Ancora scontri in Valsusa tra polizia e manifestanti no tav. Solo dopo la mezzanotte è tornata la calma al cantiere di San Didero dove nei giorni scorsi hanno preso il via i lavori di allestimento del cantiere per la rilocalizzazione dell’autoporto di Susa, opera connessa agli interventi per la realizzazione della Torino-Lione. Nella serata di ieri diverse decine di persone hanno lanciato dalla ferrovia oggetti contro le forze dell’ordine poste a protezione della recinzione del cantiere che hanno risposto con l’utilizzo di lacrimogeni.

Nel corso degli scontri è rimasta ferita Giovanna Saraceno, attivista pisana di 36 anni, in queste ore ricoverata all’ospedale Molinette di Torino. Secondo il movimento valsusino, che ha raccontato la dinamica degli eventi durante una conferenza stampa, la ragazza sarebbe stata colpita alla testa da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo dalle forze dell’ordine: “Il movimento No Tav ha concluso la giornata di mobilitazione di ieri, con un saluto ai presidianti che ormai da giorni resistono sul tetto del presidio all’interno delle recinzioni”, si legge in un comunicato. “Le forze dell’ordine hanno avuto una reazione spropositata a questo atto di solidarietà scatenando un fitto lancio di lacrimogeni ad altezza uomo colpendo una ragazza, Giovanna Saraceno, in pieno volto, provocandole due emorragie cerebrali e plurime fratture al volto“, racconta Martina Casel, storica militante No Tav. “La polizia si è presentata in ospedale entrando nella stanza di Giovanna per interrogarla, contrariamente a quanto definiscono le norme anti-covid, che vietano l’ingresso in ospedale ad esterni, compresi i parenti”, conclude Casel.

Tutte da accertare le responsabilità, al contrario, per le forze dell’ordine. Dagli ambienti investigativi è stato sottolineato come il lancio dei lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine, individuato come causa delle lesioni dal movimento No Tav, sia avvenuto da “grande distanza”. Dalla questura affermano che le forze dell’ordine “hanno lanciato lacrimogeni e utilizzato mezzi idranti per mantenere a distanza i facinorosi che si sono barricati lungo la recinzione della linea ferroviaria, bloccando la circolazione del traffico per circa un’ora. Nessun contatto diretto tra manifestanti e reparti inquadrati”.

(Immagine d’archivio)

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