A quasi tre anni e passati tre governi dal crollo del ponte Morandi, i parenti delle vittime si sono detti “schifati” dall’andamento della trattativa per l’acquisto di Autostrade per l’Italia (Aspi) da parte dello Stato attraverso l’offerta di Cassa depositi e prestiti e di alcuni fondi speculativi. Una trattativa avviata in sostituzione dell’annuncio improvvido della revoca della concessione. Ammesso e non concesso che Aspi torni in mani pubbliche (chissà quando), c’è da chiedersi se è giusto che lo Stato debba pagare per riprendersi un suo asset: cioè tornare ad abitare la casa dove l’inquilino è stato sfrattato con un maxi indennizzo per lasciare liberi i vani.
Sborsare 9,5 miliardi per gestire i tremila km di rete non è solo una maxi spesa di risorse pubbliche, ma è anche la premessa al fatto che la rete verrà gestita con le stesse regole con cui l’aveva gestita Aspi: ovvero, alti pedaggi, pochi investimenti e solo la manutenzione necessaria per evitare nuovi disastri. Lo Stato vestirebbe così due panni: quello di gestore (che sta già esercitando su centinaia di km di rete attraverso l’Anas) e quello di regolatore.
I dubbi sulle capacità di gestione dell’Anas sono seri, ma altrettanto seri sono quelli sulla sua capacità di essere un bravo regolatore. Lo si può notare dal silenzio che accompagna la promessa di CDP ad Atlantia di un “ristoro” di 400 milioni di euro circa, per il calo del traffico dovuto al Covid (senza però poterlo garantire).
Oggi, insomma, viene chiesto allo Stato di assumersi il rischio traffico, quando per decenni le tariffe erano salatissime proprio perché comprendevano anche il rischio traffico. Se il governo emanasse un decreto in questo senso, dovrebbe concedere ristori di centinaia di milioni per arricchire ancor più Benetton e socie dovremo fare un bel regalo anche a Gavio e agli altri concessionari! Con l’acquisto della CDP le tariffe aumenteranno ancor più invece di diminuire, e chi pagherebbe? Ovviamente i soliti pedaggiati, con una addizionale sulle tariffe spalmata sui prossimi 10 anni.
Cambiano i governi ma la musica non cambia: si continua sulla facile strada di salassare alla chetichella i consumatori ignari e incapaci di tutelarsi, come peraltro capita per tutte le utilities protette da un monopolio e da tariffe amministrate. Che il controllo di Aspi passi a Cassa depositi e prestiti, agli spagnoli o resti in mano ai Benetton, l’unica cosa davvero importante per i cittadini è che lo Stato faccia il regolatore severo, applicando le norme in vigore. A partire dal riappropriarsi gratuitamente della rete alla scadenza della concessione nel 2038. Così si ridurrebbero gli appetiti degli spagnoli e anche dei fondi speculativi in groppa al comodo veicolo della CDP.
Dario Balotta
Esperto di trasporti e ambiente
Economia & Lobby - 21 Aprile 2021
Autostrade, con l’acquisto di Cassa depositi e prestiti le tariffe aumenteranno ancora di più
A quasi tre anni e passati tre governi dal crollo del ponte Morandi, i parenti delle vittime si sono detti “schifati” dall’andamento della trattativa per l’acquisto di Autostrade per l’Italia (Aspi) da parte dello Stato attraverso l’offerta di Cassa depositi e prestiti e di alcuni fondi speculativi. Una trattativa avviata in sostituzione dell’annuncio improvvido della revoca della concessione. Ammesso e non concesso che Aspi torni in mani pubbliche (chissà quando), c’è da chiedersi se è giusto che lo Stato debba pagare per riprendersi un suo asset: cioè tornare ad abitare la casa dove l’inquilino è stato sfrattato con un maxi indennizzo per lasciare liberi i vani.
Sborsare 9,5 miliardi per gestire i tremila km di rete non è solo una maxi spesa di risorse pubbliche, ma è anche la premessa al fatto che la rete verrà gestita con le stesse regole con cui l’aveva gestita Aspi: ovvero, alti pedaggi, pochi investimenti e solo la manutenzione necessaria per evitare nuovi disastri. Lo Stato vestirebbe così due panni: quello di gestore (che sta già esercitando su centinaia di km di rete attraverso l’Anas) e quello di regolatore.
I dubbi sulle capacità di gestione dell’Anas sono seri, ma altrettanto seri sono quelli sulla sua capacità di essere un bravo regolatore. Lo si può notare dal silenzio che accompagna la promessa di CDP ad Atlantia di un “ristoro” di 400 milioni di euro circa, per il calo del traffico dovuto al Covid (senza però poterlo garantire).
Oggi, insomma, viene chiesto allo Stato di assumersi il rischio traffico, quando per decenni le tariffe erano salatissime proprio perché comprendevano anche il rischio traffico. Se il governo emanasse un decreto in questo senso, dovrebbe concedere ristori di centinaia di milioni per arricchire ancor più Benetton e socie dovremo fare un bel regalo anche a Gavio e agli altri concessionari! Con l’acquisto della CDP le tariffe aumenteranno ancor più invece di diminuire, e chi pagherebbe? Ovviamente i soliti pedaggiati, con una addizionale sulle tariffe spalmata sui prossimi 10 anni.
Cambiano i governi ma la musica non cambia: si continua sulla facile strada di salassare alla chetichella i consumatori ignari e incapaci di tutelarsi, come peraltro capita per tutte le utilities protette da un monopolio e da tariffe amministrate. Che il controllo di Aspi passi a Cassa depositi e prestiti, agli spagnoli o resti in mano ai Benetton, l’unica cosa davvero importante per i cittadini è che lo Stato faccia il regolatore severo, applicando le norme in vigore. A partire dal riappropriarsi gratuitamente della rete alla scadenza della concessione nel 2038. Così si ridurrebbero gli appetiti degli spagnoli e anche dei fondi speculativi in groppa al comodo veicolo della CDP.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.