“Il governo punta ad arrivare quanto prima a una presenza al 100% dei nostri ragazzi nelle scuole di ogni ordine e grado. Con il nuovo decreto diamo un chiaro segnale in questa direzione”, con l’obiettivo di “terminare l’anno scolastico in aula” grazie alla “collaborazione” con le Regioni e il rafforzamento del “sistema del trasporto pubblico“. La ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, intervenuta al vertice con i governatori sulla scuola, ha tracciato la rotta che porterà alla fine dell’anno scolastico, il secondo in tempi di pandemia. L’idea dell’esecutivo è quella di arrivare a giugno con la didattica in presenza al 100%, partendo però dal 26 aprile con un “minimo del 60%“. In vista di settembre, inoltre, Gelmini ha proposto di istituire “quanto prima un tavolo sul trasporto pubblico locale presso la Conferenza unificata con i ministri Giovannini (Trasporti), Bianchi (Istruzione) e Lamorgese (Interno)”. Alla riunione ha partecipato anche il ministro Roberto Speranza: “Facciamo i passi avanti concordati, diamo un primo messaggio di fiducia al Paese. Ma accanto alla parola fiducia ci vuole la parola prudenza per non vanificare gli sforzi fatti finora”.
Lo schema del nuovo dl Covid, stando alle bozze trapelate in queste ore, permetterà quindi alle scuole superori di adottare “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica” affinché sia garantita, in zona rossa, la presenza “ad almeno il 50% e fino a un massimo del 75%, della popolazione studentesca” mentre in zona gialla e arancione la didattica in presenza deve essere garantita “ad almeno il 60% e fino al 100% della popolazione studentesca”. Le disposizioni, prosegue il testo che sarà approvato giovedì, “non possono essere derogate da provvedimenti dei presidenti delle Regioni” fatto salvo casi di “eccezionale e straordinaria gravità” dovuti al Covid.
Le misure previste dall’esecutivo non hanno però incassato l’ok di tutte le Regioni. Il governatore del Veneto Luca Zaia, ad esempio, ha proposto che la didattica in presenza sia a richiesta, come avviene in Puglia. Calabria, Puglia e Campania, invece, attraverso i propri rappresentanti hanno espresso dubbi sul limite minimo di presenza degli alunni al 60%. Una soglia che, riferiscono fonti presenti all’incontro, viene considerata troppo alta per poter garantire il distanziamento sociale negli spazi scolastici e sui mezzi pubblici. In generale c’è però “soddisfazione” riguardo alla decisione del governo di non imporre il rientro in classe degli studenti delle superiori subito al 100%. Una soluzione che le Regioni hanno definito “tecnicamente impraticabile” per la capienza dei mezzi pubblici ridotta al 50% e per i limiti strutturali degli edifici scolastici.
Sul tema dei trasporti è intervenuto anche il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro: “Vogliamo tutti la scuola aperta, siamo tutti per un ritorno alla normalità, per quanto possibile, nell’interesse di bambini e ragazzi. Ma il tema di garantire un trasporto pubblico sicuro resta“, ha dichiarato in videoconferenza. “Lo dico da tempo: non potendo incrementare i mezzi all’infinito, l’unica soluzione è scaglionare entrate e uscite da scuola – ha proseguito -. Propongo quindi siano i tavoli prefettizi a misurare la percentuale di studenti che può partecipare alle lezioni in presenza, sostenibile sotto il profilo dei trasporti. Una misurazione da fare territorio per territorio“. A suo parere, infatti, c’è il rischio di una “precipitosa retromarcia” qualora “alle fermate o a bordo dei mezzi pubblici si verificassero condizioni di sovraffollamento”.
