“Non è stato perso nemmeno un giorno senza lavorare a questa indagine. La complessità della vicenda, due incidenti probatori, hanno portato a questi tempi”. Lo ha detto il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, dopo la chiusura delle indagini sul crollo del Morandi. “È stato un lavoro straordinario – ha detto – questo è un passaggio importante ma è il punto di vista della procura, dello Stato. Ora si apre una fase in cui le difese spiegheranno le proprie ragioni. Come servitore dello Stato – ha detto Cozzi – sono onorato di avere coordinato questa indagine. Lo dovevamo alle vittime e per tutelare interessi pubblici e privati. Già nel 1990 e nel 1991 Autostrade Spa sapeva che nella pila 9, quella crollata il 14 agosto 2018, vi erano due trefoli lenti e due cavi scoperti su quattro”.