori tedeschi dell’Università di Greifswald e che sono state sempre pubblicate sul Nejm.
Secondo gli scienziati “sebbene raro, la VITT (Trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino, ndr) è un nuovo fenomeno con effetti devastanti per giovani adulti altrimenti sani e richiede un’analisi approfondita del rapporto rischio-beneficio. I risultati del nostro studio indicano che VITT può essere più frequente di quanto è stato trovato in studi precedenti in cui è stata studiata la sicurezza del vaccino ChAdOx1 nCoV-19 (ovvero al vaccino di Astrazeneca)”.
Intanto dopo il capo dello Stato tedesco anche la cancelliera tedesca Angela Merkel si è vaccinata a Berlino con AstraZeneca. “Sono contenta di aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Ringrazio tutti quelli che si impegnano nella campagna vaccinale – ha affermato la cancelliera – Il vaccino è la chiave per superare la pandemia”.
Lo studio su Nejm
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Per i socialisti e democratici europei, il piano della UE per la difesa comune è un primo passo avanti che ne richiede molti altri. Di fronte a una crisi si risponde con il coraggio. Insieme". Lo scrive su Twitter la deputata del Pd Marianna Madia.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - La transizione energetica passa anche attraverso la semplicità dei pagamenti. Fortech, azienda attiva nelle soluzioni di automazione e pagamento per la mobilità, è presente a Key - The Energy Transition Expo per mostrare le sue soluzioni tecnologiche per rendere la ricarica elettrica più accessibile, efficiente e integrata.
Due sono le soluzioni presentate in fiera, per il pagamento e la gestione delle ricariche elettriche: Optcompact ed e-smartOpt. Optcompact è un terminale compatto, versatile ed efficiente, dotato di lettore di carte con chip, banda magnetica, Nfc e Qr code. Disponibile in tre configurazioni (Embedded, Wall Mount e Stand Alone). E-smartOpt è un terminale multifunzione, progettato per gestire contemporaneamente più punti di ricarica e parcheggi.
Con questi dispositivi, Fortech offre agli operatori un’infrastruttura di pagamento sicura, flessibile e adatta a qualsiasi contesto di ricarica, semplificando l’esperienza per gli utenti finali.
Oltre a innovare il pagamento, Fortech presenta in fiera una piattaforma all-in-one che permette agli operatori di gestire l’intera rete di ricarica da un’unica interfaccia. Fortech offre, poi, soluzioni avanzate per la fatturazione elettronica e la gestione dei corrispettivi telematici, garantendo agli operatori della ricarica elettrica massima trasparenza e conformità normativa.
“Il nostro obiettivo è semplificare la ricarica elettrica per utenti e operatori. La nostra tecnologia consente di gestire pagamenti e infrastrutture in modo intuitivo, senza barriere e con la massima efficienza. Ci definiamo Mobilty Makers e questo significa che vogliamo offrire strumenti concreti per accelerare la transizione alla mobilità sostenibile”, dichiara Luca Banci, Ev Charge Development Manager.