L’operazione era stata effettuata un anno prima dal chirurgo Paolo Oneda all’interno del centro olistico di Vincenzo Paolo Bendinelli, senza sottoporre il tessuto a esame istologico e senza far nulla per arrestare il diffondersi della patologia. Secondo alcuni testimoni l'asportazione è stata effettuata su un tavolo da cucina. Indagata una psicologa che avrebbe cooptato alcune ragazze avvicinandole al centro
Omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di incapaci. Sono le accuse con cui sono stati arrestati dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Genova Paolo Oneda, dirigente medico di chirurgia generale dell’ospedale di Manerbio, e il “santone” Vincenzo Paolo Bendinelli, presidente e guida spirituale del centro olistico Anidra di Bordonasca, in Liguria. L’inchiesta ha preso l’avvio dalla morte all’ospedale San Martino di Genova, nell’ottobre scorso, di una donna che frequentava il centro: aveva un melanoma plurimetastatico, degenerato a causa dell’asportazione di un neo.
L’operazione era stata effettuata un anno prima dal chirurgo all’interno del centro olistico senza sottoporre il tessuto a esame istologico e senza far nulla per arrestare il diffondersi della patologia. Secondo alcuni testimoni l’asportazione è stata effettuata su un tavolo da cucina e senza anestesia, convincendo la donna che era parte della sua “purificazione spirituale”. In seguito si sono sviluppate numerose metastasi ma il medico e il santone hanno continuato a rassicurarla sulla guarigione.
La giovane si era avvicinata al centro Anidra e alle scienze olistiche da molti anni. Lì aveva celebrato il proprio matrimonio e insegnava Yoga e Thai Chi Chuan. Era stata gradualmente assorbita da quell’ambiente, allontanandosi da amici e parenti per abbracciare totalmente gli insegnamenti del ‘Maestro’. Il centro olistico era già nel mirino degli investigatori per la denuncia dei familiari di un’altra giovane: l’inchiesta è ancora in corso.
I carabinieri hanno perquisito sia il centro sia le case e gli uffici dei due arrestati e della psicologa che, secondo gli inquirenti, avrebbe garantito un’attività di cooptazione verso il centro olistico di diverse ragazze fragili. La donna risulta indagata.