Mentre il Carroccio tiene in ostaggio in Parlamento il disegno di legge contro l'omotransfobia, oggi per la prima volta anche i renziani hanno aperto alle modifiche. Di fatto allineandosi a chi vuole il fallimento del provvedimento
Nel giorno in cui il ddl Zan ha subito l’ennesimo stop da parte del Carroccio, chi ha fatto asse con la Lega è stata Italia viva. Il partito di Matteo Renzi ha infatti aperto a modifiche al testo e, di fatto, ha dato una mano a chi spera nel fallimento del disegno di legge: il provvedimento ha infatti già avuto il primo via libera alla Camera e, se modificato al Senato, dovrà tornare a Montecitorio allungando i tempi e rischiando definitivamente di non vedere mai la luce. Così mentre in Aula a Palazzo Madama il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo accusava Pd-M5s-Leu di voler andare avanti “come se ci fosse ancora Conte al governo”, i renziani subito si sono affrettati a smarcarsi e ad allinearsi con il centrodestra (e soprattutto con la Lega).
La strada proposta da Italia viva è, come d’abitudine, ambivalente: da una parte chiede di fare in fretta, dall’altra si dice disponibile a discutere le modifiche e quindi rinviare ancora (o forse per sempre) l’approvazione definitiva del testo. “L’obiettivo è portare a casa la legge sull’omofobia e uscire dallo stallo”, ha detto in una nota il presidente dei senatori Iv Davide Faraone, di fatto ribadendo quanto detto in mattinata nell’Aula di Palazzo Madama. “Nessuna drammatizzazione ci deve essere su un tema come questo, che ci vede da sempre in prima linea e che io credo debba essere affrontato e risolto in modo rapido. Ritengo che questo disegno di legge possa andare avanti, trovando una condivisione politica ampia. Italia viva da settimane in commissione Giustizia chiede di sbloccare lo stallo e avviare la discussione del ddl Zan. Credo che questo sia il momento giusto per trovare una ampia convergenza sulle modifiche che molti gruppi parlamentari hanno chiesto. Sono assolutamente convinto che le forze parlamentari possano votare con ampio consenso questa legge”. Le modifiche di cui parla Faraone però, al momento, non sono neanche sul tavolo: il presidente della commissione Giustizia Ostellari, leghista, blocca l’avvio della discussione da settimane a causa della mancanza di “unanimità” sul calendario dei lavori.
Chi ha chiesto chiarimenti al renziano Faraone è stato il senatore dem Tommaso Cerno: “Il capogruppo renziano Davide Faraone e il leader faraonico di Italia viva Matteo Renzi”, ha detto in una nota, “dicano chiaramente se sull’omofobia, già di per sé una legge debole e figlia di troppi compromessi, vogliono migliorare o affossare tutto, senza usare come alibi la Lega di Salvini o il centrodestra di non si sa più bene chi, dei cui voti l’Italia oggi non ha bisogno per fare un passo avanti in tema di diritti”. Cerno è poi entrato nel dettaglio del provvedimento, parlando di quelli che secondo lui gli unici punti su cui si potrebbe intervenire: “Se vogliono migliorare la proposta di legge attuale, approvata alla Camera e firmata da Zan, tolgano solo il ‘salva omofobi’ (articolo 4)”, la cosiddetta “clausola salva idee” inserita a Montecitorio” e che, secondo Cerno, “consente di fatto di dire qualsiasi cosa, compreso che le persone Lgbt+ (gay, lesbiche, bisessuali e trans) sono malate e inferiori, cosa che in questo caso da omosessuale respingo al mittente”. Quindi ha concludo il senatore Pd: “I due faraoni di Italia viva, quello autentico e il suo capogruppo, aiutino piuttosto la prevenzione nelle scuole, cambiando l’articolo 7 che di fatto le ostacola. Tutte le altre modifiche vanno solo a peggiorare la legge, che è già poco più che accettabile da chi immagina una società dove uomini e donne sono tutti uguali”.
Intanto protesta Arcigay: “Il tempo dei rinvii è finito”, si legge in una nota. E “M5s Pd, Italia Viva e Leu che hanno raggiunto una mediazione su quel testo di legge devono garantire il supporto necessario per l’approvazione definitiva del testo anche al Senato senza indugiare in ulteriori modifiche che sappiamo essere solo improntate al ribasso e finalizzate a determinare molto probabilmente l’ennesimo nulla di fatto come esito di questa battaglia. Il tempo delle scuse e dei rinvii è finito”. Contro Italia viva ha parlato anche Marilena Grassadonia , della segreteria nazionale di Sinistra italiana: “Le richieste al ribasso sul Ddl Zan da parte di Italia Viva confermano come sui diritti civili Renzi non riesca mai a fare un passo avanti reale e decisivo. Fare compromessi sulla vita e la dignità delle persone fa parte del suo dna. Prima era Alfano, oggi è la Lega. Gli attori sono diversi, la sostanza non cambia. Oggi Italia Viva è ufficialmente la stampella della destra di questo Paese. Cambiare una virgola per affossare la legge. La strategia è chiara, lo capirebbe anche un/a bambino/a”.