Il Fondo monetario internazionale boccia la flat tax per le piccole imprese, storico cavallo di battaglia della Lega e oggi applicato alle sole partite Iva fino a 65mila euro . “Il regime speciale previsto per le imprese molto piccole sembra piuttosto generoso e capace di indurre all’elusione” ha affermato il responsabile della divisione Politica fiscale del Dipartimento Affari Fiscali del Fmi Ruud de Mooij che oggi è stato ascoltato dalle commissioni Finanze della Camera e del Senato nel quadro dell’indagine conoscitiva sulla riforma fiscale. “I regimi semplificati (flat tax ndr) – ha proseguito – inducono le piccole imprese a voler rimanere nel sistema agevolativo e quindi rischiano di essere un disincentivo alla crescita delle imprese e dell’economia”. Un giudizio analogo era stato espresso tre settimane fa dall’Ocse quando il responsabile del centro di politica fiscale Pascal Saint-Amans, aveva rimarcato come l’attuale situazione fiscale in Italia sia un disincentivo all’occupazione.
In generale il tasso effettivo (che tiene conto anche del diverso modo con cui paese per paese viene calcolata la base imponibile) applicato in Italia ai profitti d’impresa non è particolarmente elevato. Stando ai dati Ocse si ferma infatti al 21%, contro il 24% degli Stati Uniti, il 27% del Giappone, Il 28% della Germania e il 31% della Francia. “L’aliquota unica crea distorsioni. L’aliquota unica crea minor distorsioni in cima ma crea grandi distorsioni ai redditi del ceto medio. E’ abbastanza inefficiente all’interno del sistema. Nei paesi centro orientali che hanno adottato un’aliquota unica, anche molto bassa, hanno introdotto un’Iva molto alta. Hanno deciso un’esenzione fiscale all’Iva per alcuni gruppi per sostenere i redditi ma creando problemi alla redistribuzione. E’ un modo un pò brusco”, ha continuato l’esponente del Fmi. “Serve calibrare meglio il peso fiscale sui redditi da lavoro dove il meccanismo delle detrazioni e dei crediti d’imposta vengano a determinare aliquote marginali troppo elevate per fasce significative di lavoratori”, ha aggiunto de Mooij. “Un buon sistema deve essere inclusivo e semplice. Dobbiamo pensare a un sistema di tassazione redistribuibile. Per la tassazione dei redditi più alti serve aumentare le aliquote marginali”.