La Corte d’Appello di Venezia ha confermato la condanna dei due genitori padovani accusati di omicidio colposo per la morte della figlia, ammalata di leucemia, che aveva rifiuto le cure con la chemioterapia. Lino Bottaro, di 65 anni, e Rita Benini, di 53 anni, di Bagnoli, si sono visti infliggere due anni di reclusione. La ragazza è deceduta per una leucemia linfoblastica acuta dopo aver rifiutato le cure quando non era ancora maggiorenne. I primi sintomi della malattia si erano manifestati nell’inverno 2015, con febbre alta e astenia. Nel febbraio 2016 la diagnosi infausta, sulla base delle analisi sanguigne. Alla ragazza erano stati prospettati alcuni cicli di chemioterapia. Nel frattempo, infatti, era stata trasferita dall’ospedale di Schiavonia al reparto di Oncoematologia pediatrica di Padova, diretto dal professor Giuseppe Basso (scomparso un paio di mesi fa per covid). Ma la ragazza non volle sottoporsi alla cura, nonostante il primario avesse cercato in tutti i modi di convincerla, spiegandole che soltanto la scienza avrebbe potuto aiutarla ad affrontare la malattia. I genitori avevano sostenuto la volontà di Eleonora.
In quella situazione intervenne il Tribunale dei minori che sospese la responsabilità genitoriale dei coniugi, preludio all’affidamento a un tutore e, quindi, all’avvio delle cure. Ma poco prima della notifica della decisione dei giudici all’Azienda ospedaliera, i genitori firmarono le dimissioni volontarie di Eleonora, che venne trasferita in una struttura sanitaria a Bellinzona, in Svizzera. Si aprì una drammatica vicenda giudiziaria. A metà marzo 2016 venne nominato un tutore. A giugno Eleonora cominciò a sottoporsi ad una serie di trattamenti naturali. Inizialmente manifestò qualche miglioramento, al punto che a Ferragosto riuscì a festeggiare il proprio compleanno. Poi la situazione precipitò e morì il 29 agosto, quando era maggiorenne da un paio di settimane.
La procura di Padova aprì un’inchiesta che si concluse con la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo nei confronti dei genitori con l’accusa di aver rafforzato la volontà di Eleonora nel rifiuto della chemio. Nel dicembre 2017 Lino Bottaro e Rita Benini (assistiti dall’avvocato Raffaella Giacomin) furono prosciolti dal gup Mariella Fino, che ritenne prevalente la libertà di scelta della cura manifestata da Eleonora, considerata in grado di decidere il proprio destino, anche se minorenne. La Procura presentò impugnazione, sostenendo, al contrario, che la volontà della ragazza fosse stata condizionata dalle opinioni dei genitori che non riponevano fiducia nella scienza. Nel giugno 2019 (per decisione della Corte d’Appello di Venezia) i coniugi erano finiti sotto processo davanti a un giudice monocratico. Furono condannati a due anni di reclusione. Adesso il giudizio di secondo grado ha confermato quella sentenza, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore generale Giovanni Valmassoi.