“Napoli ha più di 2500 anni di storia e lei Augias mi parla di Raffaele Cutolo? Cioè lei pensa che sia il nostro massimo esponente? E se avessi voluto vedere ciò avrei guardato Gomorra, mi perdoni“, “Dopo 10 minuti a guardare #Augias su #Napoli mi sono già scocciato. Pacchi di stereotipi, ammiccamenti, frasi fatte”, “Con Maradona però anche basta… con tutto ciò che c’è da dire su Napoli… Augias, ‘nnamo!“, “Siamo passati da Giacomo Leopardi, Cappella Sansevero, a Maradona e Cutolo…. CHE COSA ODIOSA“. Sono solo alcuni dei tweet che hanno contestato il modo scelto da Corrado Augias per raccontare Napoli nel suo “Città Segrete“, su RaiTre. E un tweet è arrivato anche dall’assessore alla Sicurezza, Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente di camorra, e candidata a sindaco alle prossime amministrative: “Una puntata che ha deluso le mie aspettative e che non dà merito, secondo me, all’immensa storia culturale della nostra città. Rai 3. Augias. Città Segrete. Mi farò sentire“. Corrado Augias ha risposto alle domande di Fanpage.it, sito con sede centrale a Napoli, sul perché abbia fatto un tipo di scelta narrativa che ha raccontato anche di Cutolo e Maradona: “… Se dobbiamo rappresentare una realtà della città nelle sue varie sfaccettature nobilissime e anche criminali, dobbiamo parlare sia della grande tradizioni musicale e artistica, sia della camorra. Se no facciamo una stornellata, ma non è il nostro caso”. E perché proprio Cutolo? “Guardi, ogni capo criminale, da Cutolo, a Totò Riina, ad Al Capone, è un capo, cioè un genio che poi applica il suo genio al male, mentre Einstein lo applicava alla fisica, adesso faccio un paragone a caso come mi viene in mente. Sono personalità enormi, dei capi, dei comandanti, dei manager, potrebbero diventare presidenti della General Motors, oppure capi di una banda di criminali, dipende dalle circostanze storiche e ambientali”.
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