Giustizia & Impunità

Eboli, sulla casa del Pellegrino indaga anche la Corte dei conti: “Danno da 1,7 milioni”. 22 coinvolti

Come anticipato dal Fatto.it, la vicenda ha incuriosito anche i giudici contabili che tramite la Finanza di Salerno hanno notificato 22 inviti a dedurre. L'ex sindaco Massimo Cariello, tuttora ai domiciliari per accuse di corruzione relative a concorsi truccati tra Eboli e Cava dei Tirreni, dovrà rispondere per 850mila euro. Il resto è spalmato tra ex amministratori del comune della piana del Sele, per i quali si ipotizza la restituzione di circa 40mila euro a testa

Come anticipato da Ilfattoquotidiano.it il 22 marzo scorso, l’affaire della Casa del Pellegrino di Eboli ha incuriosito anche la Corte dei conti della Campania. Che nelle scorse ore tramite la Finanza di Salerno ha notificato 22 inviti a dedurre, contestando un danno erariale complessivo di circa 1 milione e 700mila euro. Ne dovrà rispondere per la metà circa, 850mila euro, l’ex sindaco Massimo Cariello, tuttora ai domiciliari per accuse di corruzione relative a concorsi truccati tra Eboli e Cava dei Tirreni. Il resto è spalmato tra ex amministratori del comune della piana del Sele, per i quali si ipotizza la restituzione di circa 40mila euro a testa.

L’indagine dei sostituti procuratori della Corte dei conti Licia Centro e Davide Vitale si è incrociata con quella penale del pm di Salerno Elena Cosentino, culminata nelle scorse settimane con 24 richieste di rinvio a giudizio. Rispetto alle valutazioni della procura ordinaria ci sono due nomi in meno: è stata esclusa la responsabilità erariale del commissario liquidatore e del presidente della vecchia e nuova cooperativa Ises, onlus che mentre era sottoposta a liquidazione coatta amministrativa beneficiò delle delibere poi finite sotto inchiesta.

Secondo la procura contabile, il danno erariale corrisponde all’importo del finanziamento europeo girato nel 2015 al Comune di Eboli dalla Regione Campania per la realizzazione di una struttura di accoglienza religiosa e per famiglie disagiate. Sotto accusa gli atti amministrativi comunali dal 2016 al 2018 che hanno consentito la sua trasformazione in un centro socio sanitario nel quale ha operato Ises. Quel finanziamento europeo però fu erogato – si sottolinea nell’invito a dedurre – “a destinazione vincolata”. Ed infatti revocato nel 2018. Dunque l’aver cambiato in corsa l’uso dell’ex centro polifunzionale di San Cosma e Damiano ha costituito una lesione alle casse pubbliche che va riparata.

I pm contabili Centro e Vitale hanno lavorato sulla base di una delibera dell’Anac del 4 luglio 2018, contenitore e summa di tutte le segnalazioni, gli esposti e denunce pervenute dal sacerdote don Vincenzo Caponigro, fiero oppositore del progetto di Cariello e della sua amministrazione. La palla di neve che diventerà valanga è la delibera di consiglio comunale 99 del 12 dicembre 2016, con oggetto “centro riabilitazione Ises-discussione-indirizzi”.

Una delibera, secondo l’invito a dedurre, “assunta in assenza degli imprescindibili pareri di regolarità tecnica e finanziaria”, che “costituisce il primo atto determinativo dell’illecito processo di cambio di destinazione rivolto, nella sostanza, a favorire un centro privato di riabilitazione (denominato Ises), sfrattato per morosità dalla struttura presso la quale svolgeva la propria (privata) attività di riabilitazione, e finanche privo dell’indefettibile requisito dell’accreditamento istituzionale”.