“Strappo della Lega sulle riaperture? Salvini sente il fiato sul collo della Meloni e così prova a giocare due parti in commedia: fa, cioè, il governo e l’opposizione allo stesso tempo per arginare la pressione elettorale di Fratelli d’Italia. Tutto questo colpisce, perché siamo in un contesto drammatico in cui continuano a morire ogni giorno centinaia di persone”. Così, ai microfoni de “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus), il deputato di LeU, Stefano Fassina, commenta l’astensione leghista dal voto del decreto Draghi, che stabilisce il calendario delle riaperture a partire dal 26 aprile e sarà in vigore fino al 31 luglio.
“A cominciare dal ministro della Salute – aggiunge Fassina – tutti vorremmo riaprire tutto subito, nessuno sottovaluta il dramma che vivono milioni di lavoratori e di lavoratrici. Ma come si difende meglio il loro interesse? Assecondando la loro rabbia, seppur legittima, o comportandosi da classe dirigente, che riconosce il problema ma sa che se oggi si riapre tutto, domani, con l’aumento dei morti, si dovrà richiudere? Su questo non si gioca per fini elettorali. È evidente che sostenere le chiusure significa perdere consenso in Italia. Non c’è nessuno che gode a perdere consenso o che vuole infierire su alcune categorie. Si prendono queste posizioni difficili perché altrimenti è peggio. Con questo numero di vaccinati, oggi assecondare le richieste di FdI e della Lega vuol dire più morti, rischiare più chiusure in futuro e compromettere la stagione estiva. Lo abbiamo visto con la Sardegna che era zona bianca”.
Il parlamentare sottolinea: “Se Salvini continuerà su questa posizione opportunistica, si ridefinirà la maggioranza. Draghi non mollerà il suo incarico, perché è una persona seria e ha preso un impegno con gli italiani, con il Parlamento e col presidente della Repubblica. Quindi, vuole portare a termine termine la campagna di vaccinazione, il Recovery plan e la legge di bilancio. Ma se Salvini e la Lega preferiscono la competizione elettorale con Fratelli d’Italia, se ne assumeranno la responsabilità e usciranno dalla maggioranza, mentre il governo durerà quanto un esecutivo di scopo, cioè fino all’elezione del presidente della Repubblica. Ma gli obiettivi fondamentali, che questo governo doveva raggiungere, li raggiungerà”.
Fassina, infine, risponde sul Recovery Plan, che domani arriverà al Consiglio dei Ministri per un primo esame del testo e lunedì e martedì sarà illustrato da Draghi alle Camere: “Le critiche al Recovery Plan di Conte erano tutte strumentali per far fuori il governo Conte Due. Quel piano poi è sparito dal dibattito politico, perché l’obiettivo di far saltare Conte era stato raggiunto. Il governo Draghi sta rivedendo quel Recovery Plan del governo Conte Due, sulla base delle indicazioni del Parlamento. Le informazioni che ho – chiosa – è che non ci sono sostanziali revisioni del piano rispetto a quello del governo Conte Due, ma ci sono delle integrazioni, come i 30 miliardi per progetti aggiuntivi. Ma l’impianto e i contenuti fondamentali sono gli stessi di prima, a proposito della ‘drammatica inadeguatezza’ del Recovery Plan presentato da Conte“.