Il capo reggente del Movimento: "Abbiamo fiducia nella magistratura". Ma la 5 stelle Spadoni: "Ogni donna deve poter denunciare in qualsiasi momento". La capogruppo di Italia viva accusa: "Usa il potere mediatico per assolvere il figlio"
Il video registrato da Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, indagato per stupro di gruppo insieme a tre amici, ha provocato le reazioni anche del mondo politico. Per i 5 stelle è intervenuto il capo politico reggente Vito Crimi: “Sono e siamo umanamente vicini a Grillo, un uomo e un padre che sta vivendo un dramma che non è augurabile a nessuno. Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che accerterà la verità“. Ma ha aggiunto: “Quando si ha a che fare con la vita delle persone, con vicende di una tale delicatezza, è più che mai opportuno che i fatti vengano trattati dai media evitando conclusioni affrettate e la ricerca di sensazionalismi”. Il garante del Movimento è stato, invece, duramente attaccato dalla capogruppo di Italia viva alla Camera Maria Elena Boschi che lo ha definito “un video scandaloso”. E, in particolare lo ha accusato di “fare un torto alle donne vittime di violenza“, quando ha rimarcato il fatto che la ragazza “ci ha messo otto giorni a denunciare”. In contemporanea il leader del Carroccio Matteo Salvini, su Twitter, ha scritto: “Da Grillo garantismo a giorni alterni. Il sabato Salvini è colpevole, il lunedì suo figlio è innocente”. I fatti contestati al figlio del fondatore del Movimento risalgono a luglio 2019: nei giorni scorsi sono stati sentiti i quattro indagati che si sono difesi parlando di “sesso consenziente”. La ragazza 19enne, come si legge da alcuni stralci riportati dalle agenzie stampa, accusa invece Ciro Grillo e i suoi tre amici di averla costretta a “bere vodka” e ad “avere rapporti sessuali” dopo averla “tenuta per i capelli”.
M5s, Di Battista e Taverna: “Solidarietà da genitori. No alle speculazioni”. Ma Spadoni: “Ogni donna deve poter denunciare in qualsiasi momento” – Tra i primi commenti arrivati dal mondo M5s, c’è stato quello di Alessandro Di Battista. L’ex deputato, anche anche se ha preso le distanze dal Movimento, è stato tra i primi a rispondere al video di Grillo: “Sei un papà e ti capisco. Spero che tutto si possa chiarire e alla svelta. Immagino siano stati due anni difficilissimi. Coraggio Beppe”, ha scritto. Poco dopo si è associata la vicepresidente del Senato Paola Taverna: “Ciò che prova Beppe a livello umano posso solo immaginarlo e da mamma gli sono vicina. La magistratura è al lavoro, perciò auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva, come è giusto che sia, in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli”.
Più tiepida la reazione della della vicepresidente M5s della Camera Maria Edera Spadoni: “Io aspetto le sentenze. Ho visto il video di Grillo questa mattina ed è chiaro che umanamente mi dispiace per Beppe come padre, è una vicenda familiare privata e immagino che i protagonisti di questa vicenda vogliano tenerla privata. Personalmente ritengo che ogni donna debba poter denunciare in qualsiasi momento“. E ancora: “Non posso commentare la situazione del figlio di Grillo, il fatto singolo. Io credo fermamente nel fatto che una donna ha il diritto di denunciare quando se la sente, perché ci vuole tempo per elaborare. Le leggi in vigore sono leggi giuste. Le domande che Grillo fa deve rivolgerle alle autorità competenti. Io non commento la situazione particolare, posso dire che per me, le leggi che abbiamo in Italia per la protezione delle donne, sono leggi giuste”.
Molto dura anche la deputata M5s Federica Daga: “Umanamente mi dispiace per Beppe, il suo è il dolore di un padre”, ha detto all’agenzia Adnkronos. “Quasi non riesco a commentare ciò che ha detto. Ho avuto una relazione con una persona violenta per un breve periodo e per elaborare quanto era successo ci ho messo sei mesi, poi ho denunciato”. E ha continuato: “Io ringrazio che ci sia il codice rosso, che consente alle donne di denunciare anche dopo sei mesi dal fatto, mentre io ho avuto solo tre mesi e infatti non ho potuto denunciare tutto quello che mi era successo”.
