Tra il 31 marzo e il 14 aprile le percentuali di crescita dei contagi sono aumentate soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione, quelle che dal 7 aprile sono rientrate in aula per le lezioni in presenza. Con percentuali anche doppie e triple rispetto agli over 80 e over 90, quella che ha ricevuto più vaccini in assoluto. La statistica, riportata da Il Tempo, fotografa la situazione a poco più di una settimana dal rientro in aula, con ogni probabilità definitivo, di quasi la totalità della popolazione scolastica (solo le superiori resteranno al 50%, a prescindere dal colore della Regione).

Nelle prime due settimane di aprile, stando ai dati del bollettino epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità, i contagi nella fascia 0-3 anni sono cresciuti del 10,18%, la percentuale più alta, seppur in numeri assoluti ‘piccoli’. Nella popolazione tra i 3-5 anni i nuovi positivi sono aumentati dell’8,79%, mentre tra i 6-10 anni del 7,92 e tra gli 11-13 del 7,35. Incremento lievemente superiore nella fascia 14-19, con un aumento percentuale del 7,47 per cento.

La crescita percentuale per fasce di età va via via sfumando – restando sempre sotto il 6,6% dei 60-69enni – man mano che si ‘sale’ di categoria con gli over 80 che registrano una crescita del 4,4% e gli over 90 che addirittura si fermano al 3,8. Vale la pena ricordare come già nelle scorse settimane l’Iss avesse sottolineato i primi effetti delle vaccinazioni negli anziani, tra le categorie prioritarie della campagna di immunizzazione.

Nelle ultime settimane, scorrendo le cronache locali dei quotidiani, si ritracciano diversi allarmi di presidi e Ausl. È accaduto ad esempio – come riporta Repubblica Bologna – nella provincia del capoluogo emiliano. Lo scorso venerdì anche Il Mattino riportava di contagi già in 25 istituti nel Napoletano con i presidi che denunciano il “caos con le nuove norme”. Situazioni simili nel Bresciano e in altre province, dall’Umbria alla Sicilia. Il fisico Roberto Battiston, attraverso le colonne de La Stampa, ha avvisato: “Fra 4 o 5 giorni vedremo gli effetti della riapertura delle scuole. Il motivo è semplice: non stiamo parlando solo di studenti e insegnanti, circa 8 milioni di persone. Ma tutto il movimento attorno alla scuola trasporti, famiglie. Insomma, circa 30 milioni di persone”.

Nel giorno in cui il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato il ‘tutti in classe’, i presidi hanno subito avvisato che “la possibilità di realizzarla dipende anche dai trasporti”: “Non so come si farà, da oggi al 3 maggio, a realizzare queste condizioni”, ha spiegato il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli. “Poi c’è il tema dello screening tramite tamponi veloci: non abbiamo avuto novità. Con queste difficoltà mi sembra problematico” riaprire tutte le scuole “ma bisogna sentire cosa dice cosa dice il Comitato tecnico scientifico”.

Agostino Miozzo, ex capo del Cts, oggi consigliere del ministro dell’Istruzione, sul Messaggero, riguardo al rischio contagi, invita ad essere onesti: le scuole non ne sono esenti, dice, “ma bisogna fare una distinzione tra l’interno e l’esterno della scuola. All’interno, certo, c’è una quota di rischio di contagio, ma ridotta dalle regole – rileva – all’esterno restano i problemi dei trasporti e degli assembramenti. Sui quali, però, molto è stato fatto”. Le lezioni all’aperto sono “un aspetto importante, che va incentivato perché si riducono le possibilità di contagio”.

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