La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa
Mentre qualcuno si diletta ad annunciare campionati finti, i campi seri, veri, quelli della provincia più autentica, italiana, ecuadoriana o dovunque ci siano pali, traverse e maleducazione, regalano chicche superiori a ogni eventuale virtuosismo da Superlega. Siano benedetti i trabocchetti agli arbitri (quelli senza conseguenze), i comunicati dei giudici sportivi che lasciano dubbi interpretativi su cosa sia effettivamente accaduto in campo, i tifosi pazzerelli, rustici quanto rusticani e quei calciatori che non si tirano indietro nel momento del bisogno: perché le Domeniche Bestiali sono tutt’altra roba rispetto agli annunci roboanti della domenica sera.
IL COCCODRILLO NON SI FA! – Ormai è una moda vedere sui calci di punizione dal limite un calciatore che si stende a terra, dietro la barriera, per neutralizzare eventuali tiri rasoterra del battitore: è stato ribattezzato “coccodrillo”. Non ne ha fatto tuttavia un uso “tradizionale” un giovane della Armando Picchi Calcio, Juniores toscana, squalificato addirittura fino a metà settembre perché: “Si posizionava disteso sul terreno di gioco dietro il direttore di gara causando la caduta dello stesso mentre indietreggiava. Il tutto senza conseguenze”. Sanzione a occhio un po’ troppo severa per una “coccodrillata”: mica si è inventato la Superlega!
LA CAVALLERIA RUSTICA – Ricordate il mito indiscusso di questa rubrica? Quel Keric Mirsad che in una gara “usava la bandierina come spada per trafiggere gli avversari”? Rimarrà indiscusso, ma ha un emulo, tifoso del Prato, Serie D, che ha fatto prendere alla squadra 1.000 euro di multa perché: “Un proprio sostenitore, forzando un cancello della recinzione posta sul retro della struttura, fatto indebito ingresso sul terreno di gioco con un’asta tra le mani allontanandosi al sopraggiungere delle Forze dell’Ordine. Tale comportamento determinava la sospensione momentanea della gara per circa 2 minuti”. Un’interruzione più lunga della durata della Superlega.
FENOMENI INSPIEGABILI – Un fatto strano quello accaduto in un’altra gara di Juniores toscana, un giovane calciatore del Maliseti Seano è stato squalificato fino al 10 maggio per “aver tirato una spallata al direttore di gara. Alla notifica lo offendeva. Il tutto senza conseguenze”. Dove già il “tirare” una spallata pone qualche dubbio, dal comunicato si presuppone poi che il ragazzo abbia offeso l’arbitro alla notifica (della spallata?), però senza conseguenze: l’arbitro non si è offeso, insomma.
IL MOMENTO DEL BISOGNO – Quando scappa scappa: lo sa Joaquin Pucheta del Macarà, portiere della squadra ecuadoriana del Macarà, espulso e a rischio lunga squalifica dopo l’ultimo match contro l’Orense. Il giocatore, infatti, in pieno recupero non ce l’ha fatta più a trattenersi e quando l’azione era dall’altra parte rispetto alla sua porta si è allontanato dai pali e “riparato” dai cartelloni pubblicitari ha liberato la vescica. Ma l’arbitro lo ha espulso per comportamento antisportivo, causando la rabbia dell’estremo difensore argentino. “Quei cartelloni pubblicizzavano la Superlega”, avrebbe detto un furioso Pucheta per giustificare l’accaduto.