"Si è trattato di comportamenti di grave leggerezza di cui mi pento profondamente e ai quali porrò al più presto rimedio", ha detto il magistrato, molto stimato al palazzo di giustizia. A sollevare la vicenda il giornalista Nuzzi
È considerato uno dei giudici più stimati del tribunale di Milano. Adesso ha deciso di chiedere l’aspettativa, subito, da domani. Per poi andare in pensione. Il motivo? Ha lasciato in sospeso conti in alcuni bar e ristoranti nelle vicinanze del palazzo di giustizia. E non ha onorato un debito da 40mila euro con un avvocato. È la storia di Piero Gamacchio, 68 anni, magistrato della corte d’appello del tribunale di Milano. “Quanto letto sui social e taluni media in questi ultimi giorni corrisponde ahime alla verità. Questi fatti mi impongono di chiedere da subito di essere messo in aspettativa. Si è trattato di comportamenti di grave leggerezza di cui mi pento profondamente e ai quali porrò al più presto rimedio”, sono le parole del magistrato, riportate sul profilo Facebook del giornalista Gianluigi Nuzzi, il quale in questi giorni proprio sul social network ha raccontato la vicenda, ripresa da Dagospia e di cui molto si è parlato nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Milano.
Gamacchio, molto vicino alla pensione e che avrebbe dovuto presiedere il processo di secondo grado a carico di Giuseppe Mussari e altri ex vertici di Mps, ha dichiarato anche che “mai, in alcun modo mai, questi fatti possano aver influito nelle mia attività di giudice”. Nei post di Nuzzi prima d’ora non era mai stato fatto il nome del magistrato che oggi ha deciso di replicare così al giornalista. Il giudice “dei conti non pagati fa un clamoroso passo indietro – scrive Nuzzi – dopo che avevo scoperto come non pagasse i conti di lussuosi ristoranti e boutique né onorava un debito da 40mila euro con un penalista milanese”. Il magistrato “ha deciso di fare un passo indietro e di chiedere mmediatamente l’aspettativa“. E riporta la dichiarazione che gli ha inviato Gamacchio, nella quale il magistrato dice anche che “da parte mia pensavo sempre al successivo adempimento, come in parte ho fatto!”. E chiarisce di aver svolto l’attività di giudice sempre “con libertà ed indipendenza. Il contenuto delle sentenze da me redatte – spiega ancora – è lì a dimostrarlo. Proprio peròconsiderando la necessaria serenità che deve presiedere all’esercizio della funzione giudiziaria, questi fatti mi impongono di chiedere da subito di essere messo in aspettativa”.
L’appello sul caso Mps (che era fissato per maggio e dovrebbe slittare all’autunno) sarebbe stato l’ultimo importante processo per Gamacchio, 67 anni. Nella sua carriera il magistrato si è occupato di procedimenti molto delicati come il caso Finmeccanica, quello dell’ex assessore lombardo Domenico Zambetti condannato per legami con la ‘ndrangheta. Ma anche del processo sull’autoparco della mafia, quello sul “Conto protezione” a Bettino Craxi, il caso del dossieraggio della security Telecom Pirelli e pure del caso del ‘Banco Ambrosiano. Nel Palazzo di Giustizia milanese, dopo la pubblicazione dei post, molti colleghi sono rimasti stupiti quando è diventato sempre più chiaro che la toga di cui si parlava era proprio Gamacchio. Un giovane magistrato racconta all’agenzia Ansa che “se tutti i colleghi fossero competenti e indipendenti come lui, sarei più fiero di fare il magistrato”.