Lo storytelling sull’Ucraina nell’ultimo mese è il seguente: Putin sta inviando truppe al confine della Crimea, si rischia che invada l’Ucraina. Ma se… per sbaglio… la ragione dell’invio di truppe russe al confine con la Crimea (ex territorio Ucraino) fosse stata creata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky?
Fatti
24 marzo 2021: il governo ucraino approva un decreto a firma del Presidente. Il decreto è titolato come segue: “Decreto del Presidente dell’Ucraina n°117/2021 in merito alla decisione del Consiglio della difesa e della sicurezza dell’Ucraina del 11 marzo 2021. ‘Sulla strategia di disoccupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati della Repubblica autonoma della Crimea e della città di Sevastopoli'”.
Nel documento, disponibile in sola lingua ucraina sul sito del governo, si discutono differenti aspetti. Nel punto 1 di questo documento si legge (testo tradotto dall’ucraino in inglese usando Google Translator): “1. Una comprensiva politica di disoccupazione e reintegrazione del territorio della Repubblica autonoma della Crimea e la città di Sevastopoli (d’ora in poi territori temporaneamente occupati) richiede l’implementazione di una serie di misure diplomatiche, militari, economiche informative e umanitarie e altre”.
4 aprile 2021: tutte le testate occidentali, dalla Bbc in poi, cominciano a riportare che convogli di treni, carichi di mezzi militari russi, stanno convergendo verso il confine russo-crimeo.
Considerazioni
È ipotizzabile che il movimento di truppe russe al confine crimeo sia stato, quanto meno, istigato dalla dichiarazione del presidente ucraino del 24 marzo? Putin ha già vissuto un’esperienza simile, ai tempi dell’attacco dell’esercito georgiano contro territori contesi con la Russia, e non è solito farsi prendere alla sprovvista.
Come i media hanno gestito ad oggi questi fatti?
Tutti i media ucraini hanno riportato il documento ufficiale e/o il link al sito governativo, analizzando da cima a fondo il decreto. La Pravda del 25 marzo 2021 titola “Come l’Ucraina disoccuperà la Crimea” (dando per assunto che è un evento futuro… non futuribile). Armyinform (una specie di testata dell’esercito ucraino) riporta un titolo praticamente identico al decreto. Stesso titolo da Ukrinform. Sul Krymr (giornale più filo Crimea) sono un poco più critici e titolano “Documento devastante o una dichiarazione senza peso?”.
Anche la think tank ucraina Dif (Ilko Kucheriv Democratic Initiatives Foundation), di posizione filo atlantista, analizza il piano ucraino: forse una delle analisi più strutturate e obiettive. Assente da ogni media occidentale un accenno a questo decreto, a mio avviso piuttosto rilevante come parte del puzzle dell’imminente crisi ucraina.
Questa dichiarazione è da prendere sul serio?
Di sicuro la considera seria Putin che, a partire dai primi di aprile, sta inviando truppe e mezzi al confine russo-crimeo. Dai video si rilevano artiglieria mobile come il 152mm 2S19 MSTA-S, carri armati T-72, elicotteri anti carro, APC eccetera.
Dal fronte atlantico qualcosa si muove. Almeno tre navi da guerra della marina americana sono entrate nel mar Nero negli ultimi giorni. Che capacità offensiva ha l’esercito ucraino è un punto di domanda. Sul sito del governo ucraino si discute dell’efficacia e dell’ammodernamento dell’esercito. Che l’esercito ucraino sia pronto e strutturato per “azioni militari atte all’annessione della Crimea” non è dato di sapere, al netto delle dichiarazioni ufficiali dello stesso ministero della Difesa.
Altamente improbabile che le azioni del Presidente ucraino, in fatto di annessione della Crimea, abbiano luogo in modo così plateale e bellicoso. Perderebbe il supporto dei media occidentali. Ad oggi Joe Biden e Putin si sono messi d’accordo per vedersi e cercare di stemperare gli animi (anzi, il singolo animo passionale del presidente ucraino).
Un fatto, invece, incontrovertibile è l’assenza della dichiarazione di annessione della Crimea firmata dal Presidente ucraino nel panorama mediatico occidentale. Questa assenza lascia riflettere su quanto, in una situazione di crisi, non sempre le informazioni vitali e oggettive sono riportate al largo pubblico.
Twitter: @EnricoVerga