Il Pd di Bologna si risveglia oggi nel pieno della competizione per le primarie del centrosinistra che si giocheranno fondamentalmente tra Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro e iscritta a Italia Viva – che correrà, però, da indipendente – e il dem Matteo Lepore, considerato il ‘delfino’ del sindaco Virginio Merola, assessore al secondo mandato, gradito allo stato maggiore del partito, Enrico Letta compreso. Resta in campo, per lo meno ufficialmente, l’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini, sostenuto dalla base riformista e anche ex renziana del Pd.
Conti è stata proposta come sindaca da Matteo Renzi in persona, nei giorni scorsi. Un’investitura che è stata come una “bomba” gettata sul Pd bolognese che ha ingaggiato una lotta feroce al suo interno tra chi voleva una candidatura unitaria, senza passare dalle primarie, imponendo il nome di Lepore, e chi le primarie, invece, le considerava imprescindibili, anche perché Conti – che ha un consenso altissimo – avrebbe potuto anche presentarsi da sola e, a quel punto, se avesse vinto, il Pd sarebbe stato completamente tagliato fuori dalla guida della città. Un dilemma che ha attanagliato i vertici Pd fino a ieri pomeriggio, quando, mezz’ora prima della diretta Facebook in cui Conti ha proclamato la sua discesa in campo, Lepore ha annunciato su Twitter che acconsentiva a fare le primarie. “In realtà è stato il dem Lepore il primo a lanciare la sua candidatura alle primarie e subito dopo lo ha fatto anche Conti. Il Pd è nato con i gazebo, e Bologna è stata la culla dell’Ulivo” ha dichiarato oggi l’ex ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, su Repubblica, ma sono in molti a pensare che il fatto che Lepore abbia anticipato la candidatura di Conti alle primarie di una manciata di minuti sia indicativo di un’indecisione del partito sbloccata solo dalla discesa in campo della sindaca.
Intanto oggi, a Roma, proprio Boccia, insieme a Letta, ha incontrato i segretari di Bologna e dell’Emilia-Romagna, Luigi Tosiani e Paolo Calvano, assieme a Lepore e tutti avrebbero manifestato una forte convinzione sul nome del ‘delfino’ di Merola. Se ci fosse ancora qualche dubbio su quale candidato il Pd appoggia, ci ha pensato la dichiarazione di stamattina di Andrea De Maria, uno dei pezzi da 90 del partito: “Confermo che sosterrò con convinzione e impegno Lepore e invito tutto il Pd a fare lo stesso”. Lepore intanto oggi ha lanciato la sua corsa alle primarie con un discorso trasmesso in diretta Facebook: “Qualcuno sta cercando di strumentalizzare queste primarie”, ha detto. “Renzi ha deciso di dare una lettura nazionale a queste primarie”, “di strumentalizzarle” e “di lanciare una candidatura. Non è un problema, perché Bologna è scesa in piazza quando Salvini ha riempito il PalaDozza e credo che Bologna verrà volentieri a votare alle primarie per sostenere anche chi vuole mantenere questa città la più progressista d’Italia”. E ha aggiunto: “E’ chiaro che Italia Viva a livello nazionale deve chiarire se c’è in questo centrosinistra”.
Se il candidato ufficiale del Pd è Lepore, cosa succederà ad Aitini? All’incontro di oggi a Roma era atteso anche lui, ma alla fine non ha partecipato. Se fosse stato presente, secondo le indiscrezioni, l’idea era ragionare con lui della possibilità di ritirarsi e far convergere tutto il partito su Lepore. C’è infatti un’incognita che fa paura al Pd. Aitini potrebbe decidere sì di ritirarsi, ma di far convergere i suoi voti su Conti, più vicina alla sua anima riformista, ma soprattutto con cui ha un rapporto di fiducia e stima, mentre non è un mistero la ruggine con il compagno di Giunta, Lepore. Un’ eventualità che potrebbe far pendere la bilancia dei voti decisamente a favore della sindaca che ha già moltissimo consenso tra la gente, grazie alle politiche di welfare e riduzione del suolo applicate nel suo Comune. La sindaca, nel 2014, quando ancora militava nel Pd, bloccò il maxi insediamento edilizio della frazione di Idice che vedeva come protagonisti Legacoop e alcuni grandi costruttori. Denunciò di essere stata minacciata da esponenti di Legacoop e del Pd per costringerla ad andare avanti. I giudici hanno stabilito che le pressioni ci sono state, ma non hanno avuto rilevanza penale. I costruttori e Legacoop hanno chiesto risarcimenti per danni milionari alla Conti, ma i giudici li hanno respinti, proprio in queste settimane.
Lo scontro tra Lepore e Conti è dunque alimentato anche dalle posizioni del partito e degli elettori pro o contro Legacoop. Lepore arriva proprio dal mondo cooperativo, mentre i rapporti tra la sindaca e Legacoop non sono mai tornati idilliaci. Ma le primarie di coalizione del centrosinistra portano un’ulteriore ostacolo al Pd. La sinistra, infatti, ha già manifestato la sua riluttanza ad entrare in una coalizione in cui è presente Conti che, anche se corre da indipendente, ha pur sempre la tessera di Italia Viva. Deciderà nelle prossime ore cosa fare. Emily Clancy, consigliera comunale di Coalizione civica, in un video sui social ha lanciato un appello al centrosinistra (da Coraggiosa ai Verdi, fino al gruppo di Amelia Frascaroli) perché gli accordi si facciano sui programmi e non sui nomi. Intanto è ancora silente il centrodestra. Dopo il passo indietro dell’ex ministro all’Ambiente, il centrista Gianluca Galletti, ancora non è stato indicato un candidato. I protagonisti del dibattito, al momento, sono i programmi. Oggi sono stati lanciati gli Stati generali online che, fino al 7 maggio, si concentreranno sulla raccolta delle proposte della città.