Oggi 22 aprile è la Giornata mondiale della Terra, intesa come salvaguardia del pianeta, del suo ambiente e di tutti gli esseri viventi che la popolano. Inevitabile pensare ai cambiamenti climatici che assillano il nostro futuro, minacciando addirittura l’estinzione di molte specie animali, noi umani inclusi – magari non nell’immediato, ma sicuramente se continueremo a fare solo retorica su questi temi. Tutti i programmi politici sono ricchi di spunti e proposte sui cambiamenti climatici, sulla tutela del benessere animale e su attività da riprogettare per salvare il nostro pianeta.
Poi, assistiamo alla conferma delle concessioni per trivellare il mar Adriatico, emesse recentemente dal neo ministro per la Transizione ecologica, tanto per citare a caso un indirizzo “innovativo” di questo nuovo ministero che abolisce la terminologia “ambiente” perché obsoleta, perché superata, come se avessimo fatto molto per tutelarlo, il nostro ambiente.
E che dire della coerenza del mio Trentino, noto ai più come terra attenta all’ambiente, ma che consente i jeep-camp sui passi alpini oppure, seppur con dati quali l’80% di raccolta differenziata, progetta ancora di costruire un inceneritore per smaltire il residuo indifferenziato, anziché trovare vie più sostenibili e moderne. Oppure la gestione degli animali selvatici, altro tema delicato in Trentino, con la storia ormai tristemente nota dei tre orsi ancora in celle di cemento, nonostante lo sdegno nazionale e internazionale. E che dire della politica, che come detto riempie programmi elettorali di buoni intenti e poi blocca i lavori parlamentari con migliaia di emendamenti, quando davvero c’è la possibilità di cambiare qualcosa per ambiente e animali selvatici?
Anche in Trentino si continua a predicare bene in termini di “transizione ecologica”, poi si maltrattano gli animali come al Casteller con i tre orsi noti in tutto il mondo, si usano pesticidi per le coltivazioni in maniera esagerata e pericolosa, si vorrebbe un inceneritore per chiudere il cerchio dei rifiuti. Insomma, dov’è questa transizione ecologica? Verrebbe da dire: “cambiare tutto (il nome), per non cambiare nulla (su ambiente e benessere animale)”. Siamo davvero ipocriti se pensiamo che basti darsi una lustrata ogni tanto sui giornali, sottolineando il fatto che è sempre più necessario tutelare l’ambiente e poi, nei fatti, perseguire obiettivi contrari.
Per cambiare è necessario cambiare anche progettualità. Diceva un certo Albert Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. E si continua a parlare di cambiare progettualità, ma adottando sempre gli stessi metodi, sempre proposti dalle stesse persone. E assistiamo a roboanti dichiarazioni sulle necessità di cambiare approccio per tutelare l’ambiente e per gestire al meglio i rapporti con le altre specie, però continuiamo a fare le stesse cose; trivellare i mari per estrarre idrocarburi e inquinare, trattare gli animali selvatici come nel Medioevo. E intanto il tempo passa, e anche questa “giornata della Terra” è passata, con grande retorica ma con nulla di nuovo sotto il sole.
In Trentino, per concludere, l’attuale governance ha in atto proposte davvero poco sostenibili: l’autostrada della Valdastico che distruggerà un ambiente montano preziosissimo, la costruzione di un inceneritore a Trento per la chiusura del cerchio dei rifiuti, la conversione di molte malghe alpine in veri e propri ristoranti moderni in alta quota, con possibile rifacimento delle vie per favorire l’accesso con le vetture, la gestione della fauna selvatica con il solo scopo di imprigionare e abbattere gli orsi e i lupi, anziché progettarne la convivenza con l’uomo, come è avvenuto in altri posti del mondo.
Quindi, non parlatemi di transizione ecologica o di sviluppo sostenibile, perché i fatti portano proprio nel verso opposto.