Uno show televisivo basato su discusse candid camera: falsi combattenti dell’Isis rapiscono celebrità, le sottopongono a violenze psicologiche e annunciano loro che saranno giustiziati. Scherzi televisivi che hanno suscitato, come immaginabile, un’ondata di indignazione e polemiche. Tutto questo accade in Iraq dove l’emittente Asia Satellite Channel durante il Ramadan ha trasmesso il programma “Tanneb Rislan“.
In ogni puntata un volto noto viene invitato a visitare la casa di una famiglia sfuggita ai miliziani dell’ex Isis, il tutto giustificato con un progetto di beneficenza. Una volta in casa però gli attori si travestono da jihadisti e inizia l’imboscata, il vip di turno viene rapito, gli viene comunicato che sarà ucciso e le reazioni ovviamente sono sconvolgenti. La famosa attrice comica Nessma piange e prega, sviene ben due volte dopo essere stata prima bendata e poi costretta a indossare un giubbotto esplosivo, rianimata dalla presentatrice dello show (travestito da Hashed). In un’altra puntata Alaa Mhawi, terzino destro della nazionale di calcio irachena, viene bendato e si ritrova a terra a pregare: “Sono tuo fratello, sono iracheno, rappresento l’intera nazione.”
La serie è firmata dalla potente coalizione paramilitare Hashed al-Shaabi, sponsorizzata dallo Stato, i suoi combattenti sono stati al centro di una campagna militare nel 2017. I membri appaiono nello show come attori. La trasmissione trasmette anche finte esecuzioni e sparatorie a “salve”, la casa usata nello spettacolo si trova fuori Baghdad, dove le cellule dell’Is continuano a intimidire la gente del posto.
Lo show, a dir poco crudele, ha suscitato reazioni in patria, perché ritenuto colpevole, non solo dello sfruttamento dei partecipanti vittime di atrocità, ma anche di una pubblicità gratuita all’Isis e ai gruppi terroristici. Rawia Al-Asali, importante psicoterapeuta, in un’intervista con Al-Hurra, un canale televisivo americano in lingua araba, ha dichiarato: “Gli effetti negativi di questo tipo di scherzi possono estendersi oltre il giorno delle riprese. Questa paura può persistere nella persona per un lungo periodo, provocare incubi e far perdere la fiducia nelle persone”.