di Giulio Orlandi

Le recenti dichiarazioni di Gabriele Gravina sul via libera del governo alla riapertura degli stadi italiani in vista degli Europei di calcio 2021 hanno lecitamente suscitato un moderato entusiasmo. Moderato perché bisognerà capire quali saranno le disposizioni in merito per l’accesso a quei luoghi di aggregazione tanto cari agli appassionati di tutto il mondo.

Dopo gli Europei ripartirà la nuova stagione di Serie A e delle altre leghe professionistiche, con quanto pubblico ancora non si sa ma di sicuro sempre meno del cosiddetto “Load Factor” – ossia la capacità di riempimento di un complesso che nel Belpaese è storicamente inferiore agli standard europei. E qui ritorna prepotente il lanoso problema di quanto le strutture di casa nostra siano ormai in molti casi dei bellissimi musei a cielo aperto, ma incapaci di soddisfare le esigenze ricettive degli ultimi anni.

Si paga tanto in termini di costi di abbonamento per strutture carenti e inadeguate e la passione dei tifosi ormai è diventata carburante per la pay tv, privando molto spesso gli stadi della sana cultura del tifo, già ampiamente sostituita negli ultimi anni da cori beceri, insulti razzisti e vessilli politici. Siamo indietro anni luce rispetto a Regno Unito e Germania, vuoi per le metastasi burocratiche che impediscono ai progetti in campo edile di vedere una soluzione in tempi brevi, vuoi per volontà della politica locale spesso troppo ferma su posizioni in parte discutibili, volte a tenere in piedi strutture ormai al canto del cigno.

Il mondo dello spettacolo ha pagato un prezzo carissimo nell’ultimo anno e mezzo e il calcio non è stato da meno. Nell’ottica della ripartenza poter contare su un apparato di sostegno fondamentale per l’economia di un’azienda come una club professionistico diventa fondamentale. In Italia questo non avverrà in tempi brevi, sia per difficoltà oggettive sia per cultura; di sicuro ciò che non mancherà mai è quella fetta di persone che ha una gran voglia di popolare le curve per gridare al mondo che forse stiamo tornando alla normalità…

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