Soddisfatte, invece, le Province. “Il Governo ci ha ascoltati. Il rientro in classe in presenza di tutti gli alunni, soprattutto nelle superiori, è l’obiettivo di tutti ma occorre prudenza e gradualità. La nostra proposta di un margine di rientro in percentuale dal 60% al 100% è stata accolta, specificando che faremo di tutto perché questa percentuale sia la più alta possibile”, ha dichiarato alla riunione informale governo-regioni il presidente dell’Unione delle Province (Upi) Michele de Pascale. “I tavoli nelle prefetture ci aiuteranno e accompagneranno questo percorso, calandolo sui bisogni e sulle necessità dei territori, con flessibilità e autonomia. I problemi che poniamo sono molto concreti: quantità e capienze nei mezzi di trasporto tali da evitare assembramenti così come come negli ingressi a scuola e negli snodi del trasporto e tracciamento degli studenti”.
Scuola
Scuola, il governo alle regioni: ‘Dal 26 aprile superiori in presenza minimo al 60%’. Gelmini: ‘Ora tavolo sui trasporti’. I timori dei sindaci
La ministra per gli Affari regionali, intervenuta a una riunione informale tra l'esecutivo e gli enti locali, ha annunciato che il rientro in aula fissato per il 26 aprile avverrà con gradualità. Alcuni governatori, come Luca Zaia del Veneto, chiedono che la didattica in presenza sia su richiesta delle famiglie, mentre al Sud c'è preoccupazione sulla soglia minima di studenti attesi in classe. Decaro (Anci): "L’unica soluzione è scaglionare entrate e uscite da scuola"
“Il governo punta ad arrivare quanto prima a una presenza al 100% dei nostri ragazzi nelle scuole di ogni ordine e grado. Con il nuovo decreto diamo un chiaro segnale in questa direzione”, con l’obiettivo di “terminare l’anno scolastico in aula” grazie alla “collaborazione” con le Regioni e il rafforzamento del “sistema del trasporto pubblico“. La ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, intervenuta al vertice con i governatori sulla scuola, ha tracciato la rotta che porterà alla fine dell’anno scolastico, il secondo in tempi di pandemia. L’idea dell’esecutivo è quella di arrivare a giugno con la didattica in presenza al 100%, partendo però dal 26 aprile con un “minimo del 60%“. In vista di settembre, inoltre, Gelmini ha proposto di istituire “quanto prima un tavolo sul trasporto pubblico locale presso la Conferenza unificata con i ministri Giovannini (Trasporti), Bianchi (Istruzione) e Lamorgese (Interno)”. Alla riunione ha partecipato anche il ministro Roberto Speranza: “Facciamo i passi avanti concordati, diamo un primo messaggio di fiducia al Paese. Ma accanto alla parola fiducia ci vuole la parola prudenza per non vanificare gli sforzi fatti finora”.
Lo schema del nuovo dl Covid, stando alle bozze trapelate in queste ore, permetterà quindi alle scuole superori di adottare “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica” affinché sia garantita, in zona rossa, la presenza “ad almeno il 50% e fino a un massimo del 75%, della popolazione studentesca” mentre in zona gialla e arancione la didattica in presenza deve essere garantita “ad almeno il 60% e fino al 100% della popolazione studentesca”. Le disposizioni, prosegue il testo che sarà approvato giovedì, “non possono essere derogate da provvedimenti dei presidenti delle Regioni” fatto salvo casi di “eccezionale e straordinaria gravità” dovuti al Covid.
Le misure previste dall’esecutivo non hanno però incassato l’ok di tutte le Regioni. Il governatore del Veneto Luca Zaia, ad esempio, ha proposto che la didattica in presenza sia a richiesta, come avviene in Puglia. Calabria, Puglia e Campania, invece, attraverso i propri rappresentanti hanno espresso dubbi sul limite minimo di presenza degli alunni al 60%. Una soglia che, riferiscono fonti presenti all’incontro, viene considerata troppo alta per poter garantire il distanziamento sociale negli spazi scolastici e sui mezzi pubblici. In generale c’è però “soddisfazione” riguardo alla decisione del governo di non imporre il rientro in classe degli studenti delle superiori subito al 100%. Una soluzione che le Regioni hanno definito “tecnicamente impraticabile” per la capienza dei mezzi pubblici ridotta al 50% e per i limiti strutturali degli edifici scolastici.
