Il cantautore, quello di “Luca era gay”, ha sentito il dovere di dire la sua con un post pubblicato sui social. Titolo del suo post: “Con la legge Zan non l'avrei potuta cantare a Sanremo”. Il riferimento è proprio al brano presentato al Festival di Sanremo 2009, che parlava di “cambiamento sessuale” e che tanto fece scalpore all'epoca
Da Fedez a Tiziano Ferro, passando per Loredana Bertè, Alessandra Amoroso, Elodie, Patty Pravo, Cristina D’Avena, e chi più ne ha ne metta. Di giorno in giorno si allunga la lista di artisti del mondo dello spettacolo che si espongono pubblicamente a favore del Ddl Zan, il disegno di legge che prevede una serie di misure per contrastare la discriminazione e la violenza per motivi fondati sul sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Eppure c’è anche chi va in controtendenza. Chi? Povia.
Il cantautore, quello di “Luca era gay”, ha sentito il dovere di dire la sua con un post pubblicato sui social. Titolo del suo post: “Con la legge Zan non l’avrei potuta cantare a Sanremo”. Il riferimento è proprio al brano presentato al Festival di Sanremo 2009, che parlava di “cambiamento sessuale” e che tanto fece scalpore all’epoca. Lo stesso cantante fu oggetto di una interrogazione parlamentare per una presunta violazione della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea. Eppure a Sanremo quella canzone la cantò, e arrivò persino al secondo posto (dietro Marco Carta, ndr).
Questo è il pensiero di Povia: “Anche se vi dicono che non è vero, se ci fosse stata la ‘legge Zan’ la Rai non avrebbe mai ammesso questo brano. Altro che libertà o costituzione. Ricordate il casino che fecero nel 2009? Volevano bloccare il Festival, ci furono anche interrogazioni parlamentari. Da questo brano in poi mi hanno sempre ostracizzato e messo in cattiva luce per aver raccontato una storia d’amore possibile come tante. Ero ‘politicamente scorretto’. Luca era gay, 2º posto a Sanremo, premio Stampa/RadioTv, Premio Mogol, disco d’oro e platino. Più di 100 concerti. Non ho mai fatto tanta tv come in quell’anno, ero richiestissimo. Ora sto scrivendo un brano dal titolo “Non esiste omofobia“, secondo voi se passa la legge potrò cantarlo? O rischio la denuncia perché smonto questa finta propaganda? O perché dico che ‘è la violenza che va condannata’ senza distinzioni o differenze? Insomma il codice penale parla chiaro, l’articolo 61 tutela TUTTI. Se passa la legge i gay entrano nell’articolo 604Bis e diventano a tutti gli effetti una ‘razza’ fossi gay? Mi incaxxerei solo per questo”.
Inevitabilmente, i commenti si sono divisi in due fazioni diametralmente opposte. Da una parte, chi ironizza. “Ecco perché deve passare la legge Zan, per evitarci un’altra tortura del genere”, “E la storia della musica italiana non ne avrebbe risentito neanche un po’. Ma, a parte ciò, è proprio per questo che la legge deve passare subito. Esempio calzante”. Dall’altra, chi esalta il cantante: “L’unico dei pochi artisti che difendono il buon senso. Grazie Povia, non fosse per te, tante persone non saprebbero molte verità”. Eppure le critiche non lo impensieriscono: lui, per le sue idee, sarebbe disposto pure a farsi arrestare. “Mi fa ridere il fatto che l’utonto medio (che io ritengo culturalmente ritardato) pensi che possa mettere un post così.. a caso, senza pensarci o senza aspettarmi critiche. Non è che la dobbiamo pensare uguale ma qui sono entrato nel merito, se passa la legge, tante cose non si potranno fare e dire, sarà un piacere farmi arrestare. Posso farmi prendere per il sedere da dei culturalmente ritardati? Naa”, ha aggiunto tra i commenti.