Da lunedì 19 aprile in classe 8 studenti su 10, in attesa del "tutti in classe" annunciato da Draghi. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: "Tra gli aspetti negativi ci sono sempre i trasporti, tema che riguarda soprattutto gli alunni superiori perché i più piccoli hanno la scuola vicino casa. Ci sono 390milioni di euro per i trasporti, ma quando ne vedremo gli effetti? C'è poi il tema del piano di screening degli studenti basato sui tamponi rapidi che ancora naviga in alto mare"
Il ritorno a scuola di otto studenti su dieci fa lanciare l’allarme ai presidi: con le aule piene sarà impossibile mantenere il distanziamento. “La scuola è un luogo naturale di assembramento. Se si torna al 100% in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziamento. In questo caso la scuola si vedrà costretta a ridurre la presenza dei ragazzi e alternarla alla dad, facendo rotazioni. Bisogna valutare questo rischio”, dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Da lunedì 19 aprile, infatti, saranno “solo” un milione e 650 mila gli alunni che rimarranno a casa. In attesa della totale riapertura programmata dal governo il 26 aprile, infatti, tornano già da domani in classe i 291mila studenti della Campania, che è uscita dalla zona rossa.
“Abbiamo un aspetto positivo che è migliorato – dice Giannelli – quello della percentuale di personale scolastico che ha ricevuto la prima dose, ovvero 3 su 4. L’aspetto criticabile è la sospensione del piano vaccinale nei confronti del mondo della scuola che riguarda 1,5 milioni di persone, per procedere invece con fasce d’età. Dovrebbe essere invece fatto parallelamente. Tra gli aspetti negativi ci sono sempre i trasporti, tema che riguarda soprattutto gli alunni superiori perché i più piccoli hanno la scuola vicino casa. Ci sono 390milioni di euro per i trasporti, ma quando ne vedremo gli effetti? C’è poi il tema del piano di screening degli studenti basato sui tamponi rapidi che ancora naviga in alto mare”. Già quando il premier Mario Draghi ha annunciato il ‘tutti in classe’, Giannelli ha subito avvisato che “la possibilità di realizzarla dipende anche dai trasporti. Non so come si farà, da oggi al 3 maggio, a realizzare queste condizioni”.
A parlare di trasporti, chiedendo di intervenire sugli orari di entrata e uscita da scuola, è stato anche Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia e da pochi giorni presidente della Conferenza delle Regioni. “Sulle scuole c’è un limite fisico, perlomeno per quanto riguarda i trasporti, per esempio nell’attesa dell’autobus e poi sui mezzi stessi. Servono anni non mesi per ordinare nuovi mezzi. E’ chiaro che bisognerà organizzare anche questo. Abbiamo chiesto un incontro al Governo, bisognerà rivedere in modo consistente gli orari di entrata ed uscita dalle scuole, non è un problema di risorse”, ha detto al programma “Mezz’ora in più” su Rai 3.