Boschi (Italia viva): “Grillo usa il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio” – Chi ha attaccato Grillo è la capogruppo Iv alla Camera Maria Elena Boschi: “Un video scandaloso”, ha detto. “Non sta a me dire chi ha torto e chi ha ragione, per quello ci sono i magistrati, ma che Grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio è vergognoso”. Secondo Boschi, il discorso fatto dal comico “è pieno di maschilismo” e in particolare “quando dice che la ragazza è sostanzialmente una bugiarda perché c’ha messo otto giorni a denunciare fa un torto a tutte le donne vittime di violenza perché forse Grillo non sa il dolore che passa nelle donne che a volte ci mettono anche settimane per superare dolore angoscia”. L’ex ministra contesta anche il passaggio in cui il garante M5s dice che se suo figlio fosse colpevole, allora avrebbe dovuto già essere arrestato: “Dice un falso dal punto di vista giuridico che non sta né in cielo né in terra”. “E anche quando dice che i 4 ragazzi sono dei coglioni, dice lui, deresponsabilizza degli adulti maggiorenni e lo fa solo perché lui è famoso”. Quindi, rivolgendosi alle colleghe M5s, ha dichiarato: “Mi piacerebbe che qualcuno, magari donna, nel M5s prendesse le distanze da Grillo e non perché io debba condannare il figlio di Grillo, non sta a me farlo e io sono garantista. Ma di che si lamenta Grillo? Vi ricordate cosa ha fatto a me, a mio padre alla mia famiglia, mio padre è stato accusato di ben altri reati, non di stupro, poi archiviati. Ma quanto odio e volgarità spesso inspirati da Grillo e M5s, noi abbiamo aspettato i giudici a differenza sua”. E ha concluso: “Oggi Grillo ci spiega che ci sono due pesi e due misure, le regole che valgono per la sua famiglia e quelle che valgono per gli altri. Caro Grillo ti devi semplicemente vergognare“.
Cuppi (Pd): “Non si trasformi la vittima in colpevole” – Anche dal fronte dem sono arrivate dure critiche. “Le parole di Beppe Grillo sono sconcertanti. Chi denuncia un reato di violenza sessuale non può e non deve infatti esser fatto passare per colpevole, per nessuna ragione al mondo”, ha detto la presidente dem Valentina Cuppi. “Così come non è possibile per nessuno, tantomeno per un leader politico, pretendere di sostituirsi alla magistratura. La dignità della persona deve essere sempre protetta, e l’azione dei giudici deve essere sempre rispettata”.
Secondo la capogruppo dem alla Camera Debora Serracchiani: “Non c’è amarezza di padre che tenga. Soprattutto se sei influente, non alzi il velo del sospetto sui giudici e non getti l’ombra della colpa su una ragazza che ha denunciato lo stupro. I magistrati faranno il loro lavoro come stabilisce la legge, che è uguale per tutti”, ha scritto su Twitter.
Poco dopo si è associata la capogruppo in Senato Simona Malpezzi che in una nota ha dichiarato: “Dopo anni di legislazione contro la violenza sulle donne, esprimono quanto di più lontano da qualunque forma di cultura del rispetto di chi denuncia abusi sessuali. Il frasario tipico di chi colpevolizza la vittima non può trovare alcuna forma di spazio pubblico nell’Italia del 2021”. E così pure l’eurodeputata dem Pina Picierno: “Condannare o assolvere il figlio di Grillo spetta alla magistratura”, ha detto. “Ma non si può tacere sulle parole del padre: affermare che la veridicità di uno stupro dipenda dai tempi della denuncia è un’aberrazione e offende le vittime a cui è servito del tempo per denunciare l’aggressore”. Mentre la deputata dem Giuditta Pini ha aggiunto: “E’ gravissimo usare il proprio ruolo pubblico per insinuare che chi denuncia 8 giorni dopo uno stupro mente. Non è più una questione privata dal momento in cui lo si fa rendendo pubblico un video a milioni di follower. Non basta chiamarsi Beppe Grillo per essere autorizzati”.
Centri antiviolenza: “Le donne non sono credute, la violenza viene minimizzata” – Nel merito del video è intervenuta anche Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, la rete dei centri antiviolenza in Italia. “Con il suo video sbraitante in difesa del figlio, Beppe Grillo mostra in tutta la sua evidenza il funzionamento della vittimizzazione secondaria: le donne non sono credute, la violenza viene minimizzata, il comportamento della ragazza giudicato quasi fosse lei l’accusata”. Proprio le tempistiche, secondo Veltri, non possono deporre a sfavore della ragazza: “Non si è consenziente perché si denuncia ‘dopo’. E quanto tempo dopo una vittima di stupro perfetta dovrebbe denunciare la violenza? Nonostante tutto ciò che sappiamo sulle dinamiche della violenza, ogni comportamento di una donna che denuncia uno stupro viene guardato con sospetto. Non si è consenzienti quando si è obbligate ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà o quando non si può prestare consenso perché ubriache” Secondo Veltri, “a volte tacere in attesa che la giustizia faccia il suo corso può essere un valore. Qui invece vediamo un fulgido esempio della cultura dello stupro, e un noto personaggio pubblico che in poche battute dà voce a quella squallida quanto utilizzata e vergognosa vittimizzazione, che rimette al centro la donna come soggetto consenziente di una cultura patriarcale che purtroppo alberga anche nei nostri tribunali e viene legittimata e diffusa dai media”.