La giunta ha defenestrato da un giorno all’altro il funzionario comunale a capo dell’ufficio stampa, rimpiazzandolo con il fedelissimo Federico Casabella, ex firma de Il Giornale. Interrogazioni in consiglio del capogruppo dem Terrile e 5s Pirondini: "Cosa accadrà in campagna elettorale?". E l'Associazione ligure dei giornalisti: "Così meno trasparente agli organi di informazione e quindi ai cittadini"
Il portavoce del sindaco che diventa anche capo ufficio stampa del Comune, gonfiando il proprio stipendio di 39mila euro l’anno. Con il suo vice che a cascata – per la “intensificazione dell’attività” dovuta alla promozione del superiore – incassa un emolumento aggiuntivo di 22mila euro. È il contenuto della delibera di giunta 69/2021, approvata all’unanimità il 1° aprile scorso, con cui il sindaco Marco Bucci ha defenestrato da un giorno all’altro il funzionario comunale a capo dell’ufficio stampa rimpiazzandolo con il fedelissimo Federico Casabella, ex firma de Il Giornale, al suo fianco dal giorno dell’elezione. Che quindi, da qualche settimana, assomma in sé i due ruoli di portavoce (politico) del primo cittadino e responsabile della comunicazione (istituzionale) dell’ente, “integrando di 38.726,31 euro annui lordi l’indennità attualmente riconosciuta (…) per una retribuzione omnicomprensiva di 95mila euro su base annua”, si legge nell’atto. Mentre al numero due del team comunicazione di Bucci, Alessandro Casu, la giunta riconosce un aumento “pari a euro 21.980,67 annui lordi a decorrere dall’1.4.2021, per una retribuzione omnicomprensiva di euro 45mila su base annua”. Esborsi motivati, tra l’altro, sostenendo che “l’attività di comunicazione istituzionale si è intensificata in ragione dell’emergenza sanitaria da epidemia da Covid-19″.
La mossa di affidare – a un anno dalle elezioni amministrative – l’ufficio stampa comunale e i suoi 11 dipendenti allo spin doctor del sindaco non è piaciuta né alle opposizioni né all’Associazione ligure dei giornalisti, sezione regionale della Federazione nazionale della stampa (Fnsi). “Possiamo immaginare che il portavoce non avrà difficoltà a confrontarsi con il nuovo capo ufficio e procedere come un solo uomo al comando – ironizza il sindacato -, abbiamo tuttavia motivo di ritenere che tale decisione non sia la più efficiente ai fini di assicurare il massimo grado di trasparenza delle comunicazioni da fornire agli organi di informazione, e quindi ai cittadini. La legge 150 (del 2008, che disciplina la comunicazione degli enti pubblici, ndr), introducendo la figura del portavoce, ha voluto operare una distinzione tra comunicazione istituzionale – propria dell’ufficio stampa – e comunicazione politica, svolta dal portavoce. L’ufficio stampa è al servizio dell’amministrazione e non degli amministratori o del sindaco”. La scelta di Bucci, peraltro, ricalca un’iniziativa simile del governatore ligure Giovanni Toti, che a gennaio ha varato una nuova, maxi-struttura in house della comunicazione regionale con a capo – tra gli altri – la propria portavoce, Jessica Nicolini.
Non a caso, prosegue la nota sindacale, la legge impone che nelle strutture di comunicazione degli enti pubblici lavorino soltanto giornalisti iscritti all’ordine professionale e tenuti a rispettarne la deontologia, requisito non richiesto al portavoce “proprio per la sua funzione di tenuta dei rapporti politico-istituzionale con i media, il che attenua, per così dire, i vincoli deontologici”. Per questo “il sindacato dei giornalisti della Liguria invita la giunta comunale a riconsiderare la scelta operata e sollecita gli organi di informazione a raddoppiare l’attenzione con la quale dovranno essere vagliate le comunicazioni dell’ente locale, distinguendo tra notizie, informazioni, veline e volantini”. Martedì scorso il caso è stato oggetto di due interrogazioni in consiglio comunale, presentate dai capigruppo del Pd Alessandro Terrile e del M5S Luca Pirondini. “Ci domandiamo cosa succederà nell’imminente campagna elettorale”, ha argomentato Terrile in aula. “In quel periodo, per la par condicio, non si possono nemmeno scrivere i nomi degli assessori nei comunicati, qui invece l’ufficio stampa sarà gestito direttamente dal portavoce del sindaco. È evidente che la comunicazione sarà a suo esclusivo beneficio, in violazione della legge: in ogni Paese normale che non sia la Corea del Nord, la comunicazione politica è distinta da quella istituzionale”.
“Il dottor Casabella, inoltre – prosegue Terrile – è stato assunto in base all’articolo 90 del Testo unico degli enti locali, norma che esclude l’attribuzione di poteri gestionali. Come può fare il capo dell’ufficio stampa? Senza scordare il tema dei compensi: la maggior parte dei nostri concittadini ha perso reddito per l’emergenza sanitaria, qui invece la si strumentalizza per aumentare di 70mila euro lo stipendio ai collaboratori del sindaco. È indegno e vergognoso”. Rispondendo all’interrogazione, l’assessore al Personale Giorgio Viale ha ricordato come “città anche più grandi di Genova” affidino “da svariati anni” il ruolo di portavoce e capo ufficio stampa alla stessa persona, mentre le spese per la comunicazione istituzionale sono “molto inferiori a quelle di città come Milano, Palermo o Bologna e simili a quelle del comune di Ravenna, che ha un terzo dei nostri abitanti. Abbiamo corrisposto questi emolumenti dopo un’analisi comparativa con realtà simili e ci siamo tenuti anche più bassi rispetto ad amministrazioni amiche di chi urla e strepita in quest’aula”. “Al di là del caso specifico – commenta il 5 Stelle Pirondini – non posso non notare che per chi fa il giornalista oggi, andare a lavorare per un politico, un partito o un’amministrazione pubblica sia un grosso salto di qualità dal punto di vista della retribuzione. Questo però, non può non farci porre delle domande sulla reale libertà dell’informazione”.