Sul tema dei trasporti è intervenuto anche il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro: “Vogliamo tutti la scuola aperta, siamo tutti per un ritorno alla normalità, per quanto possibile, nell’interesse di bambini e ragazzi. Ma il tema di garantire un trasporto pubblico sicuro resta“, ha dichiarato in videoconferenza. “Lo dico da tempo: non potendo incrementare i mezzi all’infinito, l’unica soluzione è scaglionare entrate e uscite da scuola – ha proseguito -. Propongo quindi siano i tavoli prefettizi a misurare la percentuale di studenti che può partecipare alle lezioni in presenza, sostenibile sotto il profilo dei trasporti. Una misurazione da fare territorio per territorio“. A suo parere, infatti, c’è il rischio di una “precipitosa retromarcia” qualora “alle fermate o a bordo dei mezzi pubblici si verificassero condizioni di sovraffollamento”.
Soddisfatte, invece, le Province. “Il Governo ci ha ascoltati. Il rientro in classe in presenza di tutti gli alunni, soprattutto nelle superiori, è l’obiettivo di tutti ma occorre prudenza e gradualità. La nostra proposta di un margine di rientro in percentuale dal 60% al 100% è stata accolta, specificando che faremo di tutto perché questa percentuale sia la più alta possibile”, ha dichiarato alla riunione informale governo-regioni il presidente dell’Unione delle Province (Upi) Michele de Pascale. “I tavoli nelle prefetture ci aiuteranno e accompagneranno questo percorso, calandolo sui bisogni e sulle necessità dei territori, con flessibilità e autonomia. I problemi che poniamo sono molto concreti: quantità e capienze nei mezzi di trasporto tali da evitare assembramenti così come come negli ingressi a scuola e negli snodi del trasporto e tracciamento degli studenti”.
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Scuola, le Regioni accusano il governo sulle regole. Cosa hanno fatto fino a oggi? Cronologia di un anno di tavoli inconcludenti su orari differenziati e trasporti
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Mondo
Gaza, finita la tregua: Israele attacca Hamas. “Oltre 350 morti, molti bambini”. Le famiglie degli ostaggi contro Netanyahu: “Fermi l’uccisione dei nostri cari”
Cronaca
La lettera del Papa dall’ospedale: “Dobbiamo disarmare le parole per disarmare le menti e la Terra”
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Trump-Putin, oggi la telefonata. Media: “Usa pensano a riconoscere la Crimea come russa”. Tasse e debito: corsa al riarmo dell’Est Europa
Washington, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk si è detto "inorridito" dalla ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che hanno provocato molte vittime, e ha chiesto che "l'incubo finisca immediatamente".
"L'unica via da seguire è una soluzione politica, coerente con il diritto internazionale. L'uso di una forza militare ancora maggiore da parte di Israele non farà altro che accumulare ulteriore miseria su una popolazione palestinese che già soffre di condizioni catastrofiche", ha scritto Turk in una nota.
Roma, 18 mar (Adnkronos) - "Il governo italiano - che per bocca di Crosetto evita accuratamente di attribuire la rottura della tregua al rifiuto di Israele di passare alla seconda fase dell'accordo che prevedeva il ritiro delle sue truppe e alla violazione della tregua con il blocco umanitario e continue attacchi - abbia il coraggio di condannare l'ormai evidente piano di sterminio di Netanyahu, chiedendo all'Unione europea di imporrare sanzioni economiche e diplomatiche a Israele, interrompendo ogni rapporto commerciale e finanziario, ogni consegna di fornitura militare e richiamando tutti gli ambasciatori europei come strumento di pressione diplomatica sul governo Netanyahu". Lo dicono i capigruppo M5s delle commissioni Esteri di Camera e Senato Francesco Silvestri e Bruno Marton.
