Credo che nelle prossime settimane sarà necessaria l’istituzione del premio giornalistico Manlio Morgagni. Non vi dice niente? Rimedio, era il presidente-direttore dell’agenzia Stefani, suicidatosi, unico tra i ras del regime, dopo aver appreso dell’arresto di Mussolini. Una bella targa con la sua frase di accompagno “Ti domando perdono se sparisco”. Da assegnare il 25 luglio a chi tra i colleghi ci spiegherà meglio lo “sguardo di oggi”. Quello di Mario Draghi, ovviamente. Comunque, al di là degli scherzi, le affermazioni del Presidente del Consiglio sul debito (così come le scelte di Joe Biden) confermano quello che il vostro devoto aveva annusato.

I veri motivi del cambio a Palazzo Chigi, la ciccia dietro le mostrine di Figliuolo, l’impresentabilità dei ministri, quello, insomma, intuito, anche se non so se capito, da Goffredo Bettini. Provate ad immaginare, nello scenario informativo che conoscete, come sarebbe stato accolto un Giuseppe Conte (o un Sanders) che spiegava all’inclita guarnigione che il debito e il suo livello non sono un problema se si possono pagare gli interessi.

Capite che, adesso, basta un minimo passetto, in realtà già effettuato ma non ammesso, per cadere in piena Mmt. Se non conta la restituzione del debito è perché esso viene rinnovato integralmente alla scadenza. E che cosa succede se i privati non lo sottoscrivono? Lo compra la Banca Centrale al tasso di emissione. E poi a maturità sposta il guadagno da interessi dal suo conto a quello del Tesoro. Come in Giappone oggi e in ogni paese civile, prima della sbornia sulla indipendenza delle banche centrali. E la stupidaggine sui nipoti gravati dalla nostra prodigalità, signora mia, viene profligata. E basta un altro millimetro (che io non riesco ancora a compiere) per dire che se lo stato compra il debito che emette con la moneta che emette, il passaggio è inutile e basta stampare la moneta.

Ora, vedete, siamo agli antipodi del sostenuto, insegnato, propagandato e imposto in corpore vili per decenni. Si poteva mai dire, di fronte alla catastrofe della pandemia “ci siamo sbagliati” mentre, magari, governavano pericolosi estremisti come Corbyn, Sanders e Conte, lasciando loro il merito di avere salvato il posteriore al sistema? Ovviamente no. Ci volevano ineccepibili moderati come il vecchio Biden, o il cancelliere dello scacchiere Sunak, o, appunto, il nostro Draghi. Altrimenti immaginate i “Fate presto!” a tutte colonne, le accuse di ignoranza bibitara, le pochette. E invece come si dice a Roma: “Tocca fà pippa e pure applaudire”.

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