Poche ore fa da Bruxelles era stata rilasciata questa dichiarazione: "Non è stata presa ancora una decisione su un’azione legale contro AstraZeneca"
Azione legale no, sì, forse. La questione del taglio delle dosi e dei ritardi delle dosi da parte della società anglo svedese Astrazeneca del vaccino sviluppato dai ricercatori di Oxford era stata affrontata in una lettera spedita da Bruxelles in cui si sottolineava la violazione del contratti. Il ministro della Sanità irlandese, Stephen Donnelly, in un intervento davanti al Parlamento di Dublino, ha detto che la Commissione europea ha avviato un’azione legale contro la società guidata da Pascal Soriot per il “completo fallimento” nel rispetto degli impegni contrattuali sulla fornitura di vaccini ai Paesi Ue: “Per quanto riguarda AstraZeneca è stata avviata un’azione legale e nei giorni scorsi l’Irlanda si è aggiunta come una delle parti. in particolare rispetto al completo fallimento di rispettare gli impegni contrattuali per le forniture di aprile, maggio e giugno”.
Ma poche ore fa da Bruxelles era stata rilasciata questa dichiarazione: “Non è stata presa ancora una decisione su un’azione legale contro AstraZeneca. Tutte le opzioni restano sul tavolo. Esaminiamo con gli Stati membri quale sia la strada migliore da seguire” per ottenere che l’azienda farmaceutica onori il suo contratto e consegni le dosi stabilite da contratto, ovvero 300 milioni di dosi più un’opzione che a questo punto non sarà esercitata.
Dopo la dichiarazione del portavoce l’agenzia Ansa aveva scritto che i rappresentanti Ue di Francia e Germania – secondo fonti diplomatiche europee – hanno chiesto alla Commissione europea di avere maggiori informazioni prima di associarsi all’azione legale, mentre circa due terzi dei Paesi si sono trovati subito d’accordo con la proposta dell’Esecutivo comunitario, formulata ieri durante la riunione degli ambasciatori al Coreper. Le cancellerie di Parigi e Berlino vogliono avere più elementi prima di pronunciarsi. Un punto sulla situazione verrà fatto al Coreper di venerdì, dove non si esclude una decisione di ricorrere alla giustizia.
Astrazeneca avrebbe dovuto consegnare fra i 30 e 40 milioni di dosi del vaccino entro la fine del 2020, fra 80 e 100 milioni nei primi tre mesi di quest’anno e il resto dei 300 milioni previsti entro la fine di giugno. Ma a fine marzo l’azienda aveva fornito solo 30,12 milioni di dosi, un quarto del previsto. Inoltre, l’aziende, secondo l’Ue, avrebbe anche ritardato la richiesta di autorizzazione all’Ema proprio per prendere tempo a causa dei suoi problemi di produzione di dosi. La sperimentazione del vaccino di Oxford era quella partita prima di tutti.
Nella lettera – pubblicata per la prima volta dal quotidiano francese Les Ecos – viene ricordato che la Commissione aveva pagato una prima rata di 227 milioni subito dopo la firma del contratti (in agosto) ma che in autunno è stata sospesa la seconda rata di 112 milioni per “mancanza delle rendicontazione richiesta”. Senza contare il sospetto che parte delle dosi europee siano andate alla Gran Bretagna. Come del resto aveva fatto intendere chiaramente il premier Boris Johnson durante una riunione con il suo partito in cui parlando del successo della campagna vaccinale nel Regno Unito aveva fatto esplicito riferimento all’avidità delle aziende farmaceutiche.
“AstraZeneca non è a conoscenza di alcun procedimento legale e continua a tenere discussioni regolari sulla fornitura con la Commissione e gli Stati membri” riferisce la stessa casa farmaceutica.