Il gruppo di Alba debutterà a breve sul mercato con gelati e ghiaccioli sfidando il dominio di Algida e Sammontana. "Invenzioni" come il Mottarello o il cornetto hanno accompagnato storia e sviluppo italiano dal dopoguerra in poi. Ma oggi i marchi storici sono spesso in mano a colossi stranieri
In principio furono i biscotti, ora parte pure la guerra dei gelati. La pax dolciaria, com’è noto, è finita nell’autunno 2019. Dopo decenni in cui Barilla si teneva lontano dal territorio della Nutella e Ferrero da quello dei biscotti, i due colossi italiani hanno iniziato a invadere le rispettivi riserve di caccia: il Mulino Bianco ha prodotto la Crema Pan di Stelle, Ferrero i Nutella Biscuits. Parrebbe che a vincere, per ora, sia la multinazionale di Alba: il fatturato 2020 è stimato in aumento del 7,3% a 12,3 miliardi di euro e nel comunicato di febbraio si citano, tra i successi, proprio i nuovi biscotti.
Evidentemente alla Ferrero hanno preso gusto alle battaglie commerciali e ora partono all’assalto del settore dei gelati confezionati. Un comunicato dell’azienda ha annunciato che arriveranno a breve sugli scaffali dei supermercati in Italia, Francia, Germania, Austria e Spagna cinque nuovi prodotti: uno stecco col brand Ferrero Rocher in tre versioni e due ghiaccioli “Estathé Ice”. È solo l’inizio della penetrazione in un nuovo settore, ma l’azienda piemontese è un elefante e s’affaccia su un mercato che in Italia vale in tutto 2 miliardi di euro: “stecchi” e “ghiaccioli” fanno il 25% del totale (rispettivamente il 18% e il 7%), dunque ricavi per 500 milioni l’anno.
Il blitz di Ferrero ha sostanzialmente tre bersagli: Algida del gruppo anglo-olandese Unilever che ha il 50% del mercato, la Sammontana/Sanson della famiglia Bagnoli (circa il 20%) e Motta/Antica gelateria del Corso della Nestlé (18%). Sarà una classica guerra commerciale, ma combattuta su un prodotto dall’enorme portata simbolica e che – oltre ad essere una passione degli italiani – ha di fatto accompagnato l’intera storia repubblicana. Se il primo gelato al latte viene fatto risalire alla corte di Caterina de’ Medici, il primo prodotto industriale a larga diffusione nasce quasi a un parto con la Repubblica: il “Mottarello” della gelateria milanese Motta, un bastoncino di fiordilatte ricoperto di cioccolato, risale al 1948, entra in produzione nel 1950 e sarà protagonista di una delle prime campagne pubblicitarie moderne dell’agroalimentare l’anno successivo.
La storia dell’Algida non è meno simbolica per l’Italia repubblicana: fondata nel 1953 nel Lazio, uno dei quattro soci è l’ingegnere ebreo austriaco Alfred Wiesner, evaso dal carcere di Fossombrone nel 1943, partigiano, poi entrato nell’industria dei gelati perché – così narra la leggenda – alla fine della guerra gli americani per ringraziarlo gli regalarono proprio due macchine per produrre gelati. E l’approccio industriale fu la vera novità che Algida portò nel settore: il loro primo prodotto fu il “Cremino”, un grande successo. Quanto al loro gelato più famoso – il “cornetto” – fu inventato dalla gelateria Spica di Napoli nel 1959 ed è dunque il gelato del boom economico, ma è negli anni Settanta che diventa un brand globale, quando il brevetto finisce in mano alla Unilever che lo pubblicizza appunto col marchio Algida. Il “cuore di panna” sarà il gelato delle estati degli anni Ottanta.
I Settanta sono invece il decennio in cui arriva nelle case degli italiani il Barattolino Sammontana. I fratelli Bagnoli, in quel di Empoli, facevano gelati in barattoli di metallo fin dagli anni Cinquanta, ma il Barattolino da un litro con la vaschetta di cartone arriva solo nel 1971, insieme alla diffusione domestica dei frigorifero col congelatore: per arrivare dovunque, i Bagnoli s’inventano pure la concessione in comodato d’uso dei freezer ai commercianti. Curiosamente il gelato entra nelle case degli italiani proprio mentre lo Stato entra nell’industria del gelato: tre anni prima, nel 1968, l’Iri acquista il 35% della milanese Motta e – tra alterne vicende che coinvolgeranno altri storici marchi dell’alimentare – l’azienda rimarrà nell’orbita pubblica fino al 1993, quando finirà alla Nestlé insieme ad Antica gelateria del Corso, Alemagna e La Valle degli Orti.
La primavera 2021 è quella dell’assalto dei Ferrero al ricco mercato dei gelati confezionati. Soldi ne faranno anche se non dovessero tirar fuori un gelato capace di incarnare un’epoca: il loro posto nell’immaginario collettivo non è in discussione da quando, era il 1964 in quel di Alba, hanno iniziato a produrre la Nutella.