La senatrice renziana Daniela Sbrollini si dice perplessa "sul ritorno alle attività di piscine, delle palestre e degli impianti sportivi al coperto solo dal mese di giugno". Chiede quindi al governo di "rivedere questa decisione ed aprire già dai primi di maggio per non escludere totalmente queste attività dalle importanti funzioni sociali". E cita "numerosi" e non meglio precisati "studi scientifici"
Italia viva è più aperturista della Lega. Se ieri Matteo Salvini aveva definito il piano di riaperture del governo come “l’inizio di un percorso di ritorno alla normalità”, ai renziani la road map di Mario Draghi sembra non bastare. La senatrice Daniela Sbrollini chiede di riaprire subito, già da maggio, anche le piscine e le palestre: nel piano del governo, infatti a ripartire saranno subito solo gli sport all’aperto, anche di contatto come calcetto e beach volley. Gli altri, come appunto le palestre o le piscine al coperto, riapriranno solo dal primo giorno di giugno.
“La roadmap del governo sulle riaperture indica un percorso credibile che può rimettere in carreggiata l’Italia piegata dalla tragedia pandemica”, concede Sbrollini, prima di lamentarsi: “Nel calendario delle riaperture registriamo tuttavia delle perplessità sul ritorno alle attività di piscine, delle palestre e degli impianti sportivi al coperto solo dal mese di giugno”. La responsabile del “cantiere cultura e sport” di Italia Viva cita quindi “numerosi” e non meglio precisati “studi scientifici“: secondo Sbrollini “confermano che le piscine sono luoghi sicuri e che i parametri applicati nei protocolli garantiscono misure più che sufficienti per scongiurare il contagio”.
Quindi ecco la richiesta al governo Draghi: “Pensiamo che l’esecutivo debba rivedere questa decisione ed aprire già dai primi di maggio per non escludere totalmente queste attività dalle importanti funzioni sociali che svolgono e soprattutto per non far morire le di centinaia di società sportive dilettantistiche e società di gestione che operano per la salute dei cittadini e la salvaguardia degli impianti”. Insomma: “Non possiamo perdere altro tempo – insiste Sbrollini – Nei mesi estivi calano le iscrizioni nelle palestre e anche solo un mese di iscrizioni darebbe a tutti gli operatori di un’enorme boccata di ossigeno”.
Solo 24 ore fa il governo ha annunciato la road map per la ripartenza del Paese, un “rischio ragionato” lo ha definito il premier Draghi, che ha presentato le misure che dovrebbero essere contenute nel prossimo decreto, destinato a entrare in vigore a partire dal 26 aprile. Il piano prevede che da quel giorno saranno consentiti gli sport all’aperto, anche di contatto come calcetto e beach volley, mentre solo l’1 giugno riapriranno al chiuso anche le palestre. Nelle linee guida delle Regioni è stato chiesto di regolamentare l’accesso agli attrezzi, delimitando le zone per garantire almeno un metro di distanza tra le persone che in quel momento non svolgono attività fisica e almeno due metri durante l’attività fisica e di evitare lo sport da contatto fisico.
Il ministro della Salute Roberto Speranza, dopo la riunione con la cabina di regia nella quale è stato trovato l’accordo, aveva spiegato che “in base ai dati di evidenza scientifica nei luoghi all’aperto è molto più difficile contagiarsi rispetto al chiuso”. Per questo il principio sarà applicato “nella ristorazione e non solo” e “ci riaccompagnerà nella fase di transizione”. Col passare delle settimane e “il miglioramento della curva e l’aumento delle vaccinazioni – era stato l’auspicio di Speranza – potremo programmare ulteriori aperture anche per attività al chiuso”.