Alcuni prelati che vivono nelle quattro residenze vaticane sono stati fermati e multati dalle forze dell'ordine perché in giro per Roma ben oltre le 22 senza alcun motivo valido. Affisso un avviso firmato da monsignor Ricca: "A chi capita, spetterà l’onere di dimostrare chi sono, che cosa facevano in giro in piena notte o verso l’alba”
Il Vaticano corre ai ripari contro i prelati che non rispettano il coprifuoco. Dopo che le forze dell’ordine hanno fermato e multato alcuni monsignori in giro per Roma ben oltre le 22 senza alcun motivo valido, la Santa Sede è intervenuta per evitare che questi episodi si ripetano. Si tratta, infatti, di prelati che vivono nelle quattro residenze vaticane riservate a cardinali, vescovi e sacerdoti. Esse sono: Casa Santa Marta, dove abita Papa Francesco, Casa San Benedetto, dove perlopiù vivono i nunzi apostolici a riposo, Casa Paolo VI, dove si fermava il cardinale Bergoglio quando era a Roma, e Casa del clero. In tutte e quattro è stato affisso un avviso firmato dal direttore delle residenze, monsignor Battista Ricca. “Pur essendo spiacevole, – si legge nel testo – sono costretto a richiamare ai reverendi ospiti la necessità di rispettare coscienziosamente il coprifuoco imposto dalle autorità statali. Mi sembra oltremodo fuori luogo e pericoloso che vi siano rientri in casa alle 0.30, 2.00 e 2.15 di notte. Il sottoscritto, – prosegue mons. Ricca – pur essendo molto disponibile, non è tenuto ad alzarsi in piena notte per soccorrere qualche confratello incappato nei rigori delle forze dell’ordine. Pertanto, a chi capita, spetterà l’onere di dimostrare chi sono, che cosa facevano in giro in piena notte o verso l’alba”.
In Vaticano si è subito scatenata la caccia ai monsignori che non rispettano il coprifuoco. E ovviamente, all’interno dei sacri palazzi, le ipotesi sui motivi dei rientri nelle residenze a notte fonda sono le più disparate. C’è da dire che chi è stato fermato e multato dalle forza dell’ordine mentre stava rientrando nel suo appartamento era a piedi perché le macchine targate CV, riservate a persone che lavorano in Vaticano, o CD e XG, ovvero corpo diplomatico del Vaticano nell’immatricolazione italiana, riservate a cardinali e nunzi apostolici, non possono essere controllate. Delle quattro strutture residenziali della Santa Sede, tre si trovano in Italia, ma in zona extraterritoriale, mentre soltanto Casa Santa Marta si trova all’interno del piccolo Stato. E per accedervi a notte fonda si viene subito segnalati.
L’ultimo accesso al Vaticano che viene chiuso, infatti, è Porta Sant’Anna che le Guardie Svizzere sbarrano a mezzanotte e mezza. Chi rientra dopo quell’orario, sia che abiti a Casa Santa Marta o in qualsiasi altro appartamento all’interno dello Stato, viene subito segnalato ai superiori e puntualmente richiamato. Diverso è, invece, il caso di chi dimora nelle tre strutture che si trovano in Italia. Non c’è nessun controllo a cui sottostare agli ingressi e tutti i residenti hanno le chiavi del portone principale potendo così entrare e uscire a qualsiasi orario senza dare alcuna motivazione. Il problema sorge quando, fermati dalle forze dell’ordine perché in giro per Roma oltre le 22, c’è bisogno di qualcuno, all’interno della struttura dove si risiede, che testimoni che la violazione del coprifuoco è giustificata da un motivo consentito dalle norme. Per questo monsignor Ricca è corso subito ai ripari senza preoccuparsi che la sua comunicazione, chiara e diretta, avrebbe suscitato un po’ di gossip dentro e fuori i sacri palazzi.