È il giorno delle manifestazioni chiamate in tutta la Russia, da Vladivostok a Mosca, contro la detenzione di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin in sciopero della fame dal 31 marzo che in questi giorni il suo staff ha dichiarato si trovi in condizioni di salute gravissime. Una denuncia a seguito della quale le autorità lo hanno trasferito in un ospedale penitenziario, definito però “colonia di tortura” dai suoi. La polizia è stata mobilitata alla bisogna e i russi avvertiti: chi va in piazza deve essere consapevole delle conseguenze. La ong Ovd-Info fa sapere che le persone arrestate sono almeno 413 in 61 città e gli agenti, prima che iniziassero i cortei, hanno fermato a Mosca la sua portavoce Kira Yarmish e la legale del Fondo Anticorruzione Liubov Sobol, che il sito Meduza riferisce essere portata via da un taxi vicino alla stazione della metropolitana Avtozavodskaya. Arresti definiti “deplorevoli” dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel. “Le autorità devono rispettare il diritto di riunione – ha detto -. Esorto affinché a Navalny siano concesse le cure mediche necessarie e di qualità, e che sia rilasciato dalla detenzione”.
Putin: “Chi minaccia la nostra sicurezza se ne pentirà come non mai” – Al Cremlino monitorano il grado di partecipazione delle manifestazioni, ma l’attenzione resta principalmente focalizzata sull’evento politico della stagione, il discorso all’Assemblea Federale di Vladimir Putin, che ha ricordato come il Covid resti una minaccia e sia necessario che la Russia “tenga sotto controllo tutti i confini, che sono deputati a rallentare la diffusione del virus”. Putin ha poi chiesto a tutti i russi di vaccinarsi, “unico modo” per uscire dalla crisi sanitaria, esprimendo la speranza che il Paese possa raggiungere l’immunità di gregge entro questo autunno.
Parlando poi del cambiamento climatico alla vigilia del summit con Biden e Xi, ha rimarcato che la Russia deve puntare “a meno emissioni dell’Unione Europea, creare un’industria di riciclaggio dell’anidride carbonica”. Ha poi ricordato che l’obiettivo principale del governo russo ora è far crescere i redditi reali della popolazione e “realizzare cambiamenti tangibili nella lotta contro la povertà”. Nel suo discorso, pur senza mai citarli, sono entrati anche i due principali fronti caldi entrati nel raggio d’attenzione della comunità internazionale, in particolare la crisi del Donbass e il caso Navalny. “La Russia, come ogni paese, ha i suoi interessi e li vogliamo proteggere rispettando il diritto internazionale – ha detto Putin -. Ma abbiamo altri modi per rispondere prima che altre nazioni diventino troppo arroganti. Alcuni Paesi hanno iniziato però a punzecchiare la Russia per ogni motivo, una specie di sport. La Russia non ha intenzione di bruciare i ponti nelle relazioni con nessuno ma, se lo fanno loro, devono prepararsi a una risposta dura e immediata. Chi minaccia la nostra sicurezza se ne pentirà come non mai”, ha aggiunto.
Il caso Navalny: la piazza e le tensioni diplomatiche – Stasera però gli occhi saranno puntati sulla piazza del Maneggio, al palazzo espositivo, nel cuore della capitale, dove Navalny ha dato appuntamento ai suoi sostenitori. Naturalmente le autorizzazioni alle manifestazioni non sono state date, dunque saranno tutte illegali – con quel che ne consegue. Mosca ha l’aria di voler tirare dritto come un panzer. La risoluzione approvata ieri dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in cui si chiede alla Russia di permettere ai medici dell’oppositore di visitarlo e, poi, di liberarlo entro giugno, è stata letteralmente snobbata dal capo della delegazione russa al Consiglio. “È una raccomandazione, raccomandino pure”, ha commentato Pyotr Tolstoy. Altre parole sprezzanti vengono invece dal capo del Consiglio dei diritti umani sotto la presidenza della Federazione Russa, Valery Fadeev, che ha detto di non avere in programma nessuna visita a Navalny. “Sappiamo cosa succede, è magro e malaticcio, è tutta una campagna pubblicitaria scadente: il problema è che non mangia? E che mangi allora”.
Insomma, questa è l’atmosfera. Lui, l’uomo simbolo degli oppositori russi, dice di essere “scheletrico”, di badare ai suoi fantasmi nella “solitudine” della stanza in cui è ricoverato nel reparto medico della nuova colonia penale, e (sempre a modo suo) lancia la carica per domani. “Dopo il Novichok i livelli critici di potassio non fanno paura. Ci sono molte persone, come me, che non hanno altro che una tazza d’acqua, speranza e fede nelle loro convinzioni. In Russia e nel mondo. Nelle prigioni e fuori. Ed è importante che sentano la vostra solidarietà: non c’è arma migliore contro l’ingiustizia e l’illegalità”.
Onu: “Servono cure urgenti all’estero per Navalny”
Alexei Navalny “è in grave pericolo” e necessità di urgenti cure mediche all’estero, affermano intanto quattro esperti indipendenti dell’Onu che fanno “appello alle autorità russe perché consentano accesso ai suoi medici e il trasferimento all’estero per cure medici urgenti”.