Dieci giorni avevano bocciato il condono fiscale del governo Draghi. Ora i sindacati, in audizione sul Documento di economia e finanza, chiedono al governo di intervenire con decisione sul fisco con l’obiettivo di una maggiore equità. Secondo i rappresentanti della Uil serve una “tassa sugli extra profitti realizzati per la pandemia”. Mentre Gianna Fracassi, vice segretario generale Cgil, si è detta preoccupata per lo spostamento della riforma fiscale nella seconda parte dell’anno perché è “importante intervenire per fare giusta redistribuzione” e “per affrontare i temi delle diseguaglianze fiscali”. L’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) dal canto suo sollecita il governo ad estendere il sostegno alle famiglie, integrando gli aiuti alimentari con agevolazioni su affitti e bollette. Per l’Associazione occorre anche “organizzare adeguatamente i centri estivi per le famiglie e agevolare la Tari a tutte quelle imprese costrette a restare chiuse, soprattutto quelle al dettaglio”.

“Il tema del sostegno alle misure espansive nazionali attraverso interventi fiscali redistributivi è esplicitamente evidenziato da importanti istituzioni internazionali”, ha proseguito Fracassi. “Purtroppo, non c’è traccia di tale dibattito nel nostro Paese, lo stesso Def posticipa la riforma fiscale nel secondo semestre 2021 e le misure ad oggi messe in campo vanno in direzione diversa“. Per la dirigente sindacale “le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza devono trovare adeguato sostegno nella spesa corrente per renderle esigibili, in particolare quelle legate alla infrastrutturazione sociale, centrali per garantire equità e rispondere alle disuguaglianze sociali e territoriali”.

“Noi abbiamo chiesto una riforma fiscale complessiva, unitariamente con Cisl e Uil”, ha ricordato Fracassi. “Crediamo che lo spostamento della discussione della determinazione di questa riforma nella seconda metà del 2021 sia particolarmente preoccupante”. Cgil e Cisl inoltre evidenziano che il documento prevede ricadute occupazionali “modeste”, con “una ripresa occupazionale collocata nel 2024“: per questo serve un “piano straordinario per la pena occupazione in sinergia con la riforma degli ammortizzatori sociali, provando a dare una risposta ai lavoratori più colpiti, giovani e donne”. “Tra le riforme abilitanti in questa fase – ha detto Fracassi – servirebbe un intervento sul versante della qualità del lavoro perché una ripresa fondata sulla precarietà in questa fase non è accettabile”.
La proiezione, ha aggiunto Ignazio Ganga della Cisl, “è chiaro e drammatico indice della profondità della crisi” che ora necessita di “politiche occupazionali sistemiche e strutturate urgenti”. Anche per questo i rappresentanti dei lavoratori ribadiscono la richiesta di “allineare le scadenze” di cassa Covid e divieto di licenziamento per tutte le aziende “almeno fino al 31 ottobre”, oltre a prorogare “le indennità Covid per gli stagionali ricomprendendo categorie escluse, tutti i soggetti con rapporti di lavoratori frammentari”.

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