Lo stop confermato dall'azienda e accolto con favore dal Mise. "La produzione di mezzi pesanti su gomma è di interesse strategico nazionale", dice il ministro Giorgetti. La Fiom-Cgil: "Basta silenzi, necessario e urgente un tavolo". La Uilm: "Sollievo, ora verifica del piano di investimenti siglato a marzo 2020"
Cnh Industrial non cederà Iveco alla cinese Faw. L’interruzione della trattativa è stata confermata dall’azienda, che orbita nel gruppo Exor, spiegando che “continua a perseguire i piani esistenti in vista della separazione di queste attività nella prima parte del 2022”. La notizia è stata accolta con favore dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che aveva già storto il naso per la possibilità che la proprietà diventasse cinese. Mentre i sindacati chiedono “certezze” e un tavolo per la verifica del piano di investimenti siglato nel marzo 2020.
“Accogliamo con favore e valutiamo positivamente la notizia del mancato perfezionamento della trattativa tra Cnh e Faw Jiefang per la vendita di Iveco”, ha messo nero su bianco Giorgetti. “Il governo italiano ha seguito con attenzione e attiva discrezione tutta la vicenda – ha aggiunto il ministro – perché ritiene la produzione di mezzi pesanti su gomma di interesse strategico nazionale”. Il Mise, ha concluso Giorgetti, è “pronto a sedersi al tavolo per intervenire per tutelare e mantenere questa produzione in Italia”.
Una risposta indiretta ai sindacati che chiedono una convocazione da parte del governo. “Necessaria” e “urgente” la definisce la Fiom-Cgil per “le garanzie sull’accordo sottoscritto il 10 marzo del 2020 al Mise per gli investimenti sul gruppo, a partire da Iveco, per dare prospettive occupazionali attraverso l’implementazione del piano industriale fondato sull’innovazione tecnologica”, afferma Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.
“Il tempo delle dichiarazioni alla stampa e del silenzio del tavolo istituzionale è finito, chiediamo certezze per un settore strategico per il nostro Paese e per le lavoratrici e i lavoratori, con tutti gli strumenti a disposizione del governo con le risorse del Recovery Fund per investire sulla filiera della produzione di mezzi per la mobilità del trasporto pubblico delle persone e del trasporto merci”, aggiunge De Palma.
L’interruzione della trattativa viene accolta con “sollievo” dalla Uilm, che sottolinea come i volumi produttivi di Iveco “sembrano essere in generale ripresa e quindi siamo fiduciosi che questa storica azienda italiana possa andare avanti con le proprie forze”, dice il segretario nazionale Gianluca Ficco. “Abbiamo un accordo sul piano di investimenti siglato a marzo 2020 – aggiunge – e diventa importante un momento di verifica sulla sua esecuzione. Rinnoviamo inoltre la richiesta al governo di interessarsi a un’azienda e a un settore così importanti per il nostro Paese”.