Con uno stanziamento di 7,5 miliardi tra 2022 e 2026 è possibile migliorare radicalmente l’assistenza agli anziani non autosufficienti, semplificando i percorsi di accesso alle prestazioni, potenziando i servizi domiciliari e migliorando le strutture residenziali le cui debolezze sono state messe in luce e amplificate dalla pandemia. A poche ora dal varo della nuova versione del Piano di ripresa e resilienza, il Network Non Autosufficienza insieme a Caritas, Cittadinanzattiva, Confederazione Parkinson Italia, Federazione Alzheimer Italia, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Nazionale Terzo Settore e gli altri promotori della proposta di riforma dettagliata nelle scorse settimane hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri del Welfare Andrea Orlando e della Sanità Roberto Speranza chiedendo di inserirla nel piano da finanziare con i fondi europei.
“Si tratterebbe di una riforma storica, ora a portata di mano e con la possibilità concreta che si avvii in queste ore, se si tiene fede all’impegno manifestato nelle scorse settimane dal governo – scrivono nella nota le organizzazioni che hanno sostenuto la proposta fin dall’inizio e quelle che si sono aggiunte dopo, dalle Acli all’associazione Sos Alzheimer passando per il Consiglio nazionale dell’ordine degli assistenti sociali e la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – I dati su età e profili di fragilità delle persone decedute con il Covid-19 indicano che i più colpiti sono gli anziani non autosufficienti. E le grandi difficoltà incontrate dal sistema socio-sanitario pubblico nell’affrontare la pandemia confermano le criticità di fondo che lo affliggono”.
La proposta nel dettaglio prevede una semplificazione dei percorsi pubblici, oggi molto complicati a causa della molteplicità di enti, sedi e procedure differenti, e un’ampia riforma dei servizi domiciliari da finanziare con 5 miliardi per fare in modo che rispondano alle varie problematicità legate alla non autosufficienza e diventino un effettivo punto di riferimento per le famiglie e, in particolare, per i caregiver. Una parte degli investimenti sarebbe poi destinato al miglioramento di strutture residenziali che necessitano di essere ammodernate e riqualificate, come hanno dimostrato le vicende della pandemia.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza discende dalla decisione della Commissione Europea di fornire agli Stati membri uno strumento potente per fronteggiare l’impatto della pandemia”, si legge nella lettera al premier. “Sarebbe paradossale, dunque, che un Piano nato per rispondere a una tragedia dimenticasse proprio gli anziani non autosufficienti, cioè coloro i quali ne hanno pagato il prezzo maggiore. Tuttavia, nell’attuale versione del PNRR, manca un progetto specifico a loro rivolto. La proposta del Network Non Autosufficienza è dunque un’occasione da non perdere”.