"L'Europa che aspira a una sua autonomia strategica abbia il coraggio di smarcarsi dalla posizione degli Stati Uniti apertamente schierati con gli estremisti criminali che guidano Israele", aggiungono.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - "Vengo spesso interpellato dai media, in questi giorni, sulla nuova vicenda Sempio sulla quale non posso parlare perché la Procura non mi ha ancora abilitato al deposito della nomina al contrario, almeno da quanto leggo dalla Cassazione, sembra aver interloquito con la difesa Stasi". Lo precisa all'Adnkronos Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
Si tratta di un atto necessario affinché l'avvocato della famiglia della vittima possa costituirsi parte offesa nel procedimento che riguarda Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, indagato per omicidio. La Procura di Pavia, dopo una prima archiviazione, ha riaperto le indagini sul trentasettenne per un delitto che ha già portato alla condanna in via definitiva a 16 anni di carcere per l'allora fidanzato Alberto Stasi. Ora, senza quella nomina, la parte offesa - cioè i consulenti della famiglia Poggi - non potranno partecipare alla rilettura delle analisi sul Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi o sul dispenser portasapone del bagno dove, per le sentenze, si lava l'assassino.
Roma, 18 mar (Adnkronos) - "E alla fine il governo Netanyahu ha rotto la tregua. Le cose non accadono mai per caso, la scelta di Israele di bombardare di nuovo in modo massiccio un territorio devastato e raso al suolo come Gaza, dove con la tregua milioni di civili avevano per un attimo respirato, è l’ennesimo crimine di guerra di Israele". Lo ha detto Nicola Fratoianni a Radio Anch’io.
"E dico all’Europa, che in questi giorni è tutta ripiegata su stessa, che forse deve ricominciare da qui, perché quando Israele bombarda i palestinesi bombarda anche il diritto internazionale -ha aggiunto-. Quelle sanzioni che sono state comminate al regime di Putin in questi anni devono essere subito applicate al criminale Netanyahu e il trattato di associazione Israele-Ue immediatamente sospeso. È davvero insopportabile la complicità con chi si macchia di tali atrocità".
Roma, 18 mar.(Adnkronos) - Non ama definirsi una diva (“diva a chi?”). Forse un’antidiva, che non si prende mai sul serio. Non conosce la rabbia (“non serve per farsi rispettare o volere bene”). Ma, al contrario, nel corso della sua carriera ha saputo trasformare gentilezza e semplicità nella sua forza. Sì, perché Serena Rossi è arrivata dove è arrivata perché è così, proprio come si vede sullo schermo, non avendo mai paura di mostrare le sue fragilità, la sua risata (una melodia per le orecchie) e il suo stupore (come quello di una bambina). Serena è ‘mille culure’ come la Napoli cantata da Pino Daniele. Ed è proprio alla sua città che l’attrice rende omaggio con il suo primo spettacolo ‘SereNata a Napoli’ (prodotto da Agata Produzioni e Savà Produzioni Creative): un viaggio fatto di musica e parole, che si intrecciano come amanti per raccontare una città leggendaria e dalle mille contraddizioni: “È la mia serenata a Napoli, per lei provo un amore viscerale ma anche conflittuale, in alcuni momenti”, dice all’Adnkronos l’attrice. Per lei “è un sogno che si realizza, ce lo avevo nel cuore da tantissimo tempo. Io credo che le cose si concretizzino nel momento giusto. Prima forse non lo era, mi sono concentrata sulle esperienze televisive e cinematografiche” e soprattutto “ho cercato di fare la mamma il più possibile. Ora mio figlio è un po’ più grande, mi sono presa il lusso di fare questo spettacolo che è molto impegnativo e mi porterà via da casa per un po’”.
