Quella della concessione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki è “un’iniziativa parlamentare in cui il governo al momento non è coinvolto”. Le parole di Mario Draghi sulla richiesta del Senato, attraverso un ordine del giorno bipartisan, sulla concessione della cittadinanza al ricercatore che studiava in Italia e da un anno si trova in carcere in Egitto hanno provocato la protesta di associazioni e parlamentari. Critiche sono piovute da Pd, M5s, Sinistra Italiana e Forza Italia. Oltre ad Amnesty International che parla di un “brutto segnale” ad appena 48 ore dal voto di Palazzo Madama: “Veramente il governo in aula al Senato si è impegnato, con tutte le riserve del caso ma si è impegnato… Già durante la discussione all’interno del Senato, in qualche modo erano state messe un po’ le mani avanti, qui si mettono le mani avanti dieci volte. Se il governo si tira indietro dopo due giorni è un brutto segnale francamente”, commenta il portavoce per l’Italia Riccardo Noury.

Critici anche diversi parlamentari del Pd. Ad iniziare da Francesco Verducci, primo firmatario dell’ordine del giorno: “Il voto del Senato ‘impegna il Governo ad avviare tempestivamente le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick Zaki la cittadinanza italianà. Così è scritto testualmente nell’atto approvato. Quello del Senato è stato un voto a larghissima maggioranza, l’ordine del giorno che impegna il Governo ad attivarsi per il conferimento a Zaki della cittadinanza italiana reca le firme della senatrice a vita Liliana Segre e della quasi totalità dei gruppi parlamentari.

“A una domanda sulla cittadinanza italiana a Patrick Zaki, il presidente del Consiglio ha risposto che è una iniziativa parlamentare. Che, però, chiede al governo di fare la sua parte, aggiungo io. E spero che il governo sarà conseguente alla richiesta del Senato”, twitta il deputato Filippo Sensi. Mentre il senatore Tommaso Nannicini sottolinea che “in verità su Zaki il Senato ha impegnato proprio il governo a ‘intraprendere con urgenza’ l’iter perché gli sia riconosciuta la cittadinanza italiana, dato che la legge stabilisce che lo si può fare con un decreto del Presidente della Repubblica “previa deliberazione del Consiglio dei Ministri”. “Se il governo non pensa di dar seguito all’indirizzo del Senato abbiamo un problema. A Roma, non a Houston”, aggiunge Nannicini.

“Spero ci sarà più attenzione per le iniziative del Parlamento, apparentemente oggi derubricate alla voce ‘varie ed eventuali‘”, commenta Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera e deputato del Movimento 5 Stelle. “Spiace che il presidente Draghi sembri prendere le distanze dalla vicenda di Patrick Zaki e dal Parlamento. Ricordo infatti al presidente che è stato votato nell’aula del Senato un ordine del giorno che conteneva precisi impegni che lo coinvolgono direttamente. Tra questi, oltre alla cittadinanza, anche l’applicazione degli strumenti della convenzione Onu contro la tortura del 1984 e quello relativo al farsi portatore e promotore della cultura del rispetto dei diritti umani in consessi internazionali quali il prossimo G7″, dice la senatrice del M5s, Michela Montevecchi, prima firmataria della mozione per l’attivazione della Convenzione Onu contro la tortura confluita nell’ordine del giorno approvato al Senato mercoledì scorso. “Ci aspettiamo, dunque, che si dia seguito agli impegni assunti, in considerazione del fatto – aggiunge – che nel caso di Patrick parliamo di un giovane studente che da quasi 15 lunghi mesi è in attesa di un processo e che i diritti umani non sono negoziabili”.

Di “sciocchezza” di Draghi parla il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Il voto del Senato sulla mozione impegna il governo su 5 punti a partire dal conferimento della cittadinanza italiana”. “Non voglio neanche per un momento pensare – conclude Fratoianni – che all’interno della maggioranza che sostiene questo governo, si sia voluto fare solo un po’ di propaganda sul dramma che sta vivendo il giovane universitario incarcerato ingiustamente”. Spera in uno scivolone del premier Erasmo Palazzotto di LeU: “Altrimenti dovremmo pensare che ha confuso il rapporto tra poteri dello Stato”, osserva. E quindi rilancia: “È l’occasione per accelerare l’iter per il riconoscimento della cittadinanza e assumere un ruolo più deciso nella richiesta di liberazione”.

Anche Forza Italia ricorda che il governo “aveva dato parere favorevole alla richiesta di concedere la cittadinanza italiana” a Zaki “ma in varie dichiarazioni in aula è emersa la prevalenza del significato simbolico di questa mozione rispetto all’atto stesso, che poco cambierebbe la situazione dal punto di vista giuridico e che potrebbe mettere in difficoltà il giovane Patrick, visto che trovo difficile che le autorità egiziane possano cedere a questo”, dice il vicepresidente vicario di Forza Italia al Senato, Lucio Malan. “Sicuramente speriamo che anche le pressioni esterne – conclude – possano portare a un atteggiamento migliore nei confronti dello studente egiziano, che non sarebbe l’unico italiano in carcere all’estero”.

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