Il rapporto tra benefici e rischi del vaccino anti-Covid di AstraZeneca è “superiore nei gruppi di età più avanzata poiché il rischio di esiti gravi di Covid-19, inclusi eventi tromboembolici correlati all’infezione, aumenta con l’età”. È questa la conclusione del gruppo strategico di esperti (Sage) per le vaccinazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità in un aggiornamento delle linee guida sul vaccino dell’azienda anglo-svedese, redatto alla luce dei casi di trombosi rare associate a piastrine basse (Tts) segnalati dopo la somministrazione.

“I dati dall’Europa – si legge nelle raccomandazioni – suggeriscono che il rischio” di trombosi rare “potrebbe essere più alto negli adulti più giovani rispetto agli adulti più anziani”, anche se “non sono stati ancora identificati fattori di rischio specifici” per questi eventi, si precisa. “Nei Paesi in cui è in corso la trasmissione di Sars-CoV-2 – puntualizzano gli esperti – il vantaggio della vaccinazione nella protezione contro Covid-19 supera di gran lunga i rischi”. Tuttavia, le valutazioni del rapporto rischio-beneficio “possono differire da Paese a Paese”. Pertanto, nelle loro strategie di immunizzazione, “i Paesi dovrebbero considerare la loro situazione epidemiologica, i rischi individuali e a livello di popolazione, la disponibilità di altri vaccini e le opzioni alternative per la mitigazione del rischio”.

La relazione causale tra il farmaco e le trombosi rare associate a piastrine basse è considerata “plausibile” dagli esperti “sebbene il meccanismo biologico di questa sindrome sia ancora in fase di studio”. La “maggior parte” di questi casi – si legge – sono stati “segnalati dal Regno Unito e dall’Unione europea” e c’è una “notevole variazione geografica” per quanto riguarda l’incidenza segnalata, “con pochissimi casi segnalati da Paesi non europei, nonostante l’ampio uso del vaccino in questi Paesi”. Per tanto “una stima del rischio” di trombosi “al di fuori dall’Europa richiede un’ulteriore raccolta e analisi dei dati”, sottolineano gli esperti.

Il gruppo di esperti sottolinea che “al momento non è noto se vi sia un rischio di trombosi con sindrome da trombocitopenia (Tts) dopo la seconda dose” del vaccino anti-Covid, ma in ogni caso le persone che “hanno manifestato Tts dopo la prima dose non dovrebbero ricevere la seconda”. Quando i dati di ulteriori studi saranno disponibili “le raccomandazione sulla vaccinazione verranno aggiornate, se opportuno” permettendo “una migliore comprensione della fisiopatologia della Tts e della sua relazione con il vaccino”, aggiungono gli esperti.

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