«Basta falsità e ricostruzioni sommarie su Alberto Tarallo: la verità sulla morte di Losito è scritta in una serie di documenti inediti che siamo pronti a mostrare ai magistrati». Dopo settimane di rumors e indiscrezioni a raffica innescate dall’indagine della Procura di Roma sull’ipotesi di istigazione al suicidio dello sceneggiatore Teodosio Losito, FQMagazine per Ilfattoquotidiano.it ha chiesto all’avvocato Daria Pesce, la penalista che in questa vicenda difende il produttore Tarallo, di fare il punto della situazione visto l’«intreccio pericoloso» tra gossip, testimoni vip, debiti, case in vendita e lettere misteriose che hanno dato vita al cosiddetto Ares Gate.
La prima novità, che aggiunge un ulteriore tassello a questo complicato puzzle, è la denuncia per calunnia sporta da Tarallo contro Giuseppe Losito, il fratello di Teodosio. «Tra i due fratelli non c’era un buon rapporto», rivela a FQMagazine l’avvocato Pesce. «Ma questo è un dettaglio secondario: la cosa grave è che sono state fatte delle ricostruzioni sommarie che hanno danneggiato Tarallo. Io ho effettuato un’indagine difensiva che invierò quanto prima al pm Francesco Dall’Olio. Il contenuto? Ovviamente non lo posso rivelare ma le dico che sono piena di documenti che dimostrano i motivi reali che hanno spinto Losito al suicidio. Parliamo di lettere e prove documentali che non sono entrate in possesso dei giornalisti». Dunque c’è di più molto di più rispetto alle tre missive vergate da Losito prima della morte e tutto il materiale verrà presto messo nelle mani dei magistrati. Nel frattempo la Pesce aspetta che Tarallo venga convocato dal pm romano Carlo Villani, che nelle scorse settimane ha ascoltato come persone informate sui fatti tra gli altri anche Gabriel Gako, Barbara D’Urso, Nancy Brilli ed Eva Grimaldi, oltre a Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, che con le loro confessioni al Grande Fratello Vip hanno innescato l’Ares Gate. «Loro due sono già stati denunciati per diffamazione da Tarallo. Ma non sono gli ultimi che abbiamo querelato in questi mesi», rivela l’avvocato Pesce. Che aggiunge: «L’indagine sull’istigazione al suicidio presumo sia nata per un esposto o una denuncia di Giuseppe Losito e penso che ancora oggi sia contro ignoti. Come finirà l’indagine? Non faccio previsioni, ma dico solo che l’istigazione è molto difficile da dimostrare. In più noi abbiamo tutte prove che dicono che Losito abbia compiuto questa scelta drammatica spinto dai debiti accumulati: Teo non solo non aveva più soldi ma aveva molti debiti cui Tarallo ha in parte fatto fronte».
A proposito di Tarallo, come sta vivendo queste settimane in cui tutti i suoi fatti più privati sono stati nuovamente messi in piazza? «Alberto è affranto, disperato, mi pare scontato dirlo. Senza contate poi che questa situazione lo sta danneggiando sia da un punto di vista dell’immagine sia da quello economico». In ballo infatti non c’è solo il fallimento della Ares ma anche i debiti cui ha dovuto far fronte essendo l’erede universale di Losito. «Non a caso io gli avevo sconsigliato di accettare l’eredità ma lui ha fatto questa scelta chiara anche per tutelare la memoria di Teo». Ma a quanto ammontano i debiti? L’esposizione con le banche ammonterebbe a circa 1,5 milioni di euro: per questo è stato venduto un appartamento a New York che, al netto delle tasse, è fruttato circa 1 milione di euro e altri 500 mila dovrebbero derivare dalla vendita di un loft a Milano che Losito aveva acquistato e completamente ristrutturato. «Ma il quadro è ancora da definire», precisa l’avvocato Pesce. Per ora dunque, contrariamente alle indiscrezioni che circolano in queste settimane, non è in vendita la villa Daphne a Zagarolo – «Tarallo la acquistò e lasciò la nuda proprietà a Losito» – mentre è già sul mercato un prestigioso immobile a Trastevere, a Roma, sempre di proprietà di Tarallo (e non di Losito, com’è stato erroneamente scritto) e il cui valore è stimato in 5 milioni di euro. A tutto questo si somma la causa civile sulla polizza vita da 300 mila euro sottoscritta da Teodosio Losito, che in un primo momento nominò beneficiario il fratello Giuseppe salvo poi destinarla al compagno Alberto Tarallo. «Io so bene com’è la situazione, ma non anticipo nulla e lascio che sia il giudice a valutare. Il fatto che Teo Losito abbia voluto modificare la polizza ha fatto imbufalire qualcuno. Ma noi andiamo avanti per la nostra strada perché siamo certi della verità dei fatti», conclude la Pesce.