La tournée partirà il 22 marzo al Teatro Colosseo di Torino (data già sold out) e proseguirà l’1 aprile all’Auditorium della Conciliazione di Roma (sold out), il 10 aprile al Teatro Verdi di Firenze, dal 5 al 9 maggio al Teatro Augusteo di Napoli (sold out), il 21 maggio al Teatro Duse di Bologna e il 6 giugno al Teatro Arcimboldi di Milano. Rossi sarà in tour anche questa estate. Il 24 giugno alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, il 17 luglio al Real Sito di Carditello San Tommaso, il 29 luglio all’Anfiteatro degli Scavi di Pompei, l’1 agosto al Teatro Verdura di Palermo, l’8 agosto al Teatro Romano di Spoleto, il 10 agosto al Teatro della Versiliana di Marina di Pietrasanta, il 23 agosto all’Arena Virgilio di Gaeta, il 27 agosto allo Sferisterio di Macerata, il 5 settembre all’Oasi dei Battendieri di Taranto e il 13 settembre al Teatro Romano di Verona. Serena Rossi riporta in vita Napoli attraverso la leggenda di Partenope, il canto dei vicoli, i suoni delle feste popolari e ninne nanne che hanno cullato generazioni.
“Non parlerò di me, non volevo che lo spettacolo fosse egoriferito”, ma “ci sono dei momenti legati alla mia famiglia, quando parlo della guerra e dei treni dei bambini, come ho raccontato nel film di Cristina Comencini. Mia nonna è stata una di quei bambini”. Inoltre, racconto di una mia antenata che è stata la prima cantante femminista della storia, sapere che ho dentro un po’ di lei mi commuove molto”, anticipa l’attrice (di recente nominata ambasciatrice del World Food Programme), che si dice essere “in una fase in cui voglio raccontare la mia visione di questa città per farla scoprire a chi non la conosce, a chi pensa di conoscerla e riscoprire a chi la conosce”. E lo fa accompagnata da un’orchestra composta da sei elementi, parte viva dello spettacolo, guidata dal Maestro Valeriano Chiaravalle. “C’è tanta musica, i brani sono 18. Spazieremo da ‘Reginella’ a ‘Dove sta Zazà’ fino a ‘Io mammeta e tu’ e ‘Lacreme napulitane’”.
Nel corso della carriera “nessuno ha mai visto la mia napoletanità come un difetto, ma spesso mi hanno detto ‘non è questo che ci serve al momento’. Quando sono arrivata a Roma - ricorda Rossi all’Adnkronos - mi sono sentita un pesce fuor d’acqua e inadeguata, così cercavo di darmi un tono quando parlavo”. È stato “mio marito (il collega attore Davide Devenuto, ndr) a farmi vedere la mia napoletanità come una grande forza consigliandomi di non nasconderla perché avrei perso la mia naturalezza. L’ho ascoltato ed è andata bene”.
Ed è proprio così. Rossi è sinonimo di successo: al cinema, in televisione e anche in sala doppiaggio. È stata la voce di Anna di ‘Frozen’ ma anche di Mary Poppins nel film con Emily Blunt e della Regina Cattiva nella versione live-action del classico d’animazione Disney ‘Biancaneve’, dal 20 marzo nelle sale. Rossi interpreta i brani del villain, interpretato da Gal Gadot: “Dopo ‘Uonderbois’ ci ho preso gusto con le ‘cattive’”, dice tra le risate Rossi. “Questa per me è stata una sfida perché la Regina Cattiva ha una durezza e una rabbia nella voce, canta con i bassi. La mia, invece, è una vocalità molto leggera. Spero di essere riuscita a diventare la più cattiva del reame”. La tournée porterà l’attrice lontana dai set per alcuni mesi ma, come anticipa all’Adnkronos, “ci sono un paio di cose belle in cantiere, ma non posso dire nulla. Forse riesco a girare una cosa prima dell’estate e una subito dopo”. La speranza di Rossi è quella “di portare ‘SereNata a Napoli’ ancora un po’ più in là”. Per l’attrice questo “è un momento di grande fermento, di scegliere bene e di essere saggi”.
I rumors su di lei a Sanremo in veste di co-conduttrice nell’edizione di Carlo Conti hanno circolato per mesi, chissà se il prossimo anno possa davvero succedere: “Sarebbe bellissimo, un sogno. Da buona napoletana ti dico 'vene quanno adda venì'". In questo momento “mi sento abbastanza completa. Quello che desidero per la mia carriera è di continuare ad essere curiosa e smaniosa di cercare nuove sfide che mi possano gratificare e darmi tanto. Ma ammetto che già così sono molto felice", conclude. (di Lucrezia Leombruni)
Roma, 15 mar. (Adnkronos) - Al via oggi a Roma l’Acea Water Fun Run, la maratona dell’acqua per famiglie e bambini dedicata al risparmio idrico. La corsa non competitiva di cinque chilometri, che il Gruppo Acea sostiene insieme alla Acea Run Rome The Marathon di domenica 16 marzo, celebra così il profondo legame tra Roma e l’acqua attraverso lo sport. Ed è record di adesioni alla manifestazione di oggi con oltre 20mila iscritti, di cui più di 4mila stranieri provenienti da 97 nazioni. Per Acea ha partecipato la Presidente Barbara Marinali (VIDEO).
Lungo il percorso della Acea Water Fun Run, che si snoda attraverso uno dei luoghi al mondo più ricchi di storia e di arte, il gruppo Acea ha dislocato punti di ristoro dove l’organizzazione della maratona distribuirà 330mila brick d’acqua, tra oggi e domani. Al Circo Massimo è stato inaugurato l’Acea Water Village che ospiterà fino a domani iniziative dedicate all’educazione idrica, per sottolineare l’importanza dell’acqua nella pratica sportiva e nella tutela della salute e del pianeta: da una ruota per la produzione di energia ad uno spazio interattivo per l’utilizzo di visori di realtà virtuale, dal gaming Casa Net Zero Water Building al photo booth “Ogni goccia conta, ogni passo vale”.
All’Acea Water Village presenti i vertici Acea, l’ex nuotatore e campione olimpico Massimiliano Rosolino e i nuotatori della Rari Nantes di Firenze, una delle squadre che Acea sostiene all’interno di un progetto dedicato territorio che unisce “acqua e sport”, a favore dei giovani e della loro formazione. Oggi pomeriggio, invece, nello stand Acea allestito presso l’Expo Village Acea Run Rome The Marathon al Palazzo dei Congressi dell’Eur sono previste diverse attività di sensibilizzazione sul tema acqua: da T.E.D.D.I. il cane robot simbolo dell’innovazione tecnologica ad un’esperienza immersiva tramite visori di realtà virtuale, dal Marathon Water Wall fino ad un nasone con una postazione per scaricare l’App Acquea di Acea, pensata per atleti, cittadini e turisti, che permette di individuare, tra 3.500 punti idrici geolocalizzati a Roma, la fontana, il nasone o la Casa dell’acqua Acea più vicina per dissetarsi. Previsto anche il talk show “Il benessere di un atleta: un perfetto equilibrio tra acqua, sport e salute” presso lo stand Acea, alle ore 17, moderato dal Presidente della Commissione Federale Atleti Fidal Carlo Cantales a cui parteciperanno gli sportivi Manuela Di Centa, Angelika Savrayuk, Stefano Pantano, Silvia Di Pietro, Davide Passafaro, Daniele Del Signore, il presidente di Acea Acqua Enrico Resmini e il direttore della Comunicazione di Acea Virman Cusenza.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "La fine della tregua in Medio Oriente, e del percorso per il ritorno a casa di tutti gli ostaggi, è una notizia dolorosa. Fa male assistere ad altri morti e violenza. Mi auguro si possa tornare sulla strada della costruzione di un dialogo, pur difficile, ma necessario. Bisogna uscire dal baratro delle guerre". Lo dice il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana.