Fiorentino, classe 1964, docente universitario, cresciuto nella Dc, poi nel Ppi, nella Margherita e infine nel Pd. Noto per essere il primo “rottamato” da Matteo Renzi, che lo ha battuto a sorpresa alle primarie per le comunali nel capoluogo fiorentino del 2009. Più volte deputato ed europarlamentare, nel 2013 Pistelli viene nominato viceministro degli Esteri nel governo di Enrico Letta, per poi essere confermato dallo stesso Renzi. Sono i mesi in cui l’allora giovane premier si fa sfuggire in diretta televisiva che “l’Eni è oggi un pezzo fondamentale della nostra politica energetica, della nostra politica estera, della nostra politica di intelligence. Cosa vuol dire intelligence? I servizi, i servizi segreti”. Passa un anno e Pistelli lascia la politica. Per andare dove? Ma ovviamente all’Eni, che nel giugno del 2015 lo nomina Vice President stakeholder relations business development support. Che cosa vuol dire? “Mi occuperò di promuovere il business internazionale e di tenere i rapporti con gli stakeholders, in Africa e in Medio Oriente, e dei progetti sulla sostenibilità”, raccontava in quei giorni il neo manager dell’azienda del cane a sei zampe. Qualcuno fa notare che i temi e i luoghi frequentati dal Pistelli manager sono più o meno gli stessi di cui si occupava il Pistelli politico, viceministro con delega al Medio Oriente e alla cooperazione. Sul caso viene chiamato a esprimersi l’Antitrust, che dà il suo via libera: anche secondo la legge Frattini del 2004 (che introduce specifiche incompatibilità per chi ha smesso di fare parte di un governo da meno di 12 mesi) Pistelli può imboccare la sua porta girevole perché la “competenza a amministrare e regolare i settori economici di riferimento di Eni Spa” riguardava “attribuzioni estranee” alle funzioni di viceministro degli Esteri. Del resto in quel momento il presidente dell’Antitrust era Giovanni Pitruzzella, che qualche tempo prima aveva rinosciuto durante un’audizione in Parlamento: “La legge italiana rinuncia a prevenire la situazione di conflitto di interessi e lo affronta solo quando sorge, in modo complesso e del tutto inefficace”. Che lavoro fa oggi Pistelli? Lavora sempre all’Eni, ma ha cambiato incarico: adesso è il director Public Affairs dell’azienda energetica. In pratica si occupa di tutte le attività relative al lobbying, che per un’azienda come l’Eni è ingrediente fondamentale di ogni affare.
Politica
Porte girevoli tra politica e affari, da Padoan e Minniti a Pistelli: chi è passato dall’incarico pubblico al privato nello stesso settore
AVANTICapitoli
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1.Porte girevoli tra politica e affari, da Padoan e Minniti a Pistelli: chi è passato dall’incarico pubblico al privato nello stesso settore
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2.PIER CARLO PADOAN
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3.MARCO MINNITI
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4.LAPO PISTELLI
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5.CLAUDIO DE VINCENTI
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6.ANGELINO ALFANO
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7.MICHELE POMPEO META
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8.FRANCESCO RUTELLI
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9.FEDERICA GUIDI
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10.MARTA DASSÙ
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11.DOMENICO SINISCALCO
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12.VITTORIO GRILLI
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13.GIANFRANCO DELL'ALBA
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14.FRANCO BASSANINI
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15.MAURIZIO MARTINA
LAPO PISTELLI - 4/15
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- 11:24 - Cyberbullismo, Ciulli (Google): "La sicurezza dei minori è la nostra priorità"
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "La sicurezza dei minori in rete è una priorità per Google. Da tempo abbiamo iniziato un'interlocuzione arricchente con Moige. Noi costruiamo piattaforme disegnate apposta per i minori e prive di rischi rispetto all'internet aperto."
Ha dichiarato Diego Ciulli, public policy manager di Google a margine dell'evento "Giovani ambasciatori in Parlamento", l'evento nella sala dei Gruppi della Camera dei Deputati dove studenti selezionati in tutta Italia hanno condiviso riflessioni su temi come i rischi informatici, il bullismo e il cyberbullismo. "Diamo strumenti ai genitori per controllare e guidare le presenza online dei propri figli, oltre a fare grandi campagne informative come quella di oggi con gli ambasciatori alla Camera dei Deputati per garantire ai ragazzi di vivere internet rimanendo al sicuro."
- 11:05 - Emofilia, a Milano incontro 'Let's Talk' su novità terapeutiche
Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) - Si è tenuto ieri a Milano, presso la sede di Sobi Italia, "Sobi Let’s Talk. Mont Blanc experience: to the next level", il quarto appuntamento del progetto "Let’s Talk", nato nell’ottobre scorso con l’obiettivo di approfondire argomenti di attualità e prospettive inesplorate in un contesto, per alcuni aspetti ancora poco conosciuto, come quello delle malattie rare. L'incontro è stato dedicato all'emofilia, una patologia rara della coagulazione, di origine genetica, che provoca emorragie, anche gravi, e microsanguinamenti a livello articolare. Questi eventi possono avere conseguenze significative sulla mobilità e sullo stato di salute complessivo dei pazienti. In Italia, secondo l'ultimo Rapporto Istisan dell'Istituto Superiore di Sanità, sono oltre 5.000 le persone affette da emofilia e più di 10.000 quelle con difetti della coagulazione.
Il talk - riporta una nota - ha offerto l'opportunità di approfondire l'evoluzione dei trattamenti, partendo dalle prime soluzioni, fino ad arrivare alle più recenti innovazioni terapeutiche. È stato anche un momento per guardare al futuro, esplorando le opportunità che ci attendono. Inoltre, è stata condivisa una storia personale ricca di spunti di riflessione, tanto simbolici quanto concreti. Negli ultimi anni, la gestione dell'emofilia ha subito una trasformazione significativa, grazie all'introduzione di terapie innovative, che consentono di personalizzare i trattamenti in base alle esigenze specifiche di ogni paziente. Non ci si limita più alla semplice prescrizione di farmaci, ma si adotta un approccio integrato, che include anche la prevenzione, la protezione e la promozione di attività fisiche appropriate. Inoltre, sono state sviluppate competenze multidisciplinari per ottimizzare la collaborazione tra specialisti, migliorando così la qualità delle cure e l'efficacia del trattamento.
"Oggi, grazie a strategie di prevenzione e protezione come la profilassi con fattori a emivita prolungata, il monitoraggio periodico della salute articolare e l'attività fisica regolare, è possibile gestire l'emofilia e ridurre significativamente il rischio di sanguinamenti, preservando, così, il benessere articolare e migliorando la qualità di vita - ha dichiarato Carina Fiocchi, Direttore Medico di Sobi Italia, Grecia, Malta e Cipro -. I dati mostrano che una profilassi regolare e personalizzata, che garantisca un adeguato livello di protezione, anche durante l'attività fisica, riduce i sanguinamenti e mantiene in buone condizioni il sistema muscolo-scheletrico. L'aderenza alla terapia è fondamentale, per proteggere la salute articolare in tutte le fasi della vita. Con le attuali opzioni terapeutiche e attraverso un approccio multidisciplinare e omnicomprensivo è possibile consentire alle persone con emofilia di vivere una vita piena, protetti e sicuri".
(segue)
Alla luce di queste considerazioni Sobi - riferisce la nota - in collaborazione con Save One Life Foundation, ha recentemente supportato un gruppo di persone con emofilia in un'emozionante e straordinaria avventura verso la cima del Monte Bianco, la vetta più alta delle Alpi, durante il mese di luglio 2024.
"In passato, ai pazienti con emofilia veniva consigliato dai medici di evitare sport, attività fisica e qualsiasi situazione potenzialmente rischiosa per evitare infortuni, sanguinamenti o danni alle articolazioni. Tuttavia, i progressi nella cura dell'emofilia hanno portato a importanti miglioramenti nelle opportunità di vita per chi convive con questa condizione. Grazie ai trattamenti profilattici, oggi i pazienti sono in grado di raggiungere e mantenere livelli di emostasi simili a quelli di una persona senza emofilia, un concetto noto come normalizzazione dell'emostasi - ha sottolineato Jason Donohue, Community Engagement Director – Emofilia - di Sobi Global -. Questo ha favorito un cambiamento di mentalità sia nei medici che nei pazienti, dove il dialogo si sposta dal rischio di praticare attività fisica, al rischio di non praticarla. Fare sport per una persona con emofilia non solo è possibile, ma è anche fortemente raccomandato per mantenere la salute generale".
"Per questo motivo, Sobi è orgogliosa di aver collaborato con Save One Life Foundation - conclude Jason Donohue - La scalata al Monte Bianco non è stata solo una sfida fisica, ma un vero e proprio simbolo di resilienza e determinazione. La nostra speranza è che questa esperienza possa ispirare tutte le persone con emofilia a compiere il loro prossimo passo, grande o piccolo che sia, spingendole a inseguire i propri sogni e obiettivi con coraggio e determinazione".
(segue)
Tra i partecipanti a questa straordinaria iniziativa c'era Roberto Centurame, persona con emofilia, che ha scelto di condividere la propria esperienza in occasione di "Sobi Let’s Talk. Mont Blanc experience: to the next level". "Questa esperienza di salita verso il Monte Bianco è stata unica, perché non era solo una sfida personale, ma un percorso condiviso – ha ricordato Centurame - Quando ci si trova in un gruppo, soprattutto in un contesto così impegnativo, la condivisione diventa fondamentale. Le tensioni salgono, certo, ma è proprio lì che la socializzazione e l'empatia tra di noi sono state il vero motore. Abbiamo imparato a sostenerci, a leggere i segnali degli altri, a rispettare i momenti di difficoltà".
Il "messaggio più importante che voglio trasmettere a chi ha l'emofilia, è che cercare di andare oltre i propri limiti può essere stimolante, ma bisogna avere anche la lucidità di fermarsi quando il corpo ci manda segnali chiari – continua Centurame - Non è necessario scalare il Monte Bianco per sentirsi realizzati; la vera sfida quotidiana per chi ha l’emofilia è alzarsi dalla poltrona, fare una passeggiata, mettersi in movimento. Ogni piccolo passo è una conquista". Il messaggio emerso dall'incontro di ieri è che, per favorire l'inclusione delle persone con emofilia, è fondamentale consentire loro di avere una vita sociale attiva. Per questo, l’attività fisica e lo sport hanno un ruolo fondamentale, a condizione che si abbia una protezione adeguata, e la consapevolezza dei propri limiti. Oggi - conclude la nota - grazie alle terapie più recenti, è possibile garantire livelli di protezione maggiori, favorendo progressivamente la normalizzazione dell’emostasi. Questo non solo aumenta la sicurezza dei pazienti, ma facilita la socializzazione e permette una vita pienamente attiva.
- 10:41 - Ue: Prodi-Monti, 'voto su Ribera e Fitto non può essere regolamento conti'
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "Abbiamo auspicato per anni che le scelte dell’Unione europea fossero animate dal dibattito tra le forze politiche, anche per accrescere nei cittadini la consapevolezza delle grandi poste in gioco. Quando è condotto con serietà e rigore, il voto del Parlamento europeo sui candidati commissari è una componente essenziale di questo processo democratico. Se però diventa un modo per scaricare sull’Europa regolamenti di conti tra partiti, perdono credibilità sia la politica sia l’Europa. In questo momento, con le enormi sfide che l’Unione europea deve fronteggiare ad Est e ad Ovest, confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i Popolari e i Socialisti". Lo affermano in una dichiarazione congiunta Romano Prodi e Mario Monti.
"Tali tensioni -sottolineano i due ex premier italiani- porterebbero a un grave conflitto tra Parlamento e Commissione, proprio i due fattori di spinta verso un’Europa più unita. Potrebbe addirittura derivarne la caduta della Commissione Von der Leyen 2, dopo una gestazione di cinque mesi e prima ancora della sua entrata in carica, proprio quando i cambiamenti nella politica americana ci obbligano a costruire un’Europa più forte e più coesa. Il mondo intero guarderebbe all’Europa con derisione".
"Auspichiamo -concludono Prodi e Monti- che in questo grave momento prevalga in tutti il senso di responsabilità".
- 10:25 - Bardi: "Valorizzare nostre radici, Roots-in a Matera evento importante"
Matera, 18 nov. - (Adnkronos) - ''Se siamo qui oggi, per il terzo anno consecutivo, significa che questo evento si sta consolidando nel panorama nazionale e internazionale del turismo. È un evento importante, che la nostra Regione offre a tutti i territori e agli operatori di tutta Italia, nella consapevolezza che il turismo, come altri settori economici, cresce solo se inserito in un contesto di rete, di connessioni, di collaborazione tra Enti e operatori''.
Così il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che oggi a Matera ha aperto i lavori della terza edizione di Roots-in, la Borsa internazionale del turismo delle origini promossa da Apt e Regione Basilicata in collaborazione con Enit e con il patrocinio del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.
''Organizziamo questo evento a Matera per la sua capacità attrattiva e per il valore di una città che ha saputo crescere, nel settore dell'accoglienza, sia in termini di qualità sia in termini di quantità - ha aggiunto il presidente - attirando viaggiatori in numero sempre crescente, grazie anche al lavoro che come sistema Regione - Apt siamo riusciti a fare in questi anni nei mercati nazionali e internazionali''. Bardi ha ringraziato l'Enit, il ministro degli esteri Tajani e i rappresentanti delle 12 Regioni che aderendo all'iniziativa ''sono giunti in Basilicata - ha sottolineato - per conoscere l'offerta nazionale rivolta ai tanti italo-discendenti che vivono il forte desiderio di riscoprire la loro storia e i luoghi che hanno dato i natali ai propri antenati. La nostra Regione è convinta che il turismo delle radici sia un'opportunità in più per farsi conoscere dai mercati internazionali, per trasformare una storia caratterizzata dal triste fenomeno dell'emigrazione in opportunità derivanti dal rinvigorimento dei legami tra gli italo-discendenti e i loro territori d'origine''.
- 10:23 - Turismo delle radici, Vignali (Maeci): "Segmento sostenibile e destagionalizzato"
Matera, 18 nov. (Adnkronos) - “Il turismo delle radici è nuovo, sostenibile, destagionalizzato ed esperienziale, un segmento in grado di fare la differenza soprattutto per le aree interne del nostro paese".
Sono queste le parole di Luigi Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.
"Roots-in è la più importante rassegna italiana dedicata al turismo delle radici, che coinvolge 80 milioni di discendenti di Italiani che vivono in altri paesi. Sono persone che vengono qui per riscoprire le proprie origini, i luoghi da dove partirono i loro antenati, le loro tradizioni. Da un lato dobbiamo investire molto sui territori, infatti abbiamo coinvolto 830 comuni, con l’obiettivo di prepararli ad accogliere i viaggiatori delle radici. Dall’altro lato stiamo lavorando con l’estero, in modo tale che ci sia sempre più consapevolezza e voglia di fare questo viaggio. Per questo - continua -abbiamo messo in campo un programma che si chiama Italea. È anche un modo per promuovere il Made in Italy. Chi viene in Italia per un’esperienza turistica acquista prodotti di artigianato del nostro comparto produttivo, anche del settore enogastronomico per esempio. Quando i prodotti vengono portati all’estero automaticamente si diffonde la conoscenza dell’eccellenza italiana”.
- 09:07 - Regionali: Romano (Nm), 'riflettere per rinsaldare unità centrodestra'
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "Il centrodestra perde alle Regionali in Umbria e in Emilia Romagna. Un dato su cui occorre riflettere e che riguarda la vicinanza alle problematiche del territorio, senza considerare il forte astensionismo. Noi moderati ottiene un ottimo risultato di partito. In Umbria triplichiamo i voti raggiungendo il 3% ma anche in Emilia Romagna cresciamo in modo netto. Nessuna diretta conseguenza del voto sul Governo nazionale che può proseguire nel suo percorso ma sono sicuro che un’attenta analisi del voto non potrà che rinsaldare l’unità delle forze che lo compongono e l’azione di governo". Lo dice Saverio Romano, coordinatore politico di Noi moderati.
- 09:03 - Regionali: Donzelli, 'dovevamo subire batosta ma centrodestra conferma consenso'
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "Se guardiamo a due mesi fa, il centrodestra avrebbe dovuto subire una batosta. Abbiamo perso, gli elettori hanno sempre ragione, e se ne deve prendere atto. Ma una cosa ci terrei a dirla, come premessa da cui è impossibile prescindere. Nelle tornate regionali, da quando siamo al governo, abbiamo vinto in 11 regioni e perso in 3. Il centrodestra conferma il suo consenso sul territorio". Lo dice Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di Fratelli d'Italia, intervistato dal 'Corriere della